Il fenomeno del Vermentino a VinoVip al Forte4 min read

A Forte dei Marmi si è svolta con successo la seconda edizione di “VinoVip al Forte”, evento organizzato da Civiltà del bere che ha accolto più di 700 professionisti del settore.

L’attenzione di questa edizione è stata posta sul “fenomeno Vermentino”, con l’approfondimento sul vitigno attraverso una conferenza ed un, come dicono adesso, “walk around tasting”, attraverso 28 cantine e 62 espressioni italiane del vitigno.

Da recenti studi sembra che il vermentino, arrivi a noi partendo dal levante mediterraneo (Siria), attraverso le rotte di migrazione umana che si sono stanziate in Spagna, bypassando a nord l’Italia. Quindi è da occidente che in un secondo tempo ha intrapreso le rotte  verso la Corsica, le coste liguri, toscane, francesi ed il Piemonte.

Vermentino

8250 sono gli ettari coltivati in Italia: Sardegna (4.850 ha), Toscana (1900 ha), Liguria (550 ha), Piemonte (conosciuto come Favorita 231 ha), Umbria, Marche, Lazio, Puglia (150 ha) e fenomeno in forte crescita produttiva e qualitativa in  Sicilia  dove in pochi anni sono 564 gli ettari coltivati a vermentino.

I primi esperimenti di vinificazione in purezza risalgono alla metà degli anni ’70. In passato la consuetudine era quella di vinificarlo congiuntamente a differenti varietà di uve.

Pur essendo considerato non aromatico, è spesso assimilato al Sauvignon Blanc e con l’invecchiamento sviluppa aromi minerali. E’ necessario un buon controllo dell’elevata produttività e un corretto uso della chioma per evitare un eccessivo riscaldamento delle bacche durante la maturazione. Cambia molte delle sue caratteristiche, molto più di altre uve, a seconda del terreno dove è piantato.

Per cercare di apportare un miglioramento alle sue principali criticità, si stanno studiando selezioni clonali che portino nella direzione di un biotipo caratterizzato da un grappolo più spargolo, acino con buccia più spessa, minore produttività. Un mercato quello della vendita nazionale delle barbatelle di vermentino in costante crescita.

Uva versatile, che permette di ottenere risultati differenti in base ai metodi di vinificazione e affinamento .

È caratterizzato dalla presenza di precursori di aroma della classe dei norisoprenoidi, che permangono nel vino anche nella fase di conservazione. Nei vini più evoluti si evidenziano note di pietra focaia (idrocarburo), mantenendo comunque una buona sapidità e freschezza. In certe condizioni climatiche e colturali sono presenti aromi derivanti dai terpeni, cioè a piacevoli note floreali, fruttate, di erbe aromatiche (timo, rosmarino, salvia) e acacia. Possono essere presenti anche precursori di aromi tiolici, responsabili dell’odore di bosso, ginestra, frutto della passione e pompelmo.

Queste caratteristiche incontrano il favore di un mercato che recentemente gradisce queste espressività, da qui la crescita commerciale degli ultimi anni.

Tra molte ed interessanti tipologie presenti ai banchi d’assaggio, ho potuto apprezzare una verticale proposta dalla toscana Poggio al Tesoro con il suo “SoloSole Vermentino Bolgheri Doc” (fermentazione acciaio affinamento su fecce fini), un percorso che attraverso le annate 2022- 2019-2012 ha regalato la possibilità di valutare come il processo di invecchiamento sia ben supportato da questo vitigno. Ha regalato sorprendenti sentori idrocarburici di pietra focaia e ancora grande sapidità e freschezza agrumata. Bella interpretazione del “SoloSole Pagus Camilla Bolgheri Vermentino Doc 2017” dove l’affinamento su fecce fini in acciaio e terracotta ha regalato intensità, ricchezza aromatica e avvolgenza.

Altra regione, la Sicilia, dove l’azienda Mandrarossa con il suo “Larcèra 2022 Igt” (6 mesi solo acciaio acciaio), ha fatto esprimere il mio totale apprezzamento con un “CASPITA” davvero di cuore anche se poco professionale: grande espressività olfattiva, fresco, teso, sapido in bocca.

La Liguria ha trovato la mia riconferma di piacevolezza nella qualità della Cantina Lunae dove oltre alle due etichette (etichetta Grigia e Nera ) dei Colli di Luni Doc 2022”, il “Cavagino Colli di Luni Vermentino Doc 2022” si è spogliato di importanti sentori legnosi che lo hanno caratterizzato in passato, regalandogli maggiore agilità e piacevolezza di bevuta.

La Sardegna è stata ben rappresentata da Santadi: accanto ai suoi “Cala Silente” e “Villa Solais Vermentino di Sardegna Doc 2022”,  è stato presentato “Solais Metodo Classico 2018” (36 mesi). Piacevoli sentori floreali, biancospino, pesca bianca, cenni di crosta di pane e tostature dolci di nocciola. Lo caratterizza una decisa impronta minerale, al palato è elegante, sapido, nel finale ritorna la frutta gialla.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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