Guida vini. Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore e Castelli di Jesi Verdicchio Riserva: certezze e conferme3 min read

Ed eccoci arrivati a quelli che potremmo definire i pezzi forti del mondo del Verdicchio, cioè i Superiore e i Riserva. In attesa della rivoluzione copernicana che metterà al centro (cioè davanti) il termine Castelli di Jesi, lasciando al produttore la scelta di mantenere o meno il termine Verdicchio in etichetta, I Superiore e i Riserva mostrano al mondo una veste enoica convincente, almeno quanto è particolare la scelta del nome futuro di queste denominazioni.

Ma di questo ha già parlato Gianpaolo Giacomelli e quindi noi ci concentriamo adesso sui Superiore, che sia nelle versioni 2022 che 2021 non deludono assolutamente le aspettative. Nei 2022 rispetto ai 2021 abbiamo trovato una colorazione più intensa e una conferma che, almeno da giovane, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Superiore è un vino più di bocca che di naso, con però qualche maturazione estrema o surmaturazione che non giova all’equilibrio e alla freschezza dei vini. I 2021 hanno, da parte loro, dei leggeri tocchi di botrite, particolari e quasi inaspettati, specie in annate calde. Entrambe le annate mostrano una crescita dei produttori nell’utilizzo del legno, molto meglio dosato, più soffuso, meno marcante e quindi un generale miglioramento dell’eleganza di questi vini.

Tornando ai 2022 dobbiamo ammettere che una certa maturità generale c’è ma questo ha portato non a vini cedevoli ma abbastanza concentrati e piuttosto nervosi, il che li rende praticamente pronti sin da subito. Il fatto che più del 70% dei campioni abbia superato la nostra fatidica soglia delle 3 Stelle è un’ulteriore conferma e i ben 11 Vini Top solo tra i Superiore sono solo la ciliegina sulla torta di una denominazione che, adesso, si “permette” di presentare un vino del 2016 appena entrato in commercio, che ha la fresca giovinezza di un vino d’annata.

Sul fronte delle Riserva l’annata su cui focalizzarci è la 2020, ma con un discreto numero di 2021 già in commercio. Se da un lato una buona parte dei vini sta piano piano perdendo le importanti marche di legno che avevano contraddistinto questa tipologia negli anni scorsi, questa “perdita”  li avvicina molto ai  Superiore, rendendo  meno definita la differenza tra le due tipologie, specie se entrambe saranno DOCG e tante Riserva entrano in commercio nello stesso anno dei “cugini”.

Comunque, somiglianze o meno, le Riserva degustate ci hanno soddisfatto abbastanza, anche se non abbiamo trovato molti Vini Top come tra i Superiore. Forse un annetto in più in cantina avrebbe giovato  a diversi vini, rendendoli meno monolitici e più eleganti.

In chiusura, riassumendo quanto detto qui e nell’altro articolo di Verdicchio di Jesi Classico e Verdicchio di Matelica, questi territori presentano sempre ottimi vini, anche in annate dove si potrebbe pensare il contrario, e con ottimi prezzi. Quest’ultimi sono un grande vantaggio per i consumatori ma non certo per i produttori, che da anni stanno cercando di “alzare l’asticella”. Bisogna essere onesti e affermare che un aumento dei prezzi, in futuro, non sarà certo uno scandalo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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