Iniziamo con il sauvignon a parlare “in parallelo” dei risultati di tre regioni bianchiste (una regione e due province per precisione) del nord-est d’Italia, cioè Friuli Venezia Giulia, Trentino e Alto Adige.
Come abbiamo detto qui, quest’anno per quanto riguarda i vitigni definiti internazionali e coltivati in tutti e tre questi territori abbiamo pensato di presentare i risultati in parallelo, in modo da permettere ai nostri lettori di avere un panorama più ampio. Dopo il sauvignon passeremo allo chardonnay e poi al pinot bianco, al pinot grigio e infine al gewürztraminer. Naturalmente i risultati dei vini da altre uve, quelle autoctone e anche per quanto riguarda quelle coltivate non in tutte tre le regioni, saranno presentati a parte, come in passato.
Ma quanto sauvignon c’è in Alto Adige, Trentino e Friuli Venezia Giulia?
Partiamo con alcuni dati: il territorio dove il sauvignon è più importante è sicuramente L’Alto Adige: ce ne sono circa 700 ettari che rappresentano un po’ più del 11.5% del territorio vitato regionale e lo mettono per importanza al secondo posto in regione dopo il pinot grigio. In Friuli di ettari ce ne sono molti di più (quasi 1800) ma il sauvignon percentualmente rappresenta nemmeno il 5.5% del totale ed è al sesto posto tra le uve più piantate. Molti inferiori gli ettari vitati in Trentino: il sauvignon ha circa 140 ettari, con una percentuale nel totale che non arriva al 1.5% e lo pone oltre il decimo posto tra i vitigni presenti in provincia di Trento.

Quindi il territorio che “dipende” più dal sauvignon e l’Alto Adige e allora partiamo proprio da qui per parlare dell’annata 2024. Pur essendo stata una delle annate più piovose degli ultimi 30 anni è stata anche un’annata di grandi sbalzi climatici: siamo partiti con una primavera molto piovosa per poi passare a due mesi estivi caldissimi e secchi per arrivare a settembre con un ritorno delle piogge proprio nel mezzo alle vendemmie. Ho scritto “Alle vendemmie” perché il notevole numero di uve presenti in regioni porta ad una serie di vendemmie che spesso iniziano ad agosto per le basi spumante e finiscono anche a fine ottobre per il cabernet sauvignon. Sul fronte dei bianchi però ci interessa solo il periodo fine agosto-settembre e purtroppo in quel periodo, specie nella prima decade di settembre, le piogge non sono mancate. Come risultati abbiamo dei vini che in generale hanno un’acidità leggermente inferiore (con pH più alto) e anche l’ alcol èpiù basso rispetto agli ultimi anni. Quindi vini sicuramente piacevoli anche dal punto di vista aromatico, con profumi meno “estremi” (le infinite note di pompelmo acerbo sono molto mitigate) con un buon equilibrio ma una longevità inferiore alla media. Diciamo che si va mediamente dai 2 ai 5 anni massimo.
Per quanto riguarda i sauvignon delle altre annate (2023-2022 soprattutto) impostiamo adesso un discorso che sfocerà in un ragionamento più ampio quando parleremo di Chardonnay: anche se nei sauvignon la situazione è meno “invasiva” pare che tra i bianchi non d’annata il discorso sfoci immediatamente nell’uso del legno piccolo, riuscendo spesso a marcare in maniera indelebile e snaturare i profumi di un vino che, nel caso specifico del Sauvignon, si caratterizza appunto per la sua particolare aromaticità. Questo per fortuna non accade sempre ma quando accade e porta a vini chiusi e spesso troppo appesantiti dal legno. Ma naturalmente ci sono anche le eccezioni, non poche, prova ne sia che tra i cinque migliori Sauvignon altoatesini ben 4 sono di annate precedenti al 2024. Per quanto riguarda invece la qualità media per l’annata 2024 non possiamo definirla molto alta, infatti solo il 57% dei vini degustati ha raggiunto o superato i nostri 80 punti (che, lo ripetiamo sempre, per noi non sono pochi perché non spariamo punteggi alti come mortaretti alla festa del patrono), mentre per quanto riguarda i Vino Top, ne abbiamo eletto solo uno ed è della vendemmia 2023
Punti di forza dell’annata 2024: piacevolezza, immediatezza olfattiva e equilibrio.
Punti deboli dell’annata 2024: serbevolezza non al livello di altre vendemmie e mancanza di freschezza
Vino Top: 1 (del 2023)
Voto finale all’annata 2024: 6.50

Anche nelle tre denominazioni sopra dette siamo di fronte da una parte ad un’annata molto piovosa (quasi 1400 millimetri) con piogge concentrate soprattutto in maggio, settembre e ottobre e dall’altra ad un estate, in particolare luglio e agosto, che ha visto temperature medie superiori anche di due gradi rispetto anche alle annate recenti.
La vendemmia del sauvignon è avvenuta in un periodo non certo interamente soleggiato e alla fine se guardiamo i dati generali ci troviamo di fronte a vini con un alcol leggermente maggiore un’ acidità e un malico minore e un pH più alto. Un po’ lo stesso discorso visto in Alto Adige, dove però i vigneti si spingono ad altezze che in Collio e nei Colli Orientali (per non parlare dell’Isonzo) non possono raggiungere.
Questo però ha importanza relativa perché sia i terreni che le condizioni climatiche generali sono completamente diverse rispetto a quelle altoatesino.
Dal punto di vista dei vini imbottigliati i Sauvignon dei Colli Orientali ci sono sembrati quelli più riusciti, con profumi che non vanno mai sulla frutta matura ma anzi puntano spesso su note speziate di bella finezza. In bocca un corpo rotondo e sapido non fa rimpiangere la mancanza di acidità. Buoni anche quelli del Collio ma leggermente meno concentrati.
Per quanto riguarda la media sopra agli 80 punti siamo al 60%, quindi non altissima, mentre i due Vino Top sono proprio dell’annata 2024 e questo dimostra che comunque si possono fare ottimi vini in questa vendemmia.
Punti forti della vendemmia 2024: buona intensità aromatica, sapidità, piacevolezza immediata
Punti deboli della vendemmia 2024: vini non molto concentrati, scarse possibilità di invecchiamento
Vino Top: 2
Voto finale all’annata 2024: 7-

Quello detto per le due zone precedenti vale anche per il Trentino, dove i nostri ragionamenti non possono avere rispondenze numeriche importanti visto l’esiguo numero di vini in degustazione. Per questo ci limitiamo anche qui a citare due mesi estivi molto caldi e un inizio di settembre con importanti precipitazioni. I risultati non sono certo eclatanti: nessun Vino Top e solo il 37% dei vini ha raggiunto o superato gli 80 punti. Capiamo che il sauvignon non è certo l’uva su cui si punta di più in regione ma se anche andiamo indietro negli anni non abbiamo mai avuto grandi risultati e così ci viene da pensare che il Sauvignon, al contrario che in Alto Adige e in Friuli, sia stata ormai relegata tra le uve secondariae. Non per niente negli ultimi 15 anni gli ettari non sono aumentati mentre, per esempio, il pinot grigio è cresciuto moltissimo.
Punti di forza della vendemmia 2024: discreta freschezza
Punti deboli della vendemmia 2024: semplicità generalizzata, poca fiducia nel vitigno da parte dei produttori.
Vino Top: 0
Voto finale all’annata 2024: 5.50
Conclusioni
Parlando di Sauvignon, per quanto riguarda le tre zone prese in considerazione non siamo certo di fronte ad una grande annata. I risultati migliori si sono avuti in Friuli, in particolare nei Colli Orientali, che si conferma zona particolarmente vocata. Più che sufficienti i risultati in Alto Adige, in Collio e Isonzo anche se spesso non c’è grande corpo e struttura a sorreggere i vini. Il trentino, pur con l’attenuante di aver presentato pochi vini, ci sembra la terra che più ha patito quest’annata piuttosto difficile.
