Chi a scuola almeno una volta ha detto “Uffa, la grammatica!” faccia un passo avanti. Passo avanti quasi sempre giustificato da maestre o professori che pretendevano di incollare nelle nostre refrattarie menti di bambini o adolescenti concetti, allora, abbastanza astrusi.
Facciano un ulteriore passo avanti quelli che, in età adulta, hanno dovuto consultare velocemente un libro di grammatica prima di cadere in castronerie da codice penale.
Ora che abbiamo fatto tutti due passi avanti ecco la buona notizia: leggere ( o studiare, se si vuole) la grammatica è divertente!
Anzi è molto divertente, se naturalmente avrete il buon senso di leggere “Di grammatica non si muore”, scritto dal funambolico Massimo Roscia, da molti conosciuto solo come attento e competente degustatore.
Nel momento che aprirete questo libro scorderete tutte le guerre (perse o vinte) con la grammatica e, grazie all’ inesauribile verve educativo-cazzeggiante di Massimo, vi ritroverete a dire, tra una risata e l’altra “Ma è questa la grammatica?”
Non solo, vi sentirete più tonici dopo aver capito qualcosa sull’accento tonico e grazie a questa ritrovata “tonicità” eviterete di sdrucciolare su sdrucciole e biscdrucciole. Potrete finalmente sorridere capendo la differenza tra elisione e troncamento, comprendere perché qual è si scrive così ed essere quindi più soddisfatti di sé (e non di se). Darete dei punti a tutti anzi, due punti a tutti e magari anche qualche punto e virgola messo al posto giusto.
Il correttissimo e esilarante grammelot grammaticale di Massimo vi permetterà , grazie anche alle tettoie degli accenti, di ripararvi da una pioggia di brutte figure e magari di mettere su la tanto sognata impresa edìle (e non èdile).
Vi pare poco divertirsi nel transitare con maestria tra transitivi e intransitivi e trasformare quella che era una materia ostrica (citazione dal libro) in un qualcosa di divertente, godibile e comprensibile?
Come sarà facilmente comprensibile perché dovremmo smettere di usare a casaccio e in quantità industriali termini mutuati da altre lingue senza sapere a qui prodest , e parole che fanno arricciare la pelle come apericena.
Ma il bello arriva verso la fine, grazie in questo caso non a Massimo ma a noi italiani, che siamo campioni mondiali nello storpiare le parole, anche e soprattutto nel nostro settore: quindi per pranzo potreste preparare dell’agnello all’ascoltadito oppure dei calcimbocca alla romana, magari con contorno di funghi traforati; in abbinamento vi consiglio un bel Gustraminer.
Alla fine del libro Massimo inserisce dei ringraziamenti, ma dovremmo essere noi a ringraziare lui per averci portato per mano nel divertente mondo della grammatica, insegnato qualcosa e, grazie alle molte risate, rimesso a posto la nostra flotta batterica e fauna intestinale (cit.) .
Massimo Roscia, Di grammatica non si muore, Sperling & Kupfer, € 15,90