Gewurztraminer: il “vino degli italiani” in simposio5 min read

Nei giorni 22 e 23 maggio, in quel di Termeno (o Tramin) si è svolto il 9° simposio dedicato al vitigno che  prende il nome da questa  località.

L’Alto Adige è un piccolo territorio e a un primo sguardo superficiale può apparire abbastanza semplice. In realtà al suo interno esistono alcune zone dove nel tempo i vignaioli hanno favorito lo sviluppo di un vitigno anzi che un altro: la Schiava migliore è dalla collina di S. Magdalena, il Merlot di punta viene dalla località tra Terlano e Bolzano chiamata Siebeneich, Il Pinot Nero dal piccolo altipiano di Mazzon vicino a Montagna.

 Per il Gewurztraminer la zona che va da Termeno a Cortaccia è quella più vocata. In questa zona l’esposizione e il suolo sono fattori di qualità insostituibili: l’esposizione a est  – sud/est consente alle vigne di ricevere il primo sole della mattina e rimanere protette dal sole cocente del tardo pomeriggio. Il suolo è composto da strati di detriti sedimentari scivolati giù nel corso di millenni dalle montagne che dominano le vigne, creando un terreno molto friabile e povero che costringe e facilita le radici nella loro ricerca in profondità di alimenti e acqua.

Da queste parti il Gewurtraminer è definito “il vino degli Italiani” perché quasi la totalità della produzione è assorbita dal mercato italiano. E’ un vino apparentemente semplice e di grande impatto che può piacere subito ad un pubblico poco evoluto, ma che fatica a conquistare un attento assaggiatore per le sue caratteristiche principali di alto grado alcolico e profumi stordenti.

Un vino difficile da produrre: richiede grande esposizione solare e caldo, ma anche grande escursione termica per mantenere e sviluppare i suoi intensi profumi e l’acidità. Vuole anche molta perizia e sapienza in cantina perché il suo bilanciamento è fondamentale per nascondere l’alto grado alcolico (dai 14.5° ai 15.5° mediamente). Un vino inoltre difficile da mettere in tavola per le caratteristiche di cui sopra.

Ma quando è buono… allora si rivela un vino di grande appeal, con profumi suadenti e molto coinvolgenti che vanno dalle note classiche di litchi e pera alla rosa appassita e alla frutta tropicale. Inoltre mostra un palato sempre avvolgente e molto morbido che lo rende appagante anche da solo. Certamente non passa inosservato quando se ne assaggia  qualcuno fatto da mani attente e di grande esperienza.

Il Simposio a lui dedicato si è dipanato tra passeggiate nelle vigne, degustazioni e cene: tutte attività tese ad una migliore comprensione del vitigno. Era aperto ad un pubblico di appassionati ma anche alla stampa specializzata.
 Andiamo con ordine.

Le passeggiate tra le vigne: in questo periodo il vigneto intorno a Termeno vale da solo il viaggio e se poi si aggiunge che gli appassionati hanno avuto la possibilità di incontrare quattro produttori diversi nelle quattro tappe della collina la situazione praticamente perfetta. In particolare la sorpresa di trovare Willi Sturz, il blasonato enologo altoatesino della cantina di Termeno, e padre di alcuni tra i più fulgidi esempi di Gewurztraminer degli ultimi 10 anni, è stata grande….immaginate di trovare a bordo vigna in Toscana uno di quei famosi flying winemaker toscani….magari, forse….si fa per dire…

Le degustazioni sono state tre, dirette dall’attento  Andrea Gori e dal produttore Armin Kobler, tutte tese ad approfondire alcuni aspetti del vitigno.

Degustazione1:  4 produttori con 3 annate.

La longevità di questo vino altoatesino non è affatto scontata, è stato molto interessante verificare sul campo questo argomento in collaborazione con gli enologi presenti. Se da giovane è un vino esuberante, quando ha 5 o 6 anni diventa un vino in cui si riconosce ancora tutto il suo carattere ma sia naso che bocca diventano estremamente eleganti e quando poi arriviamo sui 10 anni rimane un vino godibilissimo ma la sua dotazione di aromi cambia sensibilmente, sempre complessa ed elegante ma molto meno limpida per il suo riconoscimento.

 

Degustazione 2: 10 vini da 6 paesi del mondo.

Interessante interpretare gli stili e misurarli con quelli nostrani. Per la cronaca i nostri si sono comportati molto bene,  andando a confrontarsi principalmente con i vini Alsaziani. A contorno erano presenti vini anche da Austria, Germania, Sud Africa, California. A questo proposito con mia meraviglia ho verificato che tra le varie degustazioni tenute in questi anni nessuno ha pensato ad una che cerchi di mettere in luce le caratteristiche dei vari Gewurztraminer, delle 3 macro zone, in cui possiamo enologicamente dividere la provincia di Bolzano.

 

Degustazione 3: 8 vini passiti da 5 paesi del mondo.

Gran finale con una delle più belle vocazioni altoatesine: i vino dolci, siano essi passiti o vendemmie tardive. La zona è davvero dotata di molti esempi di grandissimi vini da meditazione ed  il gewurztraminer  è uno dei vitigni più impiegati. Non è un caso perché la degustazione ha messo in luce le potenzialità che questo vitigno offre a tutte le latitudini. Dunque un ideale vitigno da grandi vini passiti.

Nel complesso un’esperienza positiva che mi ha permesso di confrontarmi in modo diverso con una realtà che vivo e respiro da ormai circa venti anni. Un piccolo rammarico sulla promozione dedicata all’evento, che a mio parere avrebbe potuto avere un’attenzione maggiore da parte sia della stampa specializzata (praticamente assente se non alla cena di gala…ma questa è un’altra storia) che del pubblico di appassionati che avrebbero affollato le degustazioni in modo molto più copioso.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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