Felsina presenta la sua “Materia Prima”2 min read

Fèlsina ha presentato “Materia Prima”: dodici suoli, dodici sangiovese.

Il progetto enologico della cantina di Castelnuovo Berardenga è nato dalla pluriennale ricerca e sperimentazione sul vitigno simbolo del territorio – il sangiovese -,  che diventa interprete dei diversi terreni dell’azienda (molti più dei 12 presentati) e ne valorizza le sfumature.

A detta di Giovanni Poggiali, oggi alla guida dell’Azienda, queste selezioni rappresentano non solo l’innovazione nell’approccio produttivo aziendale, ma anche i primi frutti di un lungo studio (realizzato grazie alla precisa conduzione enologica di Franco Bernabei) che esplicita la ricchezza e la variabilità dei suoli e sottosuoli di Fèlsina, aiutando a comprendere meglio le connessioni tra ambiente di produzione e vite.

Giovanni Poggiali

Ogni vino segue le stesse pratiche di cantina: fermentazione con lievito autoctono, tracciato assieme all’università di Firenze e battezzato come “lievito Felsina”, stesso periodo di macerazione delle uve, fermentazione malolattica in tonneaux da 500 litri e un affinamento in legno di 18 mesi. La scelta della denominazione IGT per le etichette del progetto ha permesso all’azienda di avere la massima
libertà di lavorazione delle uve, consentendo di sperimentare nuove zonazioni potenzialmente adatte alle coltivazioni future.


Per coerenza narrativa la location per la presentazione delle 12 etichette del progetto “Materia Prima” non poteva che essere il ristorante tristellato Casa Perbellini 12 Apostoli di Verona, con un menù curato dallo Chef Giancarlo Perbellini.

Grazie al Sommelier Massimo Castellani, docente Ais e profondo conoscitore del territorio ed al suo al sapiente modo di analizzare le varie etichette, ognuno di questi dodici vini ha raccontato una storia diversa, si sono manifestati effettivamente con caratteristiche organolettiche anche molto diverse, seppur coltivati a pochi km di distanza.  È quindi il terreno, con il suo microclima e le sue caratteristiche morfologiche, a distinguere ogni prodotto, conferendo a ciascun vino un’identità diversa.
Il fil rouge dei dodici Sangiovese di Fèlsina sono i canoni di finezza, bevibilità e longevità, ma nel bicchiere ogni prodotto rivela alcuni tratti distintivi, alcuni esprimono suadenza e agilità, altri nervo e potenza.

I dodici Sangiovese del progetto “Materia Prima”, tutti figli dell’annata 2019, sono: Pozzi, Quadri, Quercione situati a Pagliarese e Casale, Fornace, Malena, Mandorli, Ruzzatoio d’Ombrone, Ruzzatoio.
Lago, Sambra 2019, Santa Maria, Villa del Lago situati a Fèlsina. Al momento questo progetto di studio è utilizzato per testimoniare maggiormente le potenzialità regalate dal territorio per ciò che riguarda le zonazioni, l’auspicio è quello di contribuire a regalare profondità, qualità e ulteriore ricchezza alla denominazione Chianti Classico.

Letizia Simeoni

Beata la consapevole ignoranza enologica. Finchè c’è ti dà la possibilità di approcciarsi alla conoscenza! Prosit.


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