Elisabetta Geppetti: “La piacevolezza è il punto di forza che hanno in comune i Morellino di Scansano.”12 min read

Abbiamo intervistato Elisabetta Geppetti, signora del vino maremmano. La storia recente di questo territorio che l’ha vista in prima fila con i vini de Le Pupille, passato e presente del Morellino di Scansano e naturalmente tanti interessanti spaccati della sua vita sono solo alcuni dei temi trattati.

Winesurf: Come è nato questo tuo colpo di fulmine per mettersi a fare il vino in Maremma e che situazione c’era in quegli anni?

Elisabetta Geppetti: “L’azienda era a Pereta, una classica fattoria toscana dove c’erano animali, alberi da frutto, orto e una piccola vigna che mio suocero, Alfredo Gentili, aveva ereditato dalla famiglia di sua madre. Lui era un industriale farmaceutico e la vigna era un po’ un hobby. Produceva due vini, un bianco e un rosso. Questo accadeva nei primi anni ’70. Nel 1978 nasce la DOC Morellino e lui iscrive la vigna all’albo e così siamo stati tra i primi a produrre Morellino di Scansano DOC. Appassionatissima di campagna e del vino, ho iniziato nei primi anni ’80 a seguirla. Nel frattempo avevo conosciuto Giacomo Tachis. Avevamo la vigna, un capannone con qualche tino di acciaio e qualche barrique e facevamo un solo vino, il Morellino di Scansano Riserva. Il Morellino d’annata l’ho introdotto dopo qualche anno.”

W. “Tachis quindi ti dava una mano.”

E.G. “Certo, con Tachis ho lavorato fino al 1996 e infatti il Saffredi, ,il vino dedicato a mio suocero che ci ha dato la notorietà molto prima del Morellino e ha fatto da apripista per la Maremma in generale, è stato un progetto portato avanti con lui. Vendemmiammo nel 1985 del cabernet sauvignon che era stato innestato su una vigna di sangiovese e a Tachis piacque tantissimo. A quel punto gli proposi di fare un vino e dedicarlo a Alfredo, che era morto proprio quell’anno.”

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Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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