Durello & Friends: e proprio perché siamo amici diciamo che…3 min read

Il 24 e 25  novembre, presso il Palazzo della Gran Guardia a Verona, una trentina di cantine hanno dato vita alla quindicesima edizione di Durello & Friends. Le truppe cammellate di Winesurf (nella mia persona in questo caso)  hanno approfittato per esplorare una denominazione che per tanto tempo ha sofferto la mancanza di protagonisti, ma che negli ultimi anni (grazie anche al successo che le bollicine stanno avendo in modo generalizzato) ha visto entrare sulla scena nuovi attori che contribuiranno ad una maggior visibilità. Però stiamo parlando di…

  • Un disciplinare che non brilla per chiarezza e non facile da comunicare.
  • Una zona, le colline tra Vicenza e Verona che comunque presentano diverse altre denominazioni.
  • Un’uva la Durella.
  • Un vino spumante con due nomi e due metodi di produzione: Lessini Durello Metodo Italiano e Monti Lessini Metodo Classico.

Facile no?… affatto, soprattutto per  chi deve spiegare a un normale consumatore differenze e particolarità senza generare confusione.

Ho così avuto la possibilità di assaggiare  quasi interamente la produzione e parlare con qualche vignaiolo e in generale posso confermare quanto emerso dagli assaggi che abbiamo fatto qualche mese fa come guida .

la Durella come uva è un vitigno che ha indubbiamente un buon potenziale da sfruttare se usata per spumantizzare, i vini che si sono distinti per qualità sono quasi interamente Metodoo Classico e poche punte reggono un confronto fuori dal territorio.

Da questo quadro mi vengono alcuni ragionamenti a voce alta poiché i tempi sono maturi per decidere di arrivare a rivendicare in maniera chiara un’uva, un metodo, un nome e un territorio.

L’uva c’è! Buccia spessa e alta acidità tra le sue caratteristiche,  perfettamente adatta alla spumantizzazione e ha anche la fortuna di essere autoctona.

Il territorio c’è e ha peculiarità da vendere! I Monti Lessini si trovano su un grande areale vulcanico: offrono un suolo calcareo, vulcanico e minerale, e dunque hanno le condizioni pedoclimatiche giuste per produrre bollicine. Inoltre la zona è comunque mondialmente conosciuta per le sue uniche caratteristiche paleontologiche.

Abbiamo anche una storia (piuttosto recente in verità) ! La spumantizzazione di quest’uva col metodo classico nasce da un viaggio che quattro  amici (Arnaldo Villardi agricoltore in Roncà, Gianfranco Tadiello rappresentante di Champagne, Giuseppe Morsiani allora direttore dell’Unione Italiana Vini e Lorenzo Pontalto direttore della Cantina di Soave)  fanno a Reims nel 1962 e assaggiando le basi per lo champagne in una cantina, percepiscono che i tratti organolettici peculiari della Durella hanno similitudini con quei vini.

Dal 1963 al 1968 iniziano un periodo di sperimentazione da cui parte la produzione di metodo classico che dopo pochi anni già mostra qualità, avallata dalla firma su una bottiglia di Lessini Durello spumante da parte di Mario Soldati il quale, in una sua visita nel 1973, rimane colpito dalla qualità di questi spumanti.

Dunque gli ingredienti ci sono quasi tutti per poter iniziare a parlare di zona ad alta vocazione spumantistica, ma cosa manca?

Il parco cantine è giovane anche se negli ultimi anni è aumentato sensibilmente. Occorre dare loro il tempo di affinare le tecniche e la sensibilità produttiva, quel cocktail indispensabile che fa la differenza nella complicatissima arte delle bollicine di qualità.

Manca soprattutto la scelta, difficile e costosa, di abbandonare un metodo (quello Charmat), facile da adottare, veloce nei risultati e che può servire come “entry level” per una cantina, ma che poi oltre a creare confusione sul mercato condanna quella produzione ad un vicolo cieco, al ruolo di ennesimo piccolo produttore in un mercato dove esistono denominazioni gigantesche con cui è impossibile essere concorrenziali.

Lessini Durello panorama

Vedremo dunque in futuro come si evolverà la situazione. Gli ingredienti base ci sono quasi tutti perché la DOC Monti Lessini (finalmente si lascerà il roboante ma poco felice termine Durello) possa intraprendere un percorso che la porti ad essere annoverata tra le zone spumantistiche italiane di alto livello.

 

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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