Dove adesso si possono fare fiere del vino? In Cina naturalmente!1 min read

In questi tempi dettati da lockdown più o meno espliciti, da situazione economiche gravissime che riguardano anche e  il mondo del vino, si assiste a situazioni surreali per quanto successo negli scorsi mesi.

Merano è stata rimandata, le anteprime toscane  slitteranno di tre mesi se va bene, ogni tipo di manifestazione enoica (corsi, degustazioni, fiere, incontri) italiana è sospesa ma per gli appassionati di vino e soprattutto per i produttori italiani c’è un paese dove si possono tranquillamente  organizzare fiere, la Cina.

Avete capito bene: CINA.

Si è chiusa da pochi giorni QWINE EXPO 2020, che si è svolta a Qingtian, nella provincia dello Zhejiang. Erano presenti 70 aziende italiane-

Ma dov’è Qingtian? Google mi dice che si trova a meno di 800 chilometri da Wuhan (praticamente la stessa distanza che c’è tra Milano e Napoli) che si possono percorrere in meno di 10 ore in auto e in un’oretta di aereo.

Ricapitoliamo: a meno di un’ora di aereo dal luogo che ha scatenato una pandemia mondiale da cui non sappiamo quando e come ne usciremo, si fanno fiere del vino, mentre a circa 8000 chilometri di distanza non si può uscire di casa per colpa di quel virus sviluppatosi nella città a un’ora di aereo da dove hanno fatto una fiera del vino. Per carità, è bene che la vita e tutto quanto riguarda la produzione e la vendita vada avanti (sempre in assoluta sicurezza) ma sono comunque leggermente frastornato

Sarò ripetitivo ma non c’è qualcosa di surreale in tutto questo? Posso capire che i cinesi siano stati più bravi di noi, più rispettosi delle distanze di noi, più ligi alle regole di noi, ma continuo a pensare che siamo di fronte almeno ad una situazione paradossale.

Speriamo che con i prossimi vaccini si torni a vivere abbastanza normalmente e  non in un modo capovolto.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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