Delle “malattie e accidenti” che ci possono colpire a Vinitaly, con relative cure4 min read

Sono anni che non vengo in fiera, anche perché la mia età oramai avanzata mi renderebbe ancora più esposto ai molti “malanni” che si possono prendere durante la partecipazione al Vinitaly. Ve ne presento alcuni con i relativi rimedi.

Sindrome da affaticamento repentino mattutino

Si sviluppa durante i primi 40-45  passi all’interno della fiera. Prima di entrare  ti senti pimpante e arzillo, entri con la certezza di visitare ameno 4722 cantine ma già dopo pochi passi ti ritrovi con una sensazione di affaticamento delle gambe e le spalle si incurvano leggermente. Tu fai finta di nulla ma invece di continuare spedito ti fermi a prendere un caffè o a chiacchierare con qualcuno e già qualche migliaio di aziende da visitare va nel dimenticatoio.

La cura: la cosa migliore sarebbe assumere 642 caffè tutti assieme oppure un guidatore di risciò che vi porti a spasso tutto il giorno, attendendovi fuori dagli stand. Capisco che potrebbero esserci problemi di traffico o di parcheggio all’interno dei padiglioni e per questo vi consiglio il KAFFEONE, cioè una bottiglia da due litri di caffè espresso che può essere assunto anche per flebo.

Occhio prensile

Fateci caso: durante il Vinitaly ogni vostro interlocutore cercherà di guardarvi in faccia ma non ci riuscirà, perché il suo occhio devierà in alto o di lato alla ricerca di altri interlocutori: nei casi più gravi un occhio punterà a desta e l’altro, contemporaneamente,  a sinistra. In medicina viene definito “occhio prensile da Vinitaly” e colpisce tutti coloro che cercano, mentre parlano con qualcuno, di incrociare lo sguardo di qualcun altro (non si sa bene chi di solito, ma sicuramente qualcuno con cui dovresti parlare) che potrebbe passare  per i corridoi della fiera.

La cura: è accertato che non esiste cura farmacologica ma per fortuna ci sono dei presidi sanitari appositi che si possono usare: un berretto con la tesa ben calcato sulla testa e  i paraocchi da cavalli. Forse un po’ scomodo ma è dimostrato che funzionano.

Mano morta

Non mi sto riferendo a quello che state pensando voi ma ad un problema piuttosto grave che colpisce le mani di molte persone presenti al Vinitaly. Il Covid, con il distanziamento, ha messo un freno ad una delle principali cause del problema, la stretta di mano, ma la sindrome colpisce anche chi deve stare a versare vino tutto il giorno. Da un punto di vista puramente medico quest’ultima viene definita non “mano morta” ma “polso da pupitre”, per ricordare quel movimento rotatorio che gli amanti dello champagne ben conoscono.

La cura: il consiglio è di usare le due mani a turno ma la cosa migliore sarebbe non versare vino per niente. Qui si va incontro però, per quanto riguarda i titolari di aziende vinicole, ad una sindrome sicuramente ancor più grave, definita con un francesismo “Che cazzo ci sono venuto a fare a Vinitaly”

Abbioccus propter mappazzonis

Questa patologia colpisce gran parte delle persone in fiera in un preciso intervallo di tempo: dalle  13 alle 14.15. Tutti alla mattina si ripromettono di andare a mangiare un piatto caldo seduti ma poi, regolarmente e per i motivi più svariati, devono ripiegare sugli indigeribili oggetti a forma di panino che vengono spacciati nei bar della Fiera. L’ingestione di cotanto oggetto, specie se effettuata in tempi ristretti, porta il malcapitato ad avere il classico abbiocco, rinforzato dal fatto che sicuramente dopo il panino dovrà incontrare la persona più noiosa e pallosa tra gli appuntamenti giornalieri.

La cura

Fermo restando che farsi un pisolino a Vinitaly è impossibile, non esiste cura! Qualcuno ha provato a mandare a fare in culo la persona noiosissima del primo appuntamento pomeridiano e pare sia servito a risvegliarlo, ma non lo consiglio.

Sindrome delle sorellastre di Cenerentola

Questo morbo porta ad un ingrossamento dei piedi mano a mano che passano le ore. Particolarmente colpite sono le donne, che quasi sempre devono sottoporsi, sine  die , alla tortura di una scarpa con il tacco più o meno alto. Se una donna viene colpita (e sicuramente lo sarà!) il consiglio è di non togliersi assolutamente le scarpe per avere un attimo di sollievo perché, proprio come le sorellastre di Cenerentola non riuscivano ad infilarsi la scarpetta di vetro, così loro non riusciranno, causa gonfiaggio del piede come un palloncino, a rimettersi le proprie.

La cura

Pare, ripeto pare, che la migliore cura sia quella di non andare al Vinitaly, specie con scarpe col tacco. Se questo è impossibile  allora il solo rimedio sarà usare scarpe belle larghe da riposo o girare scalze. Del resto se Sandie Shaw cantava senza scarpe una signora può camminare o versare vino allo stesso modo.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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