Chi conosce la differenza, da disciplinare, tra Langhe Nebbiolo e Nebbiolo d’Alba alzi la mano!
Nella nostra “classe” piuttosto allargata non credo si alzeranno molte mani, anche perché questa è una domanda superata dai fatti e dai numeri. Ne abbiamo parlato qui e qui della sovrapposizione reale di queste due denominazioni nonché del fenomeno di “erosione” che entrambe stanno svolgendo nei confronti di Barolo e Barbaresco, visto che si posizionano a prezzi molto più bassi e con qualità indubbiamente alta.

Per questo non torneremo su questi argomenti ma cercheremo di presentare le nostre degustazioni di oltre 120 (90 Langhe Nebbiolo, 30 Nebbiolo d’Alba) vini dal punto di vista delle attese del consumatore e di cosa lui si può aspettare da questi vini.
Dal punto di vista qualitativo troviamo in entrambe le denominazioni qualità piuttosto alta, con circa il 70% dei vini degustati che ottengono almeno 80 punti (e noi, lo ripetiamo, non regaliamo 100/100 come noccioline) e quindi differenze “spannometriche” su questa sponda ve ne sono poche, soprattutto per merito del Nebbiolo d’Alba che negli ultimi anni è veramente cresciuto.
La vera differenza sta nella tipologia che incarnano: Tra i Langhe Nebbiolo possiamo trovare Nebbiolo dell’ultima annata in commercio (leggi 2023) fatti per essere vini giovani, profumati, piacevolissimi e magari con un corpo di discreto livello, mentre tra i Nebbiolo d’Alba, con il disciplinare che obbliga ad almeno 12 mesi di invecchiamento, troverai difficilmente vini giovanissimi e fruttati.

Sia tra i Langhe Nebbiolo che tra i Nebbiolo d’Alba è normale trovare in commercio contemporaneamente varie annate (noi abbiamo degustato per il primi dal 2023 al 2020 e per i secondi dal 2022 fino addirittura al 2018) ma secondo noi il momento giusto per degustare la stragrande maggioranza di questi vini è quasi sempre con 2-3 anni di invecchiamento.
Infatti tra i Langhe Nebbiolo abbiamo Vini Top che partono dal 2023 e arrivano al 2021: sono, come già accennato, vini nati per compiti diversi: quelli delle annate più recenti puntano sul frutto e la piacevolezza, quelli con 2-3 anni (indubbiamente la maggioranza) sulle spalle hanno struttura e corpo da vendere e se vengono da cantine di livello possono anche competere con i “padri” Barolo e Barbaresco. Tra i Nebbiolo d’Alba invece la tipologia è più precisa e punta (quasi) sempre ad un rosso più invecchiato e con caratteristiche di “peso” e tannicità abbastanza importanti. Questo perché alcuni comuni della DOC non hanno la possibilità di produrre Barolo o Barbaresco e quindi il Nebbiolo d’Alba diventa di fatto il loro vino più importante. Detto questo vi consigliamo di pensarci un attimo prima di acquistare vini di queste due denominazioni con 5-6 o più anni di invecchiamento

Dopo i consigli generali veniamo alle nostra degustazioni che ci hanno soddisfatto pur spaziando su varie annate (2023-2022-2021-2020) molto diverse tra loro. Sicuramente il Langhe Nebbiolo è quello che più ci ha convinti, con vini che rappresentano benissimo il nebbiolo e la Langa, mentre i Nebbiolo D’alba hanno diversi campioni che vogliono puntare verso l’importanza senza realmente riuscirci. Sul fronte dei Vini Top ne abbiamo 5 tra i Langhe Nebbiolo e 2 tra i Nebbiolo d’Alba, di questi 7 ben 6 vengono da piccole realtà a conduzione familiare e solo uno da una grande cantina, segno che anche questi vini meno “importanti”, se vogliamo veramente alta qualità. è meglio cercarli tra i piccoli produttori. Inoltre a conferma di quanto detto sul Nebbiolo d’Alba uno dei due Vini Top viene dal Roero che, come scritto pochi giorni fa, è cresciuto moltissimo.
Però ci sia permesso, in chiusura di continuare a segnalare quella che per noi è un’assurdità e cioè due denominazioni quasi gemelle che creano solo confusione nel consumatore, senza che le aziende ne sentano assolutamente il bisogno. Se la Langa è famosa per vini che si vendono anche per la chiarezza con cui si presentano (un territorio, un vitigno, un vino, ) questo intreccio non fa certo bene al mercato.
La foto di copertina è di Arek Socha da Pixabay