Dalmazia, stargate del vino!2 min read

Cinque ore di mare, non quelle passate giornalmente sulle spiagge, ma di navigazione  veloce per approdare in Dalmazia, parte meridionale della Croazia.  Spalato, capoluogo, è una città con un centro storico sorprendente costruito attorno e dentro a quello che fu il palazzo imperiale di Diocleziano. Spalato è una città in cui si arriva e si parte, una porta aperta sull’est con i piedi in Europa, una specie di stargate che permette al viaggiatore di entrare nel mondo delle molte  isole
che costellano l’arcipelago. Spiagge belle (non tutte) che ricordano il Gargano e a volte il Salento delle coste alte, fatte apposta per essere godute con discrezione. Fin qui il turista.
Alla sera in uno dei più noti e frequentati ristoranti di Spalato, il Nostromo, proprio accanto al mercato del pesce, la prima gradevole sorpresa. Apro la pagina dedicata ai vini e non avendo nessun riferimento, se non la certezza di voler bere locale, mi affido al cameriere. Per decifrare l’etichetta ci metto un bel po’ facendomi aiutare da Carlo, il mio cicerone.
Pošip  ( si legge Poscip) Un bianco particolare, certo per chi ha in mente i “soliti” è un vino che spiazza. Ottenuto da un vitigno autoctono dell’isola di Korčula (Corciula), è uno dei tanti  autoctoni  di cui  nei giorni seguenti sentirò parlare.
Ammetto la mia ignoranza: non ne conoscevo neanche uno. Poi dopo essermi documentato scopro che alcuni sono autenticamente autoctoni Bogdanuša, Cetinka, Kraljevina, Vugava  altri invece sono i nomi che localmente danno a varietà più conosciute . Succede così che il Riesling Italico si chiama Graševina (Grascevina), che il Debit è il nostro Pagadebit ovvero Bombino Bianco solo per restare tra i vini bianchi. Sul versante dei rossi molto noto e apprezzato è il Plavac Mali (Plavaz Mali) molto probabilmente un clone del Primitivo e dello Zinfandel,  poi il Babić di Primošten, il Trnjak  per citare solo  i più noti e diffusi.
Non mancano, non c’è bisogno di dirlo, Chardonnay, Sauvignon, Traminer, Pinot Bianco, Malvasia Istriana, Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot, Pinot Nero.
Insomma un paradiso per chi ha voglia di abbandonare percorsi noti e luoghi comuni per avventurarsi in un mondo diverso fatto di sfumature non consuete, in cui conta quello che senti e non quello che dovresti sentire. Sono sicuro ne riparleremo.

 

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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