Da Fronsac ecco lo Chateau Trois Croix in una piccola annata1 min read

Una piccola appellation della Rive Droite di Bordeaux, Fronsac e una piccola annata, la 2017, certo la meno ricercata degli ultimi cinque anni. Questo a causa della gelata di aprile, ma ancor più delle piogge di inizio settembre.

Eppure ti innamori di questo “piccolo” vino, che non ha la potenza muscolare dei merlot delle grandi annate, ma tanta armonia, che lo rende compagno graditissimo a tavola.

E’ lo Château Les Trois Croix, uno dei più antichi della regione (sulla pietra è scolpita la data di fondazione, il 1712), ma la sua reputazione recente risale al 1995 quando fu acquistato dalla famiglia Léon: morto nel 2018, il più famoso Patrick, già  vinificatore di Mouton-Rotschild e Opus One e co-artefice, con Sacha Lichine, della rivoluzione dei rosé inaugurata dal Whispering Angel, ora il timone è nelle mani del  figlio Bernard, anche lui enologo.

Al naso golosi frutti rossi maturi, note pepate e una fine vena minerale a dare complessità a un vino fresco e vellutato sul palato, di grande piacevolezza. Lo bevi e ti viene in mente il cardinale di Richelieu che in questa regione era il padrone.

Venti ettari in maggioranza merlot, un quinto a cabernet franc, distribuiti tra Fronsac, St. Aignan e Saillans, nel punto più alto (87 m.) di uno dei migliori plateau calcarei della Rive Droite: uno strato di 30-60 cm. di argilla a coprire la roccia madre, le vigne, risalenti principalmente agli anni 70-80 , sono state in gran parte rinnovate, conservando un plot più antico del 1940.

Château Les Trois Croix , 1 Les Trois Croix, 33126 Fronsac.

€ 25.00 circa la bottiglia

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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