Concorso Sauvignon Penon: quando si esprime un’idea sbagliata è giusto correggersi2 min read

Una delle cose che vengono rinfacciate spesso ai giornalisti e ai giornali è inerente all’obbligo di rettifica, cioè al rettificare una notizia pubblicata e che si è poi rivelata in parte o del tutto sbagliata.

Di solito le rettifiche vengono fatte in piccolo nelle pagine interne e lette da poche persone.

Noi di Winesurf, crediamo invece  sia giusto pubblicarle con la stessa evidenza.

La rettifica riguarda il Concorso Nazionale sul Sauvignon a Penon, e la possiamo fare grazie alle giuste precisazioni degli  amici altoatesini che hanno organizzato il concorso.

Degustatori concorso

In realtà non si tratta di correggere una notizia ma un’idea che, dati statistici alla mano, si è rivelata poi non fondata.

Nell’articolo sul concorso dicevo che  “ …se si vuole capire anche a che punto è il Sauvignon in Alto Adige forse sarebbe meglio evitare o rendere minima la partecipazione di enologi (di grande bravura!) usciti non solo dalla stessa scuola enologica ma che si ispirano quasi tutti ad alcuni grandi nomi locali, se non ad uno solo. Il problema  è infatti che da concorso sul Sauvignon nazionale, viste le molte presenze di enologie esperti locali, si rischia di passare  ad un concorso che valuta solo  quale  sia, all’interno del modo di fare Sauvignon in Alto Adige, il migliore in quel momento.”

In altre parole pensavo che la parte minoritaria di giuria non composta da altoatesini avesse valutato in maniera diversa i vini, specie quelli fuori regione e che alla fine il risultato fosse una media tra “voti altoatesini” (in grande maggioranza) e voti non altoatesini.

In realtà mi sbagliavo e me lo hanno fatto capire gli organizzatori del concorso che nei giorni scorsi mi hanno inviato una serie di tabelle suddivise per gruppi di degustatori: altoatesini , enologi , giornalisti, esperti” e poi la tabella della classifica finale.

Leggendo queste classifiche  mi sono accorto che più o meno ogni gruppo ha valutato allo stesso modo i vini in concorso e quindi ogni classifica “per gruppo” era, con minimali variazioni, più o meno identica  a quella finale.

Quindi anche se il Concorso fosse stato fatto prendendo in considerazione solo i voti dei non altoatesini il risultato sarebbe stato praticamente lo stesso.

Mi sono sentito così in dovere di rettificare quanto detto, prima di tutto perchè a dire le cose come stanno non si sbaglia mai e poi   per rispetto a chi ha creato una giuria composita che, alla fine, ha valutato con una sintonia praticamente totale.

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


LEGGI ANCHE