Ormai da alcuni anni seguiamo l’evoluzione di questo gruppo di produttori che cresce ogni anno e porta avanti un’idea di vino “talmente antica da risultare moderna”. Infatti il Colfondo era il classico vino che si faceva artigianalmente ovunque in zona, facendo rifermentare in bottiglia il vino fermo da uve glera, prima che nascesse quello che oggi è un vero mastodonte enoico, cioè il prosecco.
Oggi il gruppo dei giovani produttori del Colfondo Agricolo (tutti dentro la FIVI) producono tutti assieme una briciola numerica rispetto ai numeri del Prosecco ma l’impressione è che anno dopo anno si rendano sempre più conto che la loro presenza rappresenta una tangibile alternativa qualitativa ai milioni di bottiglie di Prosecco.

Qui, qui e qui potete trovare molte informazioni sul Colfondo Agricolo ma fondamentalmente si tratta di un vino da uve glera rifermentato in bottiglia, quindi completamente secco e che entra in commercio quasi un anno e mezzo dopo la data della vendemmia. Inoltre la rifermentazione in bottiglia lo caratterizza come “vino frizzante” e non spumante, quindi con una pressione tra 1 e 2.5, rispetto al Prosecco che deve essere per legge, almeno a 3. Già queste tre caratteristiche evidenziano le differenze dal Prosecco DOC e DOCG, differenze non da poco perché ci troviamo di fronte a un vino più elegante, giovanissimo ma più espressivo e, se mi permettete, più digeribile vista la pressione più bassa. Ma è assaggiandoli, specie se si va indietro negli anni, che le diversità vengono ancora più a galla. Ne parleremo diffusamente in un prossimo articolo ma questo è un vino che non solo invecchia molto bene, ma che ha veramente bisogno di almeno due-tre anni per cominciare ad esprimersi.

Proprio per questo motivo vorrei essere chiaro su un punto: quando troverete un Colfondo Agricolo di 2-3-4- anni in una carta dei vini non dovete pensare ad un vino “finito” ma ad un prodotto che è nella sua piena maturità e complessità. Dato che la sboccatura è sempre e comunque un momento traumatico nella vita di un vino con le bollicine un Colfondo di 3-4 anni è un po’ come uno spumante sboccato da 3-4 anni, che quindi ha superato quel trauma ed è nel momento adatto di bevuta.
Per questo degustare adesso i Colfondo Agricolo del 2023 è un po’ come fare l’anteprima di un’annata e per noi “quest’anteprima” è, come tradizione, la prima dell’anno.

Non siamo certo di fronte ad un’annata facile, dopo la caldissima e secca 2022 le cose sono cambiate e, peronospora a parte, la 2023 è stata più fresca, con più “montagne russe” di caldo e piogge durante i mesi estivi e con un periodo ancor più difficile a maggio, nel momento in cui la vegetazione iniziava a muoversi veramente.
Rese non certo altissime hanno completato il quadro generale. I Colfondo Agricolo del 2023 si presentano quasi tutti con aromi che non vanno sul frutto bianco più o meno maturo come nel 2022 ma su note floreali e speziate che gli conferiscono sin da adesso una buona complessità. La cosa che ci ha colpito di più è però la finezza maggiore delle bollicine rispetto alle annate precedenti. Questa caratteristica si sposa ad una freschezza importante e a una sapidità adesso più accennata che in altre vendemmie. Crediamo che questo miglioramento generale della finezza della bolla e delle sensazioni in bocca sia dovuto ad una mano più precisa e esperta in cantina ma anche ad una selezione a monte di uve più adatte a produrre questa tipologia di vino.

Parlando con diversi produttori ho potuto notare che, pur avendo come prodotto principale il Prosecco (DOC o DOCG) c’ sempre meno “timore reverenziale” verso questa tipologia e voglia di proporsi con altri vini, dai fermi agli spumanti con lunghe permanenze sui lieviti. Questa voglia di non fermarsi ad un prodotto che ormai ha un mercato ottimo ma ingessato, anche e soprattutto nei prezzi, porta sempre maggiore attenzione nella produzione del Colfondo Agricolo, che infatti cresce anno dopo anno e punta addirittura (se ne parla sempre più) ad una versione che dovrebbe uscire con almeno cinque anni di bottiglia.
Ma torniamo alla 2023, che potremmo definire annata non facile ma figlia di un momento positivo per questo vino e per questi giovani, che sono cresciuti e mostrano di voler crescere ancora. I risultati degli assaggi rispecchiano questa tendenza con due Vini TOP e una media punti che tante denominazioni blasonate si sognano.