Brunello di Montalcino 2019: ottima annata, ottimi vini ma attenti alle “omologazioni in alto”4 min read

E arriviamo, come sempre buoni ultimi e a nemmeno 15 giorni dal Benvenuto Brunello sull’annata 2020, a parlare del Brunello 2019. E’ indubbiamente strano pensare che noi assaggiamo e parliamo adesso del 2019 quando diversi colleghi esteri hanno già probabilmente degustato e scritto qualcosa sui 2020, ma ognuno deve fare il suo lavoro. Noi assaggiamo e pubblichiamo adesso perché è da adesso che gli appassionati cominciano a bere quest’annata, altri devono dare indicazioni agli importatori e quindi assaggiano prima.

In realtà i nostri punteggi sono un “mix” tra le indicazioni dell’anteprima di un anno fa e gli assaggi ufficiali di questi giorni: siamo certi così di dare indicazioni più precise e nel momento giusto.

Abbazia di Sant’Antimo

Annata 2019

Ma veniamo all’annata: la 2019 è stata subito considerata, a ragione, un’ottima annata. Forse, per Montalcino, non tra le tre migliori di questo secolo ma sicuramente subito ai piedi del podio. La bontà dell’annata ha un comune denominatore, che è la tannicità rotonda e appagante, non accompagnata sempre però da un’adeguata freschezza.

Per quanto riguarda gli aromi l’ottimo uso del legno ormai generalizzato si sposa con note balsamiche e speziate: l’unica nota dolente, in qualche caso, è l’alcol che si fa sentire, specie in alcune selezioni o Brunello da singola vigna.

Somiglianze

La media qualitativa è veramente alta. Un pregio indubitabile che porta però ad un problema già evidenziato tra le Gran Selezioni del Chianti Classico: ci sono sempre più Brunello buoni o molto buoni che però si assomigliano troppo. Del resto se da una parte bisogna contrastare l’alcol, dall’altra cercare di mantenere l’acidità e sul fronte aromi usare dei legni che agli alti livelli qualitativi, specie se usi tostature basse o inesistenti, si assomigliano abbastanza, il rischio di trovarsi con vini simili è in agguato.

Inoltre (discorso già fatto in passato)  se la produzione deve dividersi tra un Brunello, una o due selezioni o vini da singolo vigneto e una o (in pochi casi per fortuna) due riserve, alla fine il Brunello “base” rappresenta sempre meno una determinata zona  e sempre più l’idea che del Brunello di Montalcino hanno molti consumatori, specie all’estero: vino potente, corposo, con una giusta evoluzione al naso e buoni tannini al palato. Se dobbiamo dirla tutta anche diverse selezioni si assomigliano, ma sicuramente in percentuale inferiore rispetto ai “base”.

Da una parte è certamente un bene perché il mercato ama riconoscersi nella sua idea e vederla esaltata nelle ottime annate, ma dall’altra il rischio è di trovarsi a condividere mercati dove tra i fines wines si cercano sempre più quelli ottimi con caratteristiche particolari, con quello “strabismo di Venere” che ti fa riconoscere e prediligere un prodotto.

“Basi” e selezioni

Come detto l’annata 2019 è senza dubbio ottima e questo ha portato a ottimi Brunello “base”, che qualitativamente parlando non sono poi molto distanti sia dai Brunello da vigna singola che dalle selezioni. Forse queste due “super” tipologie rappresentano meglio la diversità del territorio di Montalcino ma secondo noi non giustificano prezzi spesso 3-4 volte superiori. Il nostro consiglio è quindi, a meno che uno non sappia precisamente cosa aspettarsi, di stappare un ottimo 2019 (ce ne sono diversi ancora a prezzi veramente interessanti) e lasciare le selezioni a chi può permettersi cifre in qualche caso da affezione.

Se comunque volete un consiglio andate a dare un’occhiata ai nostri risultati e lì troverete tantissimi ottimi Brunello di Montalcino per ogni tipo di tasca: potrete spaziare tra ben 19 Vini Top , suddivisi quasi equamente tra base e selezioni, nonchè un numero quasi doppio di Brunello che hanno “rischiato” di entrare tra i Vini Top ma che sono comunque buonissimi.

Riserva 2018

Parliamo adesso brevemente delle riserve 2018, solo per dire che nella stragrande maggioranza dei casi era meglio evitare di farle. Solo alcune hanno chiaramente ambizioni e possibilità da grande vino da invecchiamento, ma un buon numero manca di corpo e profondità e spesso ha aromi che non vanno molto aldilà di un uso sgraziato del legno. Visto che in molti casi i prezzi sono veramente molto alti il nostro consiglio è quello di, se proprio vogliamo la scritta “Riserva” sulla bottiglia, aspettare ancora un anno oppure puntare adesso su un buon 2019, visto che di buoni ce ne sono  veramente tanti.

Rosso di Montalcino

Solo per ricordarvi che se vi siete persi sia l’articolo sul Rosso di Montalcino sia i risultati della degustazione potete sempre trovarli qui.

In chiusurta un ringraziamento al Consorzio del Brunello di Montalcino per averci aiutato fattivamente nella raccolta dei campioni (da anni mai così tanti) è doveroso.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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