Rosso di Montalcino 2022: maggiore qualità ma soprattutto tipologia più definita3 min read

Quest’anno iniziamo la nostra carrellata su Montalcino dal Rosso, vino sempre rimasto nell’ombra dell’ingombrante Brunello, padre-padrone della denominazione, ma che da qualche anno sia il consorzio che i produttori stanno cercando di proporre con più forza e convinzione.

Per quanto ci riguarda, pur assaggiandolo ogni anno da quasi venti anni, non lo abbiamo quasi mai visto  brillare di luce propria, perché spesso ancorato all’idea di un Brunello di serie B o all’opposto a quella di  vino molto semplice anche se piacevole. Inoltre la precisione tecnica dei Brunello non si trasmetteva sempre ai Rosso e mettiamoci anche che annate non certo di alto profilo lasciavano questo vino un po’ in balia degli eventi, proponendo o vini troppo leggeri, o troppo alcolici. Insomma, poche annate ci avevano veramente convinto ma poi siamo arrivati alla 2022 e ci siamo accorti, con grande piacere, che le cose sono, speriamo definitivamente, cambiate.

Montalcino

Ci sono sempre diversità importanti: abbiamo quelli leggeri, quelli friendly ma con corpo e bei profumi e quelli che puntano non ad un brunello ma ad un rosso dinamico e potente, da bere dopo 3-4 anni. Quest’ultimi in passato incarnavano  una via di mezzo tra il rosso e il brunello, ma nel 2022 c’è un’importante diversità rispetto anche al recente passato: quelli più potenti non brunelleggiano, nel senso che non puntano a note mature al naso e in bocca ma ad una dinamicità generale che sposa la potenza in un abbraccio giovanile.

Tutto questo in un’annata non certo facile, calda e secca, ma ben gestita. I campioni squilibrati in alcol sono pochi, così come quelli poveri; mediamente abbiamo trovato tannicità vive ma dinamiche e profumi piuttosto freschi e netti. Un quadro veramente positivo con vini che possono tranquillamente reggere la scena accanto ai migliori rossi giovani d’Italia. Inoltre a infiorettare il quadro abbiamo trovato anche alcuni Rosso di Mntalcino 2021 e addirittura 2020 da incorniciare.

A proposito di cornice, otto Vini Top su quasi 70 campioni degustati è per noi un vero record, e inoltre più del 70% dei vini degustati ha ottenuto più di 80 punti (lo ripetiamo ogni volta: in un mondo che spara voti come petardi per noi 80 punti non sono pochi!).

In definitiva i Rosso di Montalcino 2022 parlano chiaramente di un cambio di marcia e, anche con metodologie e progetti diversi, si presentano come vini che interpretano bene un ruolo sempre più distaccato da quello del Brunello e proprio per questo più chiaro e definito.

A questo punto vorreste sapere del Brunello 2019 e della Riserva 2018: tranquilli, tra due-tre giorni pubblicheremo un quadro completo corredato da quasi 150 degustazioni.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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