Ed eccoci arrivati a parlare del Barolo 2021, cioè di un’annata definita da tutti di altissimo profilo. Anche per noi lo è stata anche se non era partita certo nel migliore dei modi, con una gelata il 7/8 aprile che aveva fatto dei danni ma certo non quelli che si poteva pensare in prima battuta. Altre caratteristiche dell’annata sono state le scarse precipitazioni (inferiori alla grande vendemmia 2019 di almeno il 40%) e il caldo nei mesi estivi, importante ma senza i picchi del 2020 o del 2015.
Un dato importante dell’annata è rappresentato dal peso medio dell’acino, attorno a 1.8 grammi, più basso di un 20 % rispetto al 2020, quindi con un miglior rapporto, buccia-polpa ma senza arrivare a livelli di disidrazione e surmaturazione. Quindi un’annata indubbiamente calda, con poche piogge e senza le alcolicità molto alte del 2020: potremmo definirla “equilibrata verso l’alto” anche grazie ad una maturazione fenolica abbastanza in linea con quella alcolica.
Insomma una bella annata e sicuramente i Barolo 2021 la rispecchiano, soprattutto per equilibrio e piacevolezza generale.

Vorremmo però far notare alcuni punti importanti
Nonostante l’annata sia stata calda e secca non si trovano più quelle tannicità “acerbe” che erano quasi un timbro di fabbrica del Barolo. Senza voler sminuire la potenza del vino, oramai da qualche anno in questo territorio (come in altri di grande importanza come Barbaresco o nella zona del Brunello) troviamo vini con tannicità anche importanti ma più morbide e sempre meglio integrate. Indubbiamente i mezzi messi in campo per contrastare il cambiamento climatico hanno portato a Barolo meno estremi anche se le condizioni climatiche sono state più estreme e sarebbe interessante fare un confronto tra i Barolo 2003, 2015 e 2021 per vedere come i produttori si sono adattati a situazioni climatiche molto particolari.
Personalmente sono convinto di una cosa e cioè che questo cambiamento climatico ha fatto capire che non esiste una vigna “buona per tutte le stagioni”: i grandi cru (ora MGA) come Brunate, Cannubi e via cantando non arrivano a grandi altezze, perché 30-40 anni fa oltre i 400 metri il nebbiolo maturava male, mentre oggi le vigne sopra ai 400 metri sono forse quelle più ambite. Che poi in tante MGA i vini vengano buoni lo stesso è un dato di fatto ma la differenze oggi non è solo e soltanto data dalle caratteristiche del terreno, dal nome più o meno risonante del Cru, ma anche dall’altezza a cui questo si trova.

Inoltre in annate come quelle che si sono succedute nell’ultimo decennio basarsi sull’uva di una singola MGA molto spesso porta a grandi unicità ma non sempre a qualità finale più alta.
Ne è una chiara dimostrazione la 2021, annata buona/ottima a livello generale e quindi anche i Barolo “base” quelli che nascono da blend se ne sono avvantaggiati moltissimo. Cerco di spiegarmi meglio: se uno produce una determinata MGA, che sul mercato spunta un prezzo più alto rispetto al base cercherà di produrne il maggior numero di bottiglie e quindi il Barolo base nasce da uve provenienti da vari cru ma non certo dalle migliori uve, quelle vanno per la MGA. In annate come la 2021 si è visto che la storia del Barolo, nato come vino assemblato da vari vigneti non era certo una favola, perché molto spesso i barolo base sono risultati più profumati, complessi, eleganti delle selezioni aziendali. Del resto, secondo noi, a parità di uve, poter scegliere tra varie caratteristiche analitiche porta logicamente a vini più equilibrati. Non per niente il miglior Barolo 2021 è un base e tra i quattro vini che hanno spuntato i due migliori punteggi (ovviamente ex aequo) ben tre sono Barolo “base”. Da questo nasce un consiglio per i nostri lettori: per quanto riguarda la 2021 quasi sempre è meglio comprare il barolo “Base”: spenderete meno e avrete in molti casi un vino migliore, forse meno “unico” ma migliore.
Visto che abbiamo parlato di Barolo migliore veniamo ai Vini Top: sono ben 15 ma la cosa che testimonia la bontà dell’annata è che quasi il 78% dei vini degustati ha raggiunto e/o superato la soglia degli 80 punti (lo ripetiamo sempre, per noi non è un punteggio basso perché non spariamo punteggi come petardi alla festa del patrono). Questo dato è ancora più importante perché non abbiamo degustato 10 o 20 venti ma quasi 200 e quindi è la dimostrazione che il Barolo 2021 è “a tappeto” un vino di grande valore.
Il valore è dato principalmente da una tannicità elegante, ben sostenuta da un’acidità precisa e mai invasiva e da un alcol che poche volte punge e disturba. Tutto questo porta appunto a vini che colpiscono più per equilibrio che per potenza, che hanno le carte in regola per maturare bene almeno 15-18 anni da adesso ma che già ora mostrano una buona prontezza.
Proprio due righe sui prezzi, indubbiamente non bassi ma se quelli dei “base” sono in linea con il mercato quelli di diverse MGA sono, almeno per noi, prezzi da pura affezione.
