Bardolino 2017: buona annata ma basta considerarlo solo vino d’annata2 min read

Tra pochi giorni a Verona (29-30 settembre)  il Consorzio del Bardolino presenterà le tre sottozone, La Rocca, Montebaldo e Sommacampagna, approvate dal nuovo disciplinare di produzione. In realtà queste tre sottozone erano conosciute fin dall’Ottocento, periodo in cui il Bardolino non era certo considerato un “vinellino”.

Nel recente passato invece, per motivi indubbiamente seri e validi, l’immagine del Bardolino è diventata quella di un prodotto molto-troppo semplice  su cui non soffermarsi più di tanto.  Anche noi fino a pochi anni fa vedevamo questo vino, figlio delle stesse uve dell’Amarone , nel migliore dei casi come “un rosso che si può bere” basta che sia giovanissimo.

In testa avevamo l’immagine del vino da autogrill, del prodotto di basso profilo a prezzo bassissimo, di una bottiglia “con la scadenza”, da bersi alla svelta. OGGI LA SITUAZIONE E’ MOLTO CAMBIATA!

Oggi il Bardolino è un rosso che può essere bevuto giovane ma  può  tranquillamente invecchiare per qualche anno: naturalmente sto parlando di una fetta dei produttori,  non di tutti. Questo cambiamento è avvenuto in un arco di tempo abbastanza breve, ma sta coinvolgendo sempre più viticoltori convinti che conviene farne meno ma farlo meglio e così poter puntare ad un Bardolino con buone o ottime possibilità di invecchiamento.

Volete un esempio? Non ci era mai successo nei nostri assaggi, in cui di norma vengono presentati solo Bardolino dell’ultima annata, di avere ben un 20% di bottiglie di annate precedenti. Tra l’altro alcune di queste bottiglie hanno raggiunto punteggi di assoluto rilievo e comunque sono vini adesso giovani e pronti per andare avanti nel tempo.

Attenzione, a Bardolino non si sta cadendo nell’errore fatto da molte parti, dove come vino di punta si propone un “vinone” concentrato (magari male) e con tanto legno:  si è semplicemente capito che principalmente  la corvina ha una duttilità di utilizzo che  una viticoltura più attenta non può non sfruttare. Eccoci così a parlare di Bardolino con le grandi caratteristiche aromatiche classiche a cui si aggiungono una freschezza ed una complessità da grande vino, il tutto senza snaturare il prodotto.

Ma per chi volesse rimanere ancorato al bardolino d’Annata la 2017 gli darà sicuramente modo di trovare ottimi vini, molto pronti e godibili.

La 2017 è stata un’annata molto calda, dove il frutto è espresso in maniera ampia ma non surmatura: chi conosce il vino ritroverà le classiche gamme di frutta di bosco e di pepe, spesso con espressioni di alto profilo. In bocca non ci possiamo aspettare l’acidità del 2014, ma sicuramente la freschezza è quasi sempre presente, accanto alla classica rotondità  e ad un tannino mai invadente.

Vi consigliamo di berli nell’arco di due-tre anni, ma con tutta la tranquillità che si merita un vino che comunque può andare avanti nel tempo per almeno 6-7 anni: visti i prezzi veramente bassi si può “provare per credere”.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


DEGUSTAZIONI CORRELATE


LEGGI ANCHE