Assivip: forza ragazzi!!!!4 min read

Per incominciare mi autoplagio, riportando  buona parte di un mio vecchio articolo dal titolo “Come gettare il bambino con l’acqua sporca”.


"Metti che un gruppo di aziende  si uniscano in Associazione per la promozione dei loro vini e del territorio. Metti che quest’associazione faccia talmente bene il suo lavoro da divenire  punto di riferimento per la stampa italiana ed estera che vuole conoscere quella zona enologica. Metti che quest’associazione permetta anche a chi non è socio(!!!!) di portare i propri vini ai giornalisti in visita e che quindi diventi di fatto il vero ed unico referente in zona. Metti che organizzi da sempre centrate promozioni in tutta Italia e che riesca nell’impresa di riuscire a far funzionare anche
un’ Enoteca Regionale, enti che di solito  stanno in perenne e costosa rianimazione.
Cosa fareste di un’associazione così? Ma è ovvio:deve essere chiusa!!!
Adesso usciamo dal  vago e diamo nomi e cognomi.
L’associazione è L’Assivip, al secolo Associazione Interprovinciale Produttori Vini Pregiati, con sede a Moie di Maiolati Spontini, vicino ad Jesi. Venne creata agli inizi degli anni novanta e da allora ha fatto da babbo e da mamma soprattutto al Verdicchio (Jesi e Matelica) ed al Rosso Conero, ma anche ai vini del maceratese ed alla Vernaccia di Serrapetrona… Se non credete a me domandate in giro. Non voglio dire che siano tutte rose e fiori in Assivip: come in ogni casa che si rispetti ci sono litigi tra coniugi, ma il suo lavoro di promozione lo ha sempre svolto bene.
Oggi la Regione Marche, volendo creare un nuovo grande ente per la promozione del vino marchigiano, pensa molto seriamente (eufemismo!!) di tagliare i fondi all’Assivip per dirottarli su questa nuova struttura. Questo renderebbe di fatto inutile l’associazione, portando al suo scioglimento. Ma il nuovo ente da chi sarebbe  formato e gestito??? Voglio pensare da gente esperta del settore, che conosce il vino, le problematiche del settore, i modi più o meno validi di promuoverlo. Persone che conoscono la stampa specializzata e non, abituate a muoversi in questo mondo come pesci nell’acqua. E se così non fosse? Se nascesse l’ennesimo carrozzone dove vari politici di turno riempiono le poltrone e fanno riempire le poltroncine ai loro adepti? A rimetterci sarebbero non solo le grosse aziende marchigiane di livello(che dovrebbero organizzarsi singolarmente la loro promozione) ma soprattutto le piccole che si ritroverebbero senza punti di riferimento.  In definitiva a rimetterci sarebbe il vino marchigiano ed è per questo che spero si rifletta a fondo su cosa fare “di” e “in” Assivip nel prossimo futuro. Il rischio è quello classico di gettare il bambino con l’acqua sporca……

 

  
Questo lo scrivevo quasi quattro anni fa e da allora sono successe diverse cose: la Regione Marche ha continuato ad erogare(anche se in quantità minore)  i finanziamenti ad Assivip che, da parte sua, è rimasta in piedi ma ha dovuto trasformarsi in cooperativa. Nel frattempo la Regione Marche ha anche creato l’Istituto Marchigiano di Tutela (IMT); ente che, dopo l’avvento di Valore Italia per i controlli sulle DOC, potrà dedicarsi solo alla promozione.

Oggi siamo però ad una svolta: a breve,  dato che la promozione istituzionale del vino potrà essere fatta solo da soggetti pubblici, Assivip dovrà chiudere i battenti. Dopo la chiusura non sappiamo ancora cosa accadrà: si spera che tutto il suo patrimonio di conoscenze confluisca nell’IMT e quindi si possa continuare praticamente come prima. Però ci sono molti però, non ultimo la mancanza di fondi pubblici per poter gestire il tutto, a cui doveva rimediare un bando che continua a slittare in avanti. Nel frattempo, nonostante sia moribonda, Assivip continua a lavorare, continuando a gestire bene (tra l’altro)  l’Enoteca Regionale di Jesi.

Noi speriamo che tutto vada a finire bene e  che quel patrimonio di conoscenze ed esperienza  di cui parlavamo 4 anni fa, oggi ancora più ampio ed importante, trovi il modo per entrare dalla porta principale in IMT e continuare a lavorare per il bene del vino marchigiano. In caso contrario potremmo anche dissotterrare l’ascia di guerra……

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE