Anteprima Vernaccia di San Gimignano 2021: grande organizzazione ma quando i vini sono appena imbottigliati…2 min read

In tempi di Covid calante (almeno si spera) l’organizzazione delle Anteprime Toscane 2021 è sicuramente crescente. L’ennesima dimostrazione l’abbiamo avuta stamani a San Gimignano, con un dispiegamento di forze degno di un numero di giornalisti dieci volte superiore. Gazebo per tamponi  fatti da irreprensibile personale, colazione all’aperto con dovizia di pasticcini e all’interno uno spiegamento di sommelier  che non ha mostrato la minima falla o incertezza:  e poi c’erano i vini, in particolare le Vernaccia di San Gimignano 2020.

Maggio è il mese dedicato alla Madonna, il mese delle rose nonché  il periodo in cui vanno in amore gli asini: è il mese di tante cose, sacre e profane,  ma certamente non è quello in cui presentare una nuova annata, appena imbottigliata, di  Vernaccia di San Gimignano.

Questo anche se, cercando di saltare i muridi solforosa che ci separavano, ho sentito diversi vini di buona polpa e pienezza, alcuni addirittura aldilà delle più rosee (siamo a maggio…) previsioni.

Quindi più che una presentazione della nuova annata si tratterà di una breve ricerca rabdomantica della Vernaccia di San Gimignano2020, quasi sempre sepolta sotto uno strato di solforosa che ne rendeva molto difficile la lettura.

Mi posso comunque sbilanciare dicendo che al palato la vendemmia 2020 si distingue per due caratteristiche: la sapidità e il buon corpo rotondo. La sapidità è un tratto comune mentre “la ciocciottellità” è presente in un buon numero di campioni ma non in tutti.

Provando ad avventurarmi su un terreno più scivoloso mi sento di dire che la 2020 è un po’ un’annata “al contrario”, nel senso che mi hanno convinto di più i vini di cantine che non erano mai state “al top” rispetto a quelli di aziende  riconosciute e famose. E questa “rivoluzione” si basa proprio su questi due parametri, con alcuni vini che portano a spasso con grande eleganza  il loro corpo “curvy” all’interno di un abito di solare sapidità.

Ma tra poco più di mese torneremo al Consorzio per i nostri assaggi annuali e allora vi sapremo dire qualcosa di più.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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