Anteprima Brunello 2009: dopo tutto……4 min read

Come sempre il Benvenuto Brunello chiude la settimana delle anteprime toscane e come sempre noi  ci siamo seduti nel bellissimo chiostro del Museo Diocesano per assaggiare (serviti e riveriti da uno stuolo di bravissimi sommeliers) e commentare la nuova annata in commercio, il 2009. Gli appassionati di Rosso di Montalcino e Brunello Riserva possono tranquillamente evitare di leggere queste righe, perché tradizionalmente questo articolo  prende in esame solo il vino top della denominazione. 

 

Prima di parlare del vino vediamo come è andata l’annata grazie….a Winesurf naturalmente. Infatti una delle rubriche che oramai è diventata indispensabile per chi vuole rinfrescarsi la memoria è “Che tempo fa” che dal 2007 ha riportato sul web gli andamenti climatici e colturali delle ultime sette vendemmie. Potrete trovare qui tutti gli articoli relativi all’annata 2009, altrimenti accontentatevi di questa sintesi.

 

 Inverno molto piovoso che si e protratto sino a tutto aprile, con un maggio invece caldo e secco in netta controtendenza. Giugno, pur con alcune logiche diversità, ha avuto un inizio piovoso per poi virare decisamente al caldo-secco. L’andamento fenologico al centro era più o meno in linea con l’annata precedente ma il 2009 ha portato con se notevoli problemi soprattutto di oidio, con alcuni attacchi di peronospora. Quest’ultima si è manifestata anche in luglio, pur essendo stato un mese in buona parte  secco e caldo, con blocchi di maturazione soprattutto verso la metà del mese. Agosto è stato caldissimo e problemi di blocchi di maturazione e stress idrico si sono manifestati in molte zone. La vendemmia è stata abbastanza anticipata (come nel 2008) e comunque  anche la prima metà di settembre è stata molto calda. In definitiva una vendemmia non certo memorabile, con molte variabili dovute a siccità, oidio e peronospora, che hanno inciso sul risultato finale. Anche le quattro stelle che il consorzio Brunello ha come sempre munificamente elargito fotografano in realtà una vendemmia sulla sufficienza o poco più.

 

 

Dopo essersi dilungati in questa presentazione passiamo ai vini: non ci aspettavamo quindi grandi cose, magari un qualcosa in meglio rispetto al 2008 e alla fine, tra alti e bassi questo è stato il risultato finale.

 

 

Se dio vuole oramai la stragrande maggioranza dei vini ha colorazioni classiche per il sangiovese, con un rubino che tende all’aranciato (pure troppo!) in diversi casi. Dal punto di vista aromatico i vini sono sembrati già abbastanza pronti con note di buona finezza  verso il floreale ed il balsamico . Per fortuna i legni sono sempre meglio dosati, con una bella predominanza di botti grandi che hanno in molti caso accentuato intelligentemente i profumi del sangiovese. Quindi per quanto riguarda occhio e naso l’annata 2009 è sicuramente di buon livello ma purtroppo il problema arriva in bocca, dove generalmente mancano ciccia, profondità e importante presenza tannica: eleganza va bene ma spesso la rotondità nascondeva mancanza di struttura, almeno per un Brunello.

 Se la vogliamo vedere in positivo  si potrebbe dire che così il Brunello 2009 si differenzia notevolmente  dall’eterno concorrente Barolo per una maggiore finezza espressiva ed una carenza di presenza tannica.

 

Rispetto al Brunello 2008 invece mi sembra di essere di fronte ad una vendemmia leggermente superiore per profondità e complessità aromatica, con strutture di bocca che nella comunque generale carenza di struttura, trovo più distese e armoniche. Dal punto di vista delle possibilità di invecchiamento le giudico superiori al 2008 e anche al 2007 (mi voglio rovinare!) soprattutto per  l’equilibrio generale delle varie componenti. 

 

Insomma una vendemmia non certo di alto livello ma ben  interpretata, dove i produttori sono riusciti a lavorare in maniera oculata e coraggiosa, senza cercare di “ingrossarla” con vinificazioni spinte ma assecondandola nella ricerca di un buon equilibrio generale.   Portando il tutto in numeri il 2009 può meritare 6 per potenza e concentrazione, 7.5  per complessità aromatica, 7 per eleganza e 7.5 per possibilità di invecchiamento. Questi voti andranno comunque ripresi in mano a settembre, quando torneremo a Montalcino per i nostri tradizionali assaggi.

 

N.B. in chiusura di articolo mi arriva la notizia che all’annata 2013 sono state conferite quattro stelle. Per quello che può servire…

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE