Al ritorno dalla campagna, ovvero com’è andato il Tour in Langa di Winesurf3 min read

Nei tre giorni di Tour Winesurf in Langa tra Barbaresco e Barolo continuava a girarmi in testa La canzone della terra di Battisti, che inizia con le parole “Al ritorno dalla campagna”. Eppure la canzone  parla di tutt’altro ma ha dentro di sé un ritmo, un’anima vibrante, un modo di vivere a fondo la campagna che ho ritrovato in ogni produttore langarolo che da venerdì 1 a domenica 3 novembre ci ha aperto le porte di casa.

Rizzi: Jole Dellapiana ci parla della sua cantina.

Il bello è che tutti i produttori incontrati hanno approcci diversi al vino, alla vigna (molti però puntano ormai al biologico e al biodinamico), alla vinificazione, ma in tutti ho percepito quell’inscindibile attaccamento alla natura, un profondo e ritmico rapporto con la terra che i tamburi della canzone di Battisti per me rappresentano.

Luca Pasquero Elia spiega a dei disattenti (solo in quel momento!) visitatori la sua cantina

Senza voler passare da presuntuoso credo che quel ritmo profondo l’abbiano percepito anche i partecipanti al nostro viaggio e forse è stato questo che gli ha permesso di reggere ritmi più adatti a impegnativi tour giornalistici che a un rilassante fine settimana in Langa.

Tanto per farvi capire ecco uno scheletrico sunto.

Osteria dell’Unione: tajarin al tartufo.

Arrivo in Langa venerdì alle 14 e visita da Rizzi a Treiso, seguita da quella a Paitin a Neive e dalla cena con i vini di Paitin e di Giuseppe Cortese all’Osteria dell’Unione. Sabato mattina alle 9 tutti dai Produttori del Barbaresco per  poi trasferirsi nel mondo Barolo con una visita da Cavallotto, un pranzo alla Locanda del Centro a Castiglion Falletto con i vini di Mauro Sebaste.

Dopo pranzo veloce visita da Mauro Sebaste e poi tutti da Comm. Burlotto a Verduno fino all’ora di cena, consumata al vicinissimo Bercau con i vini di Negretti.


Ezio Negretti versa i suoi vini durante la cena Dai Bercau

Domenica visita da Poderi Colla e pranzo finale al Risorgimento a Treiso, con i vini di Colla e con qualche “bottigliuccia” portata da me

Alcuni vini degustati all’Osteria dell’Unione

Ci voleva del fegato (in ogni senso) per sobbarcarsi un tour del genere, ma tutti sono stati felici e hanno fatto felici i produttori ponendo domande a raffica, volendo sapere, capire, imparare e soprattutto degustare grandi vini.

Produttori del Barbaresco. Tutti attenti alla degustazione

Anche la terra stessa ha capito la bellezza del momento, evitando quasi miracolosamente di far cadere la pioggia che invece attorno stava facendo danni e sconquassi.

Cavallotto degustazione

Devo ammettere che il vecchio bacucco che è in me, allenato a mille incontri con produttori, alcune volte ha anche rischiato di commuoversi per un ospitalità che andava molto oltre i limiti della formale cortesia, superando il semplice ma fondamentale rapporto di amicizia e sfociando addirittura in vere e proprie dimostrazioni di stima e affetto.

Da Mauro Sebaste

E’ stato un fine settimana che non scorderò, anche per la qualità dei pranzi e delle cene, e credo non scorderanno  i 22 partecipanti (e qualcuno abbiamo dovuto lasciarlo a casa). Non la scorderanno certamente Claudia e Fabrizio di Proviaggi, che si sono letteralmente fatti in dodici per cercare (e riuscire) di rendere il tutto indimenticabile. A loro va il mio grazie.

Fabio Alessandria di Comm.Burlotto ci parla dei suoi vini

“Ritorneremo!” lo disse molti anni fa un generale americano in un contesto completamente diverso e lo dico adesso io, aggiungendo che visto il successo Winesurf proporrà anche altri viaggi in altre località enoiche: altri incontri con la terra, la vigna e le persone che la vivono ogni giorno.

Federica e Tino Colla ci accolgono a Poderi Colla.

Vi faremo sapere!

 

Foto di copertina di Lapo Baglini, fotografo professionita nonchè uno dei partecipanti al tour

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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