La DOCG all’Aglianico del Vulture.2 min read

Pochi giorni fa ho avuto l’onore ed il piacere di far parte delle commissione ministeriale composta da 5 enologi e 5 esperti che ha valutato, per l’attribuzione  della DOCG,  il livello qualitativo dell’Aglianico del Vulture.
Nella sessione di degustazione  in cui sono stati giudicati 18 campioni (precedentemente prelevati dalle cantine  dopo sorteggio) il livello dei vini è apparso molto elevato. Tutti i campioni hanno raggiunto punteggi che andavano ben oltre gli 80/100 richiesti, attestandosi nella media generale ad un ottimo 86,4/100. Un risultato di grande rilievo, che ha chiuso questa importante fase e  ha spianato la strada al definitivo riconoscimento dell’ Aglianico del Vulture Superiore DOCG.

A proposito di DOCG: quest’anno non c’è stato  consorzio  che non abbia perlomeno avuto intenzione, prima che  l’OCM dispieghi i suoi effetti, di proporre una DOCG per i propri vini. La selezione non è stata  facile  e solo in pochi sinora sono riusciti a spuntarla. Un traguardo meritatissimo quindi  per uno dei vini simbolo del sud, che va ad aggiungersi alle DOCG della Campania, che guarda caso proprio  nel Taurasi (sempre Aglianico) ha tra i vini rossi la sua punta di diamante . E’ stato un risultato tutt’altro che scontato, raggiunto dopo un laboriosissimo lavoro di cucitura tra i produttori ad opera del Consorzio. Un’operazione che ha portato via tempo e fatica, ma ha dimostrato come è possibile creare unità e consenso attorno a progetti concreti di valorizzazione territoriale.

Il fattore “G”. così come recentemente è stato chiamato da  Luca Sartori, (presidente del Consorzio di Tutela dei Vini di Valpolicella)  in occasione dell’attribuzione della DOCG all’Amarone può essere, in questo momento di non facile congiuntura, una leva in più per affrontare un mercato sempre più difficile. Nessun  paragone ovviamente  con gli Amarone, che godono di fama e prezzo sul mercato nazionale ed internazionale. Per l’Aglianico del Vulture la strada è tutta in salita, ma il prezzo oltre alla qualità può segnare un punto decisivo per un rilancio definitivo di questa denominazione.

Quello che avverrà sta solo nelle mani dei produttori e del loro consorzio, che dovrà coniugare controllo attento della qualità ad azioni di promozione territoriali, attingendo  soprattutto ai fondi comunitari disponibili. Nessuno dei produttori può pensare di farcela da solo, non ci sono le disponibilità finanziarie e non ci sono i numeri di bottiglie capaci di reggere singolarmente un mercato sempre più globale.
In attesa che anche la Puglia porti a termine l’approvazione delle due DOCG (Primitivo dolce naturale e Nero di Troia Castel del Monte), non ci resta che augurarci che la qualità dell’Aglianico del Vulture continui a migliorare, mostrando  sempre più una corrispondenza ed una riconoscibilità territoriale, unici elementi che possono garantire un successo che vada oltre le mode.

 

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


ARGOMENTI PRINCIPALI



LEGGI ANCHE