Approfondita intervista a Sergio Germano, nuovo presidente del Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani: siamo partiti dai temi purtroppo all’ordine del giorno sul caporalato per poi spaziare su molti altri aspetti dei vini di Langa.
Winesurf. “Per prima cosa congratulazioni per la tua elezione a presidente del Consorzio Barolo, Barbaresco, Alba, Langhe e Dogliani. Ma dopo un piccolo produttore di solito non tocca fare il presidente al responsabile di una grossa cantina? Cosa è successo? Pagliuzza più corta?”
Sergio Germano “Non è successo niente, ero l’unico candidato e quindi l’unica pagliuzza era la mia.”
W. “Veniamo subito al dunque. Il filmati dei bracciati che lavorano nelle vigne di Langa picchiati e sfruttati da caporali senza scrupoli hanno fatto il giro del mondo. Il consorzio del Barolo ne ha parlato in CDA o ha intenzione di farlo?”
S.G. “Ne abbiamo parlato in CDA e faremo un comunicato e una conferenza stampa dove ribadiremo due cose, relative a progetti già partiti lo scorso anno. Uno è l’Accademia della vigna, dove si cerca di sistemare gli immigrati che vogliono avvicinarsi al lavoro in vigna facendogli dei corsi sia teorici che pratici, per poter così creare dei lavoratori, naturalmente assistiti, dandogli anche una sistemazione abitativa decorosa. Ci sono aziende del territorio del Barolo e del Barbaresco che hanno messo a disposizione degli immobili per dare un tetto a queste persone. Ci sono già aziende che hanno assunto qualcuna di queste persone. La seconda cosa è che il consorzio, assieme alla prefettura di Cuneo, è capofila di un progetto di sensibilizzazione e di attenzione, al fine non succedano più le cose che purtroppo sono successe. Stiamo cercando appunto di sensibilizzare le aziende a porre attenzione alle persone con cui si mettono in contatto per realizzare i lavori in vigna. Ci sono cooperative e agenzie di servizi strutturate e a posto sotto tutti i punti di vista a cui potersi rivolgere, specie nel periodo estivo e in quello della vendemmia, quando la richiesta è maggiore.”

W. “Pensi sia possibile che un consorzio di tutela possa, in qualche modo, chiedere delle garanzie e certificazioni a chi organizza queste squadre di operai agricoli?”
S.G. “Il consorzio, essendo di tutela, deve tutelare le denominazioni. Entrare nel campo di come, singolarmente, le aziende operano, è un di più che però fa parte del nostro punto di vista. In primo luogo noi cerchiamo di dire ai soci di fare attenzione e di verificare che le condizioni di lavoro siano quelle giuste. Questo lo devono fare anche le associazioni di categoria. Quello che è successo, per legge, vede l’azienda responsabile, ma vorrei dire che nel caso del filmato questo è accaduto l’anno scorso in vendemmia non ce ne sono stati altri. Il fatto che si dica che Barolo e Barbaresco, zone così ricche, siano ciniche è sbagliato e offende le zone, che sono sane e non hanno un caporalato esteso. Però è successo questo episodio e bisogna fare in modo che non ne succedano altri. Un’altra nostra proposta sarà quella di creare una scrittura privata dove le aziende dichiarano di avere dei lavoratori inquadrati e eticamente gestiti, naturalmente condividendo la cosa con le cooperative e le società di servizi.”
W. “Alla fini fine la Langa è piccola, ma tu ne avevi sentito parlare o ne sei rimasto completamente sorpreso? C’erano voci?”
S.G. “Ora se guardi sui social sembra che tutti sapessero ma io e tanti come me non sapevano niente. Torno a ripetere che Il consorzio è attivo e il progetto suddetto, che assieme alla prefettura e ne fanno parte 40 comuni ne è la dimostrazione. Noi vogliamo denunciare questi fatti e nello stesso tempo comunicare in maniera ampia e forte ai soci di fare attenzione.”
W. A proposito di fare attenzione Le squadre di lavoratori sono un’opportunità o un male necessario?
S.G. “Ma… un male è una cosa brutta da dire: sono una necessità perché c’è l’esigenza di avere manodopera stagionale per tutte le operazioni sul verde e per la vendemmia. Del resto è una cosa sempre esistita: in passato venivano qui da altre parti d’Italia, adesso da altri paesi. Personalmente e anche molti colleghi hanno uno-due operai che arrivano da varie parti del mondo: gli diamo casa , gli facciamo un contratto regolare e sono ben sistemati. Poi subentra il fatto dell’attività criminosa che sfrutta il bisogno momentaneo di manodopera di qualcuno.”

W. “Quindi credi che un codice di autoregolamentazione possa servire a diminuire molto o a bloccare questi fatti criminosi?”
S.G. “Direi di sì. Voglio ribadire che si parla di un caso e di eventi che si contano sulle dita di una mano. Dire che tutta la zona è marcia è sbagliato e offensivo perché non è vero. Tu devi sapere sempre chi viene a lavorare a casa tua, ma ribadisco che la zona è piena di gente seria e non credo si tratti di risparmiare sui costi. Noi abbiamo anche, insieme a confcooperative, una white list di aziende certificate e stimoliamo l’ingresso nel gruppo del maggior numero possibile di soggetti. Bisogna comunque tendersi la mano e lavorare assieme per evitare che certe cose ricapitino. Non voglio credere che ci sia una responsabilità di cantine per pagare meno dei lavoratori, magari c’era fretta di fare dei lavori e non hanno controllato, ma non voglio prendere le difese o tantomeno denunciare qualcuno. Ribadisco che se c’è una mela marcia non vuol dire che nel cesto siano tutte marce”
W. “Secondo te il territorio delle Langhe sta meglio o peggio di 8/10 anni fa?”
S.G. “Secondo me il territorio delle Langhe sta bene, è cresciuto con tante piccole aziende che continuano a fiorire. Credo che in Langa si stia facendo un bel lavoro, spero ci sia sempre più coesione.”
W. “E il barolo sta meglio o peggio di 8-10 anni fa.”
S.G. “Vedendo gli imbottigliamenti siamo ancora in positivo, siamo ancora sopra ai livelli di imbottigliamento del pre-covid.”
W. “Cambiamo un attimo argomento, come sta andando l’annata viticola?”
S.G. “L’annata viticola ti sta mettendo alla prova. Il vantaggio è che è piovuto, ci sono state tante piogge in primavera e ce n’era bisogno. Anche se c’è stato da correre per entrare nel campo a trattare al momento giusto, mi sembra stia andando bene.”

W.”Uno dei problemi dei molti trattamenti è il compattamento del terrreno. La butto lì, ma il Consorzio non potrebbe investire per lo studio di un drone per effettuare i trattamenti?”
S.G. “Questa è una proprio delle cose che contiamo di fare e ci stiamo attrezzando . Non solo si risolverebbe il problema del compattamento ma anche i rischi che ci sono per gli operatori entrando in vigna col terreno bagnato. Inoltre si potrebbe essere molto più tempestivi.”
W. “Quali pensi potranno essere le reali innovazioni in vigna, in Langa ma non solo, nei prossimi 10 anni?”
S.G. “L’automazione sarà sempre più importante perché c’è sempre meno manodopera altamente specializzata disponibile. Un operatore di macchina oramai non è nemmeno “merce preziosa” perché in realtà non esiste. Avere la possibilità di avere macchine autonome, senza operatore a bordo, potrebbe essere uno sviluppo logico.”
W.”Se tutti i produttori di Langa ti volessero regalare una vigna…”
S.G. “E’ meglio che lo facciano subito perché a fine mandato potrebbe essere più difficile.” (ride)
W.” Allora mettiamo te la regalino subito: tu ne sceglieresti una a 200, 300, 400 o 500 metri di altezza?”
S.G. “Non vorrei fare dichiarazione che potrebbero favorire o sfavorire qualcuno. Diciamo che vivo a Serralunga e sono abituato a vigneti a 400 metri, mettiamola così.”
W. “Si può dire che sei un quattrocentista. Veniamo al Langhe Nebbiolo, non hai paura che diventi un killer del Barolo e del Barbaresco visto il suo grande successo?”
S.G. “Diciamo che è una bella alternativa, è un vino propedeutico per avvicinare dei neofiti dei nostri vini al Barolo e al Barbaresco.”

W. “MGA, ne toglierete qualcuna perché mai rivendicata?”
S.G. “Il consorzio non credo abbia interesse a toglierle. Se una zona non è stata rivendicata in passato non è detto non lo sarà in futuro, quindi non fa certo danni se non lo si usa.”
W. “Le MGA in Langa sono state positive, sia per i prezzi e per una comprensione migliore del territorio. Da molte parte ci stanno pensando e/o le stanno facendo. Dal punto di vista di chi lo ha già fatto che consigli daresti “in corso d’opera” per evitare errori o per ottenere risultati migliori?”
S.G. “Credo che serva chiarezza e aderenza alla realtà, deve essere una fotografia reale del territorio: se si seguono queste basi non si può sbagliare.”
W. Una domanda che facemmo anche a Ascheri: il Barolo storicamente è nato come vino di assemblaggio di varie zone, non credi che puntare molto sulla singola vigna possa andare a scapito della qualità finale del prodotto? Cioè, unicità alla fine e viste le annate, non va contro, almeno in parte, a qualità?”
S.G. “Credo di no, ma ovviamente è il produttore che deve essere in grado di dirlo e di decidere.”