Il ventenne Nizza nella Nuvola5 min read

Il 21 novembre a Torino, nella Nuvola Lavazza, una location senza alcun dubbio spettacolare e moderna, si è tenuto l’ultimo evento in calendario per festeggiare i venti anni di attività dell’Associazione Produttori del Nizza, fondata nel 2002.

Dopo un seminario di approfondimento tenuta da Mauro Carosso, Presidente di AIS Piemonte e di Stefano Chiarlo, Presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, la parola è passata al bicchiere con 3 ore buone di walk around tasting (ora si dice così…)

Ben  58 Produttori associati e 82 Nizza Docg in degustazione e oltre 500 persone presenti alla degustazione. Affollata? Si… molto! Forse lo spazio temporale in cui si potevano fare gli assaggi era un po’ breve (dalle 16.30-20) in condizioni non semplici (sala con illuminazione scarsa ed un caldo incredibile)…ma sono riuscito in qualche modo a ritagliare degli spazi di confronto con i produttori.

Ma prima di passare agli assaggi (circa 70) un piccolo rewind sul Nizza.

Con la vendemmia 2000 venne riconosciuta Nizza come sottozona della Barbera d’Asti DOC Superiore e con la vendemmia 2008 venne riconosciuta la DOCG. Nel 2014 nasce NIZZA DOCG e contestualmente la menzione Riserva e Vigna.

Il disciplinare richiede un minimo di 18 mesi di cui 6 mesi in legno mentre Riserva e Vigna richiedono un minimo di 30 mesi di cui 12 mesi in legno.

La permanenza in legno, al di là di altre considerazioni, è stato un po’ il leit motiv della degustazione. Infatti molti Nizza potrebbero tranquillamente cadere nella menzione Riserva o ‘Ultra Riserva’,  con maturazioni del doppio o quasi in legno (vaniglia, cocco, e note dolci balsamiche spesso presenti appiattendo un po’ olfatto e gusto) ed uscite tardive anche a 40 mesi. In realtà non si può parlare di nuova annata in commercio in quanto si  è assaggiato annate dalla 2017 alla 2020.

Ma quello che conta è come il dosaggio del legno viene utilizzato e aggiungo anche quale, vista la grande predilezione di usare ancora molti contenitori nuovi che spesso snaturano la vera identità non solo territoriale ma anche la vera essenza della Barbera.

Rese (solo 7 t/ha per il Nizza e 6,3 t/ha per la Riserva e vigna) forse troppo basse per la Barbera, notoriamente altamente produttiva, e un andamento climatico in continua evoluzione con susseguirsi di annate/estati calde/torride ed inverni/primavere senza neve e piogge implicano spesso prodotti con alcolicità esagerate (anche 17%), che vanno contro un mercato che richiede vini leggeri, giusto o sbagliato che sia.

Quattro le zone geologiche distinte in una mappatura del Masnaghetti MGA, quest’ultima apparentemente ancora poco usata (ma sono MGA o CRU?, mettiamoci l’anima in pace e decidiamo come proporli al pubblico/consumatore ed al mondo).

Il problema che ora si deve porre Nizza non è l’individuazione di singole parcelle ma dare una ‘classicità/riconoscibilità’ ai propri vini. Molti gli stili e le interpretazioni della Barbera da Nizza. Nuove aziende alle prime annate, nuovi investimenti e enologi non delle zone significa che c’è grande fermento.

In ogni caso la zona centrale (marne sabbiose,  argille e sabbie)  è quella più piantata ed è anche  quella che dona forse più consistenza negli assaggi. La zona di Agliano Terme e Castelnuovo Calcea è stata in generale quella più apprezzata in generale, con vini immediati di frutto molto ricco, nitido e acidità ben calibrata.

A mio parere una rivisitazione del disciplinare potrebbe aiutare cercando anche di capire cosa succede in altre denominazioni del mondo. Faccio un esempio nella zona di Toro, in Spagna, in vini che riportano la DO non posso avere più del 15% e sono autorizzate esposizioni più a Nord. Oppure rivedere la densità di impianto e consentire rese più alte, nonché grandezza e/o età dei legni onde evitare eccessive dolcezze alla “Rioja vecchio stile”.

Sono solo idee con l’intento di alleggerire un po’ i vini e dargli maggiore bevilibiltà.

I miei migliori assaggi

Nizza Viti Vecchie Gianni Doglia 2019. A mio modesto parere il miglior assaggio della giornata. Fine ed elegante, alcool e acidità molto ben integrata con il frutto nitido e fresco di marasca con finale agrumato (chinotto), leggere note boisé molto ben calibrate.

Nizza Margherita Cascina Garatina 2017. Gianluca ed il suo hashtag #meteomorino fa parlare e anche i suoi vini lo fanno. Solo tappo a vite e attenzione maniacale in vigna. Un vino concentrato ma che bilancia perfettamente frutto (ciliegia e prugna). Leggere note balsamiche vegetali e freschezza (tanta beva) con un finale agrumato.

Nizza ‘Vigna DaCapo’ Dacapo – Cà Ed Balos 2016. Da Capo stupisce e porta una mini verticale di Nizza 2018-17-16 tutte veramente di caratura e consistenza superiore alla media. Vino equilibrato con tannino, a differenza di altri, abbastanza presente, non monotematico sul frutto ma arricchito da spunti speziati, grafitici ed agrumati.

Nizza Riserva Olim Bauda 2019: non si smentisce mai…grande concentrazione, tanta purezza nel frutto, note agrumate e ottima freschezza a bilanciare l’alcol.

Davide Buongiorno
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