Il termine anfora deriva da una parola greca che vuol dire “si può portare da entrambe le parti”. Quelle moderne non dovrebbero chiamarsi così perché sono spesso molto grandi e difficili da smuovere. Quelle che Mario Mazzitelli, enologo vulcanico in terra vulcanica, ha interrato nella cantina di Lunarossa proprio non si possono smuovere.
Gli unici movimenti li fanno l’uva (prima) e il vino (dopo) al loro interno. Chi mi conosce sa come drizzi il pelo quando mi parlano di anfore, però trovo sempre più eccezioni a questa regola. Una è il Quartara, vino da sempre fatto parte in anfora e parte in legno che Mario produce oramai da più di dieci anni.
Non è un orange wine, non è un vino naturale, non è un vino fatto per moda: è “solo” un vino buono, anzi buonissimo. Fiano in purezza, questo 2012 degustato assieme ai suoi fratelli di annate successive mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta. Corposo, fresco, potente, armonico, sapido e con un naso estremamente giovane e complesso. Veramente un gran vino. Bravo Mario!