Sardegna, una terra da amare che non è solo mare5 min read

A me, come forse accade a molti, appena pensavo alla Sardegna veniva in mente il mare. Certo, mi direte, è un isola, a cosa la vuoi associare? Vero, ma troppo spesso dimentichiamo che ogni isola di dimensioni considerevoli ha un suo entroterra, con la sua storia e le sue tradizioni che spesso hanno poco a che fare con il mare che la circonda.

Per di più essendo stata in Sardegna sempre per lavoro e sempre via mare, l’ultima immagine che potevo associare a quest’isola era il pastore,  il porceddu (o porcheddu a seconda della zona)  e il vino rosso.
La prima volta che sono arrivata su quest’isola è stato quando lavoravo per una società che produceva strumentazioni elettroniche di bordo e poi ci sono tornata diverse volte quando ero imbarcata come marinaio, rafforzando in me l’equazione:
sardegna = mare + pesce + (vermentino + vernaccia).

Infatti  un altro luogo comune, stavolta  enologico, è che la Sardegna sia solo Vermentino e Vernaccia, invece, e questo ormai parecchi anni fa, frequentando il corso per sommelier, ho scoperto con piacere per il mio palato,  il Cannonau, il Carignano, il Monica…
Vi chiederete dove voglio andare a parare… ebbene in questo giorno tiepido di primavera vi voglio raccontare di quando a dicembre sono stata a Nuoro per un fine settimana, invitata dalla Camera di Commercio locale a partecipare ad un press tour in occasione del BINU, un concorso teso a valorizzare i vini (anche rossi!) di qualità dell’interno.


Durante il fine settimana ci sono state degustazioni guidate, visite in cantina, escursioni alla scoperta del territorio e delle sue tradizioni.
Quello che mi piace di questi  press tour è proprio il poter conoscere il territorio sotto i vari aspetti e non solo per curiosità mia, ma proprio perché conoscendo la zona, la sua storia, il suo clima, la sua cultura capisci meglio anche la sua enogastronomia in generale e in particolare  la produzione del vino. Non per niente si parla di terroir, territorio appunto.

In questi tre giorni abbiamo assistito alla premiazione dei vini che hanno partecipato al concorso enologico nazionale B.NU & B. Wine, giunto alla sua 7^ edizione, degustato i vini premiati presenti in banchetti all’EXME’, spazio espositivo ricavato dall’ex mercato generale, partecipato a degustazioni guidate con abbinamento di cibo, ma abbiamo anche  visitato la casa di Grazia Deledda e il Museo del Costume a Nuoro, la grotta di Ispinigoli  con le sue stalattiti e stalagmiti e la tomba dei giganti a Dorgali.

Abbiamo anche  ammirato i murales di Orgosolo e visitato un artigiano che ancora produce a mano  le tipiche calzature a suola liscia per i pastori ma anche, e  su misura, calzature moderne di ogni tipo. Ad Oliena abbiamo visitato un’anziana ricamatrice di scialli e le sue allieve , persone che definire ricamatrici è riduttivo poiché i risultati sono delle vere opere d’arte.


Sempre ad Oliena ci ha accolto in una vecchia casa-museo un olivicoltore della cooperativa nata nel 2016 dall’evoluzione della prima esperienza cooperativistica della metà del ‘900 e che oggi riunisce 150 piccoli produttori.
Le due cultivar utilizzate dalla cooperativa sono la nera di Oliena, una varietà autoctona del territorio, e la bosana, presente soprattutto nel centro-nord Sardegna.

Dalla spremitura a freddo nascono due oli ( l’olio extravergine di oliva a marchio  ILIO’) nera di Oliena  e bosana in purezza.  il nera di Oliena, ha un aspetto denso e velato, di colore verde con riflessi giallo oro, con aroma fruttato, erbaceo e note di erbe aromatiche, leggermente piccante, con una lievissima nota amara al gusto ma non invasiva per quanto persistente. il bosana, dall’aspetto velato e denso di colore verde con riflessi giallo oro, con aroma più erbaceo e ammandorlato, che si ritrova in bocca con note più persistenti di amaro e piccante con retrogusto erbaceo, di mallo di mandorla, di carciofo e di pomodoro, persistente con finale armonico e gradevole.

Ho descritto  i due olii degustati, mi spiace non poter descrivere le sensazioni altrettanto piacevoli che ho provato  nel cogliere, nelle parole e nello sguardo dell’olivicoltore della cooperativa, l’orgoglio di rappresentare la propria terra e i suoi prodotti e quello che ho provato quando ha detto: “vorrei che tutti conoscessero il nostro territorio e quello che produciamo, così i giovani non sarebbero più costretti ad andare a cercare lavoro altrove, ma potrebbero restare qua e portare avanti la nostra tradizione, che è terra di vocazione agricola da sempre con oliveti secolari

Per quanto riguarda i vini, tutti quelli degustati in questa tre giorni, nei ristoranti, all’ EXME’,   nelle cantine che abbiamo visitato,  premiati o no, sono stati assolutamente degni di nota, ma non potendo citarli tutti, al solito cito quelli che più mi hanno lasciato il segno.

Sicuramente i vini che abbiamo assaggiato durante la visita nella cantina Dorgali insieme al loro enologo Carlo Mazzuoli: dalle bollicine rosate al cannonau passando per il vermentino, tutti di una piacevolezza ed eleganza  notevoli. Tra quelli degustati all’ EXME’  il Lollore della cantina Bingiateris, un Mandrolisai DOC (Bovale, Cannonau, Monica ed altre biodiversità viticole locali) con note di frutti di bosco, caldo e avvolgente, giustamente tannico, di buon corpo ma di facile beva, persistente;

Mi viene in mente  il Vermentino di Gallura Superiore D.O.C.G. Karenzia, dalle vigne storiche del Giogantinu,  giallo paglierino carico, è un vino con profumi  intensi  di frutti  maturi, con note addirittura di fico, che spiccano su sentori tipici di macchia mediterranea, con qualche nota di miele e frutta secca.

infine una Vernaccia di Oristano Riserva del 2001 di Silvio Carta che, ispirata dai sentori di fiori, miele, frutta secca, note tostate di caffè, tabacco, erbe aromatiche di macchia mediterranea e note salmastre,  mi sono divertita ad immaginare in abbinamento con formaggi e addirittura accompagnata ad un crostino toscano, o semplicemente bevuta in ottima compagnia.

Sono tornata  “in continente” con una certezza, un dubbio ed una speranza: la certezza è che la Sardegna è una terra affascinante, il dubbio è che sia davvero parte dell’Italia… così meravigliosamente vicina e lontana, uguale e diversa, la speranza è di tornarci presto.

Tiziana Baldassarri

Ho due grandi passioni: il mare ed il vino. La prima mi fa vivere, la seconda gioire. Dopo il diploma di aspirante al comando di navi mercantili ho lavorato nella nautica sia in terra che in mare per poi approdare a scuola, dove sono assistente tecnico mentre dopo il diploma di sommelier ho partecipato attivamente alla vita di FISAR  facendo servizi, curandone i corsi come direttore e ricoprendo cariche istituzionali.

Ma la sublimazione assoluta della passione enologica è arrivata con l’arruolamento nell’esercito di winesurf dove degusto divertendomi  e mi diverto degustando, condividendo sia con gli altri “surfisti” sia con coloro che ci seguono, le onde emozionali del piacere sensoriale.


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