Vernaccia 2008: i miglioramenti del dirimpettaio.3 min read

In linea d’aria la sede del Consorzio della Vernaccia di San Gimignano disterà 7-8 chilometri dagli uffici di Winesurf , così da porre questa storica denominazione praticamente nel ruolo di nostra “dirimpettaia”. Si sa che tra dirimpettai è difficile avere segreti e magari c’è anche la solita voglia di fare le pulci al vicino. In effetti non siamo mai stati molto teneri con questo vino, unica DOCG in bianco della Toscana. Ma anche per la più acida delle comari giunge il momento di rivedere le proprie idee e così vogliamo aprire quest’articolo con un segnale positivo: mediamente, con la vendemmia 2008, la qualità della Vernaccia di San Gimignano è salita!

Il miglioramento è un po’ in tutte le tipologie ma i maggiori passi avanti sono stati fatti dai “modelli base”, che sicuramente  ne avevano il maggior bisogno. Questo ci fa molto piacere perché vuol dire che il lavoro di ringiovanimento del parco vigneto sta dando i suoi frutti. San Gimignano aveva (ed in parte ha ancora) vigneti  con forme di allevamento dove, oltre privilegiare la quantità, si tendeva a raggruppare i grappoli in poco spazio, con susseguenti problemi sanitari, di maturazione, etc. Molto probabilmente il lavoro che sta svolgendo da alcuni anni il consorzio di tutela, accanto all’immagine qualitativa di alcuni produttori, ha smosso le acque e dato qualche risultato.

Dicevamo che questi risultati si sono visti in particolare nei vini meno importanti, mentre le cosiddette “Selezioni” (tipologia che non esiste nel disciplinare) pagano un po’ la voglia di strafare dei produttori. In molti casi infatti più che davanti a vini concentrati siamo di fronte a vini “schiacciati”. Le componenti aromatiche (che nella Vernaccia non sono eccelse) latitano ed in bocca manca quella profondità e complessità che dovrebbe differenziare dai vini più semplici. Per fortuna i legni vengono usati poco e con parsimonia, altrimenti la situazione sarebbe ancora peggiore. Speriamo che questo “schiacciamento” sia dovuto all’estrema giovinezza dei vini e magari un anno di bottiglia possa fare miracoli. In effetti, assaggiando da diversi anni Vernacce con diversi anni sulle spalle, la speranza che il tempo possa “allungare” e rendere complessi questi vini è un qualcosa di reale. Quasi lo stesso discorso può essere fatto per le Riserve, dove però l’elemento legno non è più marginale ma, in alcuni casi, predominante.

Veniamo ai dati: le due 4 Stelle sono venute fuori tra i vini base (e questo ci sembra avvalori i nostri discorsi) che hanno avuto anche il 53% di vini con almeno 3 Stelle. La percentuale dei tristellati scende  al 48% per le selezioni ed addirittura al 36% per le Riserve.  Altri commenti ci sembrano inutili.

Sul tema dei “vitigni migliorativi” non abbiamo trovato (a parte due tre casi eclatanti) tanta voglia di chardoneizzare o sauvignoneggiare la Vernaccia. Questo ci fa piacere perché alcuni anni fa il rischio era ben presente ed avrebbe portato in poco tempo alla completa perdita di identità. Anche qui non possiamo non segnalare che il Consorzio si è mosso con giudizio, sotto traccia, ma con buoni risultati.

In definitiva quest’anno non si può parlare male del nostro dirimpettaio e, se lo diciamo noi di Winesurf che amiamo tagliare i capelli alle pulci, ci potete credere.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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