Pignoletto e Albana: riparliamone…2 min read

Il nostro primo approccio ufficiale con l’Emilia Romagna ci ha visto alle prese con Albana e Pignoletto. Prima di parlare dei  vini  sono doverosi i ringraziamenti all’Enoteca Regionale di Dozza, che ci ha messo a disposizione la sede per la degustazione ed il personale per  il servizio. La cosa ci è piaciuta così tanto che….ne approfitteremo ancora.

 Giovanni Solaroli ed il sottoscritto si sono così messi di buzzo buono ad assaggiare una decina di Pignoletto ed una quindicina  di Albana di Romagna (nonche una nutrita serie di Sangiovese di Romagna, ma di questi parleremo più avanti).

Il termine “buzzo buono” non è stato scelto a caso perché già dopo pochi campioni la voglia era scesa quasi sotto i livelli di guardia. La colpa purtroppo era dei vini in assaggio che, pur essendo corretti e quasi tutti ben fatti, mostravano spesso una certa “pochezza” sia aromatica sia gustativa che travalicava anche le caratteristiche non certo da “vinone” dei due vitigni.

Erano anni che non mi approcciavo più a queste uve e, specie per il Pignoletto, mi erano rimaste memorie positive: l’assaggio non me le ha confermate. Una cosa è la leggerezza aromatica un’altra è la quasi piattezza che spesso si manifestava nel bicchiere. Quasi stessa cosa per l’Albana, dove abbiamo comunque trovato qualche campione piacevole e beverino.

Sicuramente non ha giocato a favore dei due vitigni la vendemmia 2009 e quindi siamo pronti a ridare una chance il prossimo anno, magari con un panorama maggiore di etichette per poter avere una visione globale del prodotto. Se dovessimo dare un primo ed un secondo posto tra queste due uve metteremmo senza dubbio l’Albana davanti al Pignoletto. Pur infatti non innalzando peana di giubilo l’Albana ci è sembrato un vino più sentito dai produttori, su cui puntare anche in futuro. Il Pignoletto invece ci ha dato una sensazione di vitigno remissivo in stasi tecnica. Speriamo che la nostra sensazione sia sbagliata ma non raggiungere mai (se non con un 2006 molto particolare) le tre stelle non può essere salutato come un fattore positivo.

L’Albana di Romagna ha mostrato invece 4 o 5 vini di sicura piacevolezza e di interessante freschezza, accompagnati da altri comunque piacevoli e sicuramente da bere in una calda serata romagnola.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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