Franciacorta Pas Dosé: categoria top per i millesimati, ma…2 min read

Iniziamo la nostra serie di articoli sulla Franciacorta con quella che oramai è per noi (e non solo) la tipologia regina dal punto di vista qualitativo, quella con cui sempre più produttori si cimentano quando pensano ad un grande Franciacorta, quella in cui si trovano la stragrande maggioranza dei franciacorta di altissimo livello: stiamo parlando dei pas dosé.

 

Cominciamo con qualche numero : 56 vini assaggiati, 16 senza annata e 36 millesimati. Quindi quasi il 70% appartiene a quest’ultima semi-categoria e questo ci porta a constatare che i produttori preferiscano fare meno pas dosé “base” e invece puntare a mettere sul mercato un millesimato di alto livello.

 

L’aumento del numero  dei pas dosé nasce anche dalla semplice constatazione che i vigneti franciacortini stanno mediamente arrivando ad età giuste per poter produrre grandi vini “nature”, quindi senza quei grammi di zucchero che spesso aiutano.

 

Aiutano così tanto che i sempre meno pas dosé senza annata ci sono sembrati leggermente inferiori a quelli degustati lo scorso anno. Da un punto di vista meramente statistico (che con pochi vini non conta molto…ma crediamo serva come indicazione) solo il 37.5% dei campioni ( 6 su 16) degustati hanno raggiunto  almeno  le 3 stelle. Tanto per farvi capire, tra i millesimati questa cifra sale al 63%, con 23 vini che sono andati da 3 stelle in su.

 

“In su” vuol dire fino a 4 stelle e solo la nostra proverbiale tirchieria non ci fatto “sdoganare” qualche 4.5 stelle.

 

Tirchieria a parte in alcuni casi il punteggio non si è alzato perché ci sembravano “pas dosé ma non troppo”. In altre parole un discreto numero di (buoni) Franciacorta pas dosé avevano una dolcezza forse eccessiva per la categoria. Naturalmente non stiamo parlando di vini che superano la soglia legale dei 3 g/l ma solo di una diminuzione generalizzata di austerità, per magari presentarsi sul mercato con prodotti importanti ma di approccio più facile.

 

Ma comunque, dolcezze o non dolcezze, i pas dosè ci hanno proprio soddisfatto, perché riescono ad unire grandi complessità aromatiche a corpi e strutture veramente di alto livello, il tutto spesso con  acidità molto  importanti ma ben imbrigliate. Per non parlare della finezza delle bollicine al palato, che oramai non ha niente da imparare dai signori francesi.

 

I consigli per gli acquisti sono quindi facili e puntano a preferire (guardando però con attenzione al prezzo! ) i millesimati.

 

Per quanto riguarda i punteggi vino per vino, se avete fretta andate qui, dove troverete i migliori Pas Dosè,  quelli che hanno ottenuto almeno 3.5 stelle ( in tutto sono 8 vini), mentre se volete sapere tutto su  tutti i vini degustati cliccate sul link a fondo pagina. 

 

Domani parleremo di Brut, ben 109 vini assaggiati…

 

 

 

Hanno partecipato agli assaggi: Maddalena Mazzeschi, Tiziana Baldassarri, Giovanni Solaroli e Carlo Macchi.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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