Wineup Marsala: sospesi tra cibi e vini4 min read

Il titolo di questo articolo è una parafrasi di quello del  primo articolo di due anni fa che feci su questo evento,  di cui consiglio la lettura di compendio a quanto ho scritto.

Torno a Marsala un giovedì pomeriggio dopo due anni ma sembra di non essere andati via. Suoni, profumi e le persone  ti riportano in quello stato di grazia in cui ti eri immerso due anni prima. Chissà se quel numero zero è cresciuto,  chissà se Massimo Picciotto (deus ex machina di Wineup) è riuscito a dare ordine a tutto quell’entusiasmo che lo ha fatto sopravvivere al primo evento.

Dopo una trasferta sull’Etna per Wineup Nr. 2 a cui non ho potuto partecipare, si torna a Marsala: la location è  un bel resort poco fuori il centro città, Villa Favorita, una struttura capace di contenere eventi importanti e numerosi.

Solo dopo qualche ora realizzo che in quel posto ero già stato: nel 1999, in ottobre, proprio qua si tenne il primo evento italiano dedicato ai vini passiti di tutto il mediterraneo: Vinoro. Un bellissimo evento di cui ancora oggi serbo gelosi ricordi. Su tutti il viaggio in auto che feci, guidando, dall’aeroporto di Palermo a Villa Favorita, insieme a Luigi Veronelli che mi chiese di accompagnarlo con la sua compagna di vita Christiane.

Appena il tempo di incontrare Massimo che entro subito nella lavatrice Wineup, da cui uscirò la domenica pomeriggio. Questa volta sembra tutto più “in grande stile” e un po’ più organizzato. Ma la macchina rimane complessa: Wineup è un concorso enologico (Venere Callipigia), una competizione tra i migliori cuochi dell’isola (La Medusa) e da questa edizione un concorso di bere mixato.

E non solo: visite in cantina e degustazioni, una tavola rotonda, numerosi seminari di cucina hanno accompagnato le quattro giornate dell’evento. Una selezione di altissima qualità di eccellenze artigianali isolane e un cuore artistico che ha sempre pulsato lungo il dipanare degli eventi, dalla musica dal vivo fino agli spettacoli dei pupi siciliani, passando per cori, costruttori di tamburi mondialmente conosciuti, costruttori di scacciapensieri e fabbri di armi antiche.

Quest’anima artistica-artigianale merita un cenno a parte: nomi a me prima sconosciti quali Tommaso Provenzano (decoratore e rappresentante della regione per il progetto cinese “La Via della Seta”), Fabrizio Fazio (magico tamburaio proposto quale patrimonio immateriale all’UNESCO), Vincenzo Mancuso (maestro puparo secondo solo alla mitica famiglia Cuticchio), Carmelo Giuè (costruttore di marranzani per professionisti) ed Ettore Belfiore (Liutaio). Tutti presenti a far conoscere la loro arte e le loro opere.

Difficile raccontare un evento così complesso, che vuole arrivare al cuore dell’ospite, nel tentativo di spiegare l’essenza della sicilianità, dalla sua celebrata ospitalità all’enorme potenziale qualitativo per tutto ciò che sia legato ai prodotti della terra e del mare.

In sottofondo all’evento, in ogni sua piega, un elemento è stato volutamente promosso e sottolineato: il vino Marsala, di cui parlerò qui ma anche in un articolo a lui dedicato.

Cercherò di dividere in piccole sezioni le attività che maggiormente mi hanno visto coinvolto e interessato.

Il Concorso Culinario la Medusa 2019

In tre serate sono stati giudicati  trentasei piatti, un concorso che ha visto la presenza di decine di cuochi siciliani arrivati per l’occasione anche da molto lontano. Coordinatore responsabile del Concorso è stato Paolo Austero, un ambasciatore della cucina siciliana nel mondo, nonché braccio destro di Picciotto. Divertente è stato anche il coinvolgimento del pubblico (circa 200 persone ogni sera) che assaggiava esattamente gli stessi piatti della giuria e si divertiva a giudicare. Da qui anche la difficoltà dei cuochi nel preparare un piatto che in pochi minuti potesse essere disponibile in almeno 200 porzioni!!!

Pur non essendo in giuria ho avuto modo di osservare e gustare una Sicilia in movimento, felice di sperimentare percorsi nuovi ma appassionatamente aggrappata alle proprie radici.

Il 3° Concorso Enologico Venere Calipigia

Coordinato da Luigi Salvo, ha visto coinvolte tre commissioni giudicatrici composte da enologi siciliani e giornalisti di settore. Oltre un centinaio i campioni, suddivisi per categorie, che sono stati esaminati in batterie anonime.

Di seguito le sei Gran Medaglie d’oro: Cantine Vinci Zibibbo Passito 2018; Terre di Gratia Perricone 170 2018; Colomba Bianca Resilience Grillo 2018; Casa di Grazia Laetitya Frappato 2018; Curatolo Arini Marsala Vergine Riserva 1995; Nes Passito di Pantelleria 2017 Carlo Pellegrino.

Nelle intenzioni degli organizzatori, il concorso vuole in futuro porre sempre più l’attenzione alle produzioni isolane più piccole, i cui vini spesso non escono nemmeno dall’isola. Un’intuizione vincente che permetterà agli addetti ai lavori, siciliani e soprattutto non, di conoscere realtà altrimenti ignote; permetterà inoltre di caratterizzare fortemente il concorso enologico stesso.

Il Marsala secondo Florio: Aegusa

A questa meravigliosa  degustazione dedicherò un articolo. Voglio solo dire che il successivo dibattito ha messo in mostra la drammatica situazione in cui versa la denominazione, che al momento non ha nemmeno un consorzio operante. Segni di reazioni si intravvedono, ma le cantine singole non possono permettersi di sostenere lo sforzo che una denominazione così importante meriterebbe. L’auspicio è che si torni a parlare di Marsala di qualità e che le cantine ricomincino a crescere.

Wineup è finito da due mesi ma gli echi sono ancora vivi. Il solco è tracciato, caro Massimo Picciotto! Ti auguro di trovare quegli appoggi che fino ad oggi non hai mai avuto, mi auguro che le autorità locali e regionali si accorgano di questo seme che hai piantato e di quello che può diventare per Marsala e per la Sicilia.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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