Per una volta voglio essere più realista del re, più incazzato di Grillo incazzato, più democristiano della famiglia Letta…e quindi più goliardicamente polemico di Intravino.
Ad innescare la Goliardemica (incrocio tra i due termini) è l’articolo di Giovanni Corazzol (vedi )sui 10 migliori Barolo, quelli che ne riassumono le caratteristiche migliori, la filosofia, i pregi etc.
Oggi come oggi (e anche ieri come ieri) una cosa che mi fa incazzare sono le liste di dieci (vini, gnocca, pusher, politici corrotti, ristoranti etc), semplicemente perché possono farle tutti a tutte le ore su tutti gli argomenti. Inoltre, trovare un articolo sui dieci migliori barolo proprio nel giorno in cui noi pubblichiamo i risultati degli assaggi di “solo” 270 baroli (vedi qui) mi ha fatto pensare: “Ma i coglioni siamo noi o cosa?”, che tradotto in linguaggio ancor più base equivale a dire “Ma vale la pena di sbattersi per mesi, degustare e selezionare centinaia di vini se poi, magari (e sottolineo magari), alla gente bastano dieci nomi?”
Non nascondo che sotto, sotto, c’è anche una certa malcelata invidia per chi ha recentemente assaggiato questi dieci vini, cosa che non capita spessissimo (a me praticamente mai, specie se nel monte c’è il Monfortino).
A proposito…. sui 10 vini non vedo annate? E’ una svista oppure Giovanni parla in generale, di 10 grandi vini “ a priori”, direbbe Kant (una botta di cultura permettetemela). Ma in questo caso, pur essendo kantianamente “universali” e cioè riconosciuti da tutti (trovami uno che sostiene che il Monfortino fa schifo) sono però anche trascendentali, cioè acquistano un senso e un significato solo se riferiti all’esperienza , a cui però. Mi pare di capire, non appartengono.
Lasciamo da parte Kant e torniamo ai livelli che ci competono. Se sotto Natale ( o in qualsiasi altro momento dell’anno) viene voglia di parlare di Barolo, la cosa più semplice e forse (ripeto forse) più produttiva è prendere alcuni grandi nomi, inserirci qualche outsider e il gioco è fatto.
Articolo a prova di bomba che però non sposta di una virgola il giudizio di chi legge. In effetti sarebbe come se si elencassero le 10 più grandi gnocche del mondo (cosa fatta milioni di volte) senza prendere minimamente in considerazione che noi abbiamo a che fare con le donne normali, magari belle ma normali e che quelle dieci non le sfioreremo mai, nemmeno di striscio. Serve quindi a sognare ma non ti da indicazioni pratiche su quanto realmente offre il mercato.
Ecco, caro Giovanni, ora ho capito! Il tuo articolo è per sognatori, per chi si accontenta di guardare il vino dal buco della serratura, mentre le nostre degustazioni sono per la gente pratica, quella che un barolo normalmente buono lo vorrebbe pure bere. Messa sotto questo punto di vista la cosa potrebbe quadrarmi, anzi “me gusta”. Me gusta ancora di più perché se il tuo articolo ha come titolo il Bignami del Barolo, il nostro allora è la Treccani, e scusate se è poco.
Detto polemicamente questo , faccio tanti auguri di Buon Natale a tutti gli Intravinisti, augurandogli di trovare sotto l’albero quelle dieci bottiglie o, ancor meglio, le dieci donne più belle del mondo.