Vino Nobile di Montepulciano 2015: una buona annata, adesso “colpita” dal legno2 min read

Il comunicato ufficiale del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano a suo tempo recitava: “La qualità media dei vini del 2015 è elevatissima. Dopo le malolattiche, a livello analitico si rilevano ottimi valori di intensità e tonalità di colore, gradazioni alcoliche medio alte, buona dotazione di polifenoli totali e di sostanze estrattive, acidità e ph medi. All’assaggio i vini presentano colori intensi, ottima espressività aromatica varietale, concentrazione, equilibrio e una trama tannica di pregevole fattura”. In altre parole un’annata a cinque stelle, il massimo della scala.

Oggi, a distanza di oltre due anni,  abbiamo appena provato sul campo quelle dichiarazioni. Dopo l’assaggio di una quarantina di campioni, tutti in bottiglia e pronti per essere immessi sul mercato, mi sento di confermare quanto scritto ma solo in parte, soprattutto per quanto riguarda  punti di colore, la concentrazione e l’intensità  dei vini.

Ma andiamo per ordine: dei colori si percepisce l’annata “potente” con concentrazioni importanti anche per i Nobile 100% Sangiovese (ormai sono molti quelli che stanno scegliendo la strada della purezza).

I profumi invece sono per la maggior parte ancora da sviluppare ma non ci sarebbero problemi perchè una grande annata di solito riesce a comunicare la sua dotazione aromatica più tardi del solito. Ho scritto “non ci sarebbero” perché purtroppo molti campioni sono affetti da nuance legnose troppo crude, che disturbano molto l’assaggio.

Parliamo del corpo,  la nota dolente per molti vini. Se da un lato la componente alcolica è ben bilanciata da un buon scheletro acido, dall’altro la trama tannica appare verde e cruda per molti campioni. Ad amplificarne l’effetto molti legni nuovi (aridaje!) che cedono secchezza ulteriore al vino. Il rischio di avere vini che una volta aperti, anche tra qualche anno diano sempre la sensazione di doverli aspettare in eterno è reale.

Dunque un’annata fatta attualmente di grandi spigoli, che andrà riassaggiata con attenzione nel prossimo autunno per verificarne meglio il suo peso. Di  positivo c’è che abbiamo assaggiato tanto Sangiovese e che, quando riesce a sottrarsi al legno,  la vendemmia esce dal bicchiere in modo onesto e dignitoso.

Per la cronaca vale la pena rilevare alcune fibrillazioni interne ai produttori del Nobile. Una settantina sono le cantine aderenti al consorzio e circa la metà ha partecipato all’anteprima: all’interno del corpo consortile sono nati due  gruppi che si riconoscono sotto due diverse sigle e  che ad oggi si vedono coinvolti in iniziative private tese a difendere l’immagine e la purezza del Vino Nobile. Un gruppo è più orientato ad  azioni di immagine,  l’altro invece punta a promuovere un disciplinare più restrittivo rispetto a quello ufficiale ( che prevede tra le altre norme la possibilità di arrivare ad un 30% di altri vitigni oltre al Sangiovese).

L’auspicio sarebbe che queste fibrillazioni venissero fatte proprie dal Consorzio, per ridare un senso di omogeneità in un percorso di evoluzione qualitativa generale.

Gianpaolo Giacomelli

È nato a Lerici, vive a Castelnuovo Magra ed è quindi uomo di confine tra Toscana e Liguria. Al momento della “scelta” ha deciso di seguire la passione per le cose buone invece del comodo lavoro dietro una scrivania. Così la “scelta” lo ha portato a Londra a frequentare i corsi per Master of Wine, finendo tempo e soldi prima di arrivare agli esami. A suo tempo ha aperto un winebar, poi un’enoteca e alla fine ha un’associazione culturale, un wineclub, dove, nella figura di wine educator, propone serate di degustazione e corsi. Fa scorribande enoiche assaggiando tutto quello che può, sempre alla ricerca di nuovi vini. Ha collaborato con varie testate del settore, contribuito alla nascita delle guide vini Espresso e Vini Buoni d’Italia prima di dedicarsi anima e corpo a Winesurf.


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