Vinisud a Montpellier: una fiera a misura di giornalista.4 min read

Pensate ad una fiera vinicola non gigantesca ma piuttosto grande, dove si può arrivare alle 9 davanti all’ingresso con l’auto, parcheggiare  ed entrare. Pensate ad una fiera dove nell’ufficio stampa trovi sempre un computer a disposizione e dove ogni giornalista ha un suo box posta dove trova tutti gli inviti e  le comunicazioni consortili ed aziendali. Pensate ad una fiera che ti permette di entrare in una sala dove trovi a tua disposizione più di 2000 vini in degustazione (con tanto di scheda di presentazione completa di tutto: dalle uve al sistema di maturazione, all’indirizzo, al numero dello stand in fiera), senza  la perdita di tempo di muoversi per padiglioni immensi, alla ricerca del produttore x o y.

Questa fiera esiste, si chiama Vinisud e si svolge a Montpellier ogni due anni.

Vi trovate gli stand di quasi 1700 produttori, in maggioranza francesi, ma pure spagnoli, italiani ed in generale del bacino del Mediterraneo. I produttori francesi sono quelli del sud  (valle del Rodano,  Languedoc-Rossiglion) e  del sud- ovest (Béarn, Jurançon, Bergerac, Cahors e Gaillac).

Produttori di vini spesso di buon livello a prezzi interessanti, poco conosciuti importati ed apprezzati in Italia.
Come mi sono mosso in questi due giorni? Nel modo in cui vorrei sempre fare in una Fiera enologica. Arrivavo alle 9 precise senza aver fatto levatacce per evitare code o trovare parcheggio. Entravo ed andavo in sala stampa dove controllavo posta elettronica e comunicati vari. Poi mi trasferivo  nella grande sala di degustazione e con tutta calma mi assaggiavo i vini di una determinata zona. Dato che ogni vino aveva una scheda con vitigni, grado alcolico, zuccheri residui  e soprattutto indirizzo del produttore e sua posizione nella fiera, di quelli che mi piacevano di più prendevo il numero di stand e poi andavo a trovarli. Così,anche se non ero molto esperto del territorio sono riuscito a farmi un quadro abbastanza ampio ed a conoscere produttori molto bravi in tempi impensabili da altre parti. Visto che nella grande sala di assaggio potevano accedere anche broker ed importatori, anche loro hanno potuto sfruttare al meglio la fiera (Vinitaly mi senti???).  Comunque potete vedere il mio “lavoro in fiera” cliccando qui
Ovviamente nessuno è perfetto ed anche Vinisud ha i suoi difetti: alcuni padiglioni con stand  sul vecchiotto fatiscente, non presentare assolutamente niente delle altre grandi realtà enologiche francesi (Bordeaux, Borgogna e Champagne tanto per fare tre nomi)  passaggi tra alcuni padiglioni all’aperto (che in caso di pioggia non è proprio il massimo), conferenze senza traduzione simultanea. Questo però è ampiamente bilanciato dalla vivibilità e fruibilità generale di una fiera che, giustamente secondo me, mantiene la  cadenza biennale.
Ma parliamo dei vini francesi principali protagonisti di Vinisud. Il sud/sud-ovest della Francia presenta, almeno nel mio immaginario, soprattutto vini rossi ed, in seconda battuta, rosati. In realtà ho trovato ottimi bianchi a prezzi veramente da affezione, mentre i rosati non mi hanno impressionato molto anche se(AOC Tavel su tutte) ne ho trovati di bella pienezza e freschezza. Nei rossi potenza e alcolicità del grenache e del Sirah non sempre si sposano a rotondità e soprattutto ad equilibrio. In media i rossi del Rodano (alto  e basso)pagano dazio sull’eleganza generale e sull’espressività aromatica, mentre quelli del  languedoc Rossiglion sono piacevoli al naso e abbastanza rotondi in bocca, senza però avere quella spinta e quella lunghezza che ci potremmo aspettare. Una zona di rossi su tutte? A parte Chateauneuf –du- Pape, già ben conosciuta in tutto il mondo, i vini di Faugeres, assolutamente inconfondibili per particolari sensazioni  olfattive di grande profondità che vanno dalle spezie, alla liquirizia, alla terra umida ,alla roccia.

Comunque  le etichette dei migliori vini da me assaggiati potete trovarle qui assieme ad alcuni brevi commenti.

Considerate che la stragrande maggioranza di questi vini non sono importati in Italia. Proprio per questo voglio  citare due aziende, una della zona  chateauneuf-du- Pape ed una del Bergerac, che mi sono sembrate di ottimo livello ed ancora non importano nel nostro paese. La prima è il Domaine des Peres de l’Eglise (peres.de.leglise@wanadoo.fr) e la seconda il Domaine des Cassagnoles (www.domainedescassagnoles.com). Importatori: ve le consiglio!
In definitiva: sono stati due giorni impegnativi, interessanti, piacevoli e per niente stancanti. Sicuramente ci tornerò, sempre che non pensino bene di farla, come è successo in passato, nella stessa settimana delle anteprime toscane.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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