Vini ad Arte 2022, più di cento vini degustati nel “dimenticatoio”7 min read

Vini ad Arte, la manifestazione nata come anteprima del solo sangiovese romagnolo, mi ricorda la vicenda di Davide e Golia. Golia, il gigante filisteo che per l’occasione associamo al sangiovese romagnolo, viene battuto, almeno nei numeri, dal pastorello Davide/Albana di Romagna. E difatti, con 39 campioni presenti su una produzione totale che sta sotto abbondantemente al milione di bottiglie, L’Albana di Romagna straccia il sangiovese che supera i 12 milioni di bottiglie prodotte ma che qui era presente con 117 vini.

Inoltre è decisamente superiore la media qualitativa dell’Albana rispetto a quella del sangiovese, non foss’altro per l’originalità e le caratteristiche di unicità.

Ma veniamo alla manifestazione.

Non sappiamo se la decisione di fare questa 17^ edizione delle anteprime romagnole nel mese di Maggio invece che ad Agosto come l’anno scorso (leggi qui) sia dovuta ai nostri appunti critici, oppure sia solo un caso fortuito. Il caso fortuito è invece il fatto che noi di Winesurf vi abbiamo potuto partecipare.

Ebbene si! Siamo stati alloggiati nel dimenticatoio e solo chiedendo informazioni siamo stati messi in lista. Ma quale lista? La lista della stampa locale, ammessa (bontà loro) solo alla degustazione tecnica all’interno del Museo delle Ceramiche ma esclusa dal press tour riservato alla stampa che conta.

Quindi caro direttore Macchi, in oltre 15 anni in giro per l’Italia e il mondo intero, alla fine hai costruito solo un bel giornale “locale” e forse avrei dovuto scrivere l’articolo in dialetto romagnolo. Nelle nostre caselle e-mail, spesso bersagliate da comunicati futili, non è stato recapitato nemmeno il consueto report agronomico sull’andamento delle annate presentate e sulle quantità prodotte. Così come, ovviamente, nemmeno il classico press-kit. Ciò detto, non ci esimiamo dal compito di fornire ai lettori il nostro punto di vista, ovviamente privo dei dati produttivi.

OGGETTO DELL’ANTEPRIMA

La tradizione di Winesurf di assaggiare solo le annate di nuova presentazione risale al Paleolitico e non vi sono ragioni per non rispettarla. In questo caso è stato quindi il caso dei Sangiovese Riserva 2019, dei Sangiovese Superiore e con MGA 2021(questi ultimi ammessi alla vendita dal 1° settembre) e Sangiovese con MGA 2020: il tutto per un totale di 88 campioni di cui 20 denominate “riserva”. I vini con indicazione di sottozona erano 29.

Chi si aspettava una crescita del numero di vini con sottozona, il fiore all’occhiello della nostra produzione sangiovesista, resterà deluso. I numeri sono stazionari, come le aziende partecipanti. Dispiace dirlo ma l’assenza di alcuni produttori di punta balzava agli occhi e ci sentiamo in dovere di ribadire l’esortazione ai recalcitranti. Tutto sommato il costo è modesto (nemmeno quello di un caffè al giorno) ed i vantaggi in termini di visibilità, ragguardevoli.

E le Albana, naturalmente. 30 campioni dell’annata 2021 e 9 dell’annata precedente che abbiamo assaggiato per pura curiosità.  Certamente più maturi, compiuti e figli di un’annata di gran lunga migliore. Una conferma delle impressioni ricavate durante la passata edizione di Vini ad Arte.

SANGIOVESE SUPERIORE 2021

18 campioni presentati (27 quelli del 2020 presentati l’anno scorso) stigmatizzano la difficoltà di un’annata non certo facile: fioritura anticipata, poi gelate e infine la canicola hanno di fatto ridotto le quantità. Anche se è presto per dirlo, qualche segnale comunque già si intravede. Bei vini dal punto di vista della pulizia olfattiva con le parti fruttate piuttosto evidenti ed aperte. Meno regolarità in bocca, dove le differenze territoriali emergono in modo evidente, anche tra le due aziende di Predappio, Noelia Ricci e Nicolucci. La prima con vini eleganti, sottili e di grande equilibrio tra frutto e freschezza. L’altra con un vino più solido dal punto di vista tannico e con un grip speziato più evidente. Nel complesso vini discreti a cui serve un po’ di bottiglia per amalgamare le componenti e raggiungere un equilibrio più approcciabile.

SANGIOVESE SUPERIORE E CON MGA 2020

32 vini di cui 14 con sottozona. Pochi ma sufficienti per delineare il carattere dell’annata che in linea di massima si palesa con vini di una certa eleganza e complessità. Da questi campioni le zone di Modigliana e Predappio escono bene rispettando in parte le inclinazioni territoriali. Struttura, tannini, profumi terrosi e freschezza per Predappio, colorazioni meno accentuate, radici e spezie, freschezze ben spalmate e frutto poco evidente per Modigliana. Bertinoro esce con calore, sapidità importanti ma stemperate in frutti dolci e profumi meno aperti, mentre a Marzeno brillano le stelle di Zerbina e Cà di Sopra con rossi potenti, eleganti e di grande profondità, vini dal grand potenziale evolutivo.

Modigliana, sottozone.

 

SANGIOVESE RISERVA E RISERVA CON MGA 2019

38 vini di cui 13 con sottozona. Da tempo andiamo dicendo e scrivendo che annate come 2019 e 2020 sono manna dal cielo per il sangiovese. Certo, di fronte ad una annata come la 2019, sarebbe stato un vero peccato rinunciare a fare le versioni riserva. Come da copione, una volta superati i peccati di gioventù, l’annata sta mostrando tutto il suo potenziale sottolineando ulteriormente le differenze tra chi sa veramente interpretare l’annata e chi si limita ad applicare prudenti protocolli agronomici e di vinificazione. Sempre di più le riserve si discostano da modelli estrattivi esagerati che ne penalizzano la piacevolezza di beva. Legni meno avvertibili e usati con intelligenza; certo, qualche vino mostra eccessi di concentrazione ma sono una vera minoranza. Del resto alcune sottozone si trovano su terreni argillosi e fertili e difficilmente si potranno ricavare vini sottili e fini, a meno di snaturare completamente la vocazione dell’area, cosa di per sé disdicevole.  Più anime dunque per più palati con un tratto comune che oggi è più evidente che mai: pulizia olfattiva ed esuberanza del frutto. Anche per le riserve, eleganza tannica per i vini di Chiara Condello con la perla del nuovo rosso di Francesco Bordini che da un anno ha vigna in affitto a Predappio Alta. Sottigliezze e fraseggi di radici e china per Modigliana con Villa Papiano e Balia di Zola. Struttura, sapidità ed energia per i rossi di Bertinoro dai quali stacca la magnifica versione dell’Ombroso di Madonia, che trova una quadra più elegante e raffinata grazie alle sensibilità di Miranda e Gennaro. Fare scorta delle riserve di Zerbina e Cà di Sopra per gli anni a venire è d’obbligo, sono rossi carnosi che sanno combinare potenza ed eleganza tannica.

ALBANA 2021 E 2020

30 campioni del 2021 e 9 del 2020. Ho fatto un’eccezione ed assaggiato le Albana del 2020, più che altro per trovare conferme sul quanto scritto l’anno scorso e ribadire, se mai ce ne fosse bisogno, la validità del detto “l’Albana di Romagna con il vetro ci guadagna”. Albana 2020 ricche di sapidità e freschezze, talune robuste e altre più orientate sul frutto, ma di certo vini “legati” nelle componenti. Il bel numero di campioni 2021 ci offre la possibilità di evidenziare e mettere in luce le differenze territoriali e di stile. Da tempo, per capire l’annata dell’Albana, assaggio per primo quella di Celli, I Croppi. Negli anni ho maturato la certezza che se I Croppi è buona e convincente, sarà una buona annata in generale. E così è stato.

Imola e Bertinoro (le zone più rappresentate) dal frutto evidente e morbido con i suoi classici profumi di frutta bianca intrisi di freschezza come quelle di Celli, Monticino Rosso e Branchini. Poi Giovannini se vi piace uno stile più robusto. Ancora Zerbina con il suo stile agrumato e fragrante, Mercato Saraceno con le Tenute Casali e Santa Lucia, fresche e sapide ma di moderato calore alcolico. In generale questa annata si propone con vini espressivi, già disponibili e ben eseguiti seppur, come da cahiers du doleance, molto eterogenei: Un esempio? Dal Codronchio che echeggia il mondo della botrite, agli agrumi del Bianco di Ceparano, per passare attraverso le macerazioni di Vitalba e Vigna Rocca. Infine brillano, per l’assenza, con sommo rammarico, tanti vini che sappiamo essere davvero buoni.

RINGRAZIAMENTI

Per già citate ragioni quest’anno i nostri ringraziamenti vanno per il 99,9% al Gruppo di Servizio di AIS Romagna: colleghi e amici che si sono spesi per dare a noi l’opportunità di assaggiare i vini in maniera veloce e puntuale. Lo 0,1% se lo dividano gli altri.

 

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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