Vini ad Arte 2021 ad agosto, Sangiovese mio ti riconosco?8 min read

L’inedito e per certi versi obbligato format scelto dal Consorzio Vini di Romagna per la 16^ edizioni di Vini ad Arte (o anteprima Sangiovese+Albana) farà certamente discutere.

Vini ad Arte, nelle quindici edizioni che l’hanno preceduta, si è sempre svolta in coda alle Anteprime Toscane, verso la fine del mese di febbraio, potendo, tra l’altro, meglio approfittare della numerosa presenza di giornalisti italiani e stranieri nella vicina Toscana.

Viste le numerose limitazioni legate al Covid, il Consorzio Vini di Romagna ha pensato bene di posticipare l’evento (confidando in una maggior libertà dataci dalla campagna vaccinale) e di valorizzare il periodo estivo, stagione in cui la Romagna brilla di luce propria. Così è nata l’idea di fare un Vini ad Arte “itinerante” dove, oltre agli assaggi dei vini, è stato organizzato un percorso per mostrare le bellezze storiche, artistiche e cultural-gastronomiche del nostro territorio alla stampa estera.

Questa parte del programma, come era giusto che fosse , era riservata soprattutto ai giornalisti stranieri. Iniziato il 26 agosto con la presentazione delle Rebola al Grand Hotel di Rimini, si è poi concluso, per tutta la stampa, Lunedi 30 nella consueta sede del MIC con l’assaggio degli oltre 150 vini.

Chiusa questa edizione si deve già pensare alla prossima e tutti si chiedono quale sarà il format? La decisione dovrà soppesare i pro ed i contro legati al periodo: febbraio o agosto?

Nei due piatti della bilancia ci sono vari elementi: per giornalisti e critici italiani, l’assaggio dei vini “anteprima” fatto durante il periodo che chiameremo “antedopo” è poco utile. Chi scrive e lavora per le Guide i vini li ha già assaggiati, i punteggi sono già stati dati e i report-valutazioni sulle annate presentate, già redatti. Inoltre, l’estate è periodo di vacanze, fa caldo e l’assaggio di tanti vini rossi non è il massimo della vita, e magari qualche giornalista è in ferie assieme alla propria famiglia. Altrettanto valide le ragioni a favore di questa formula: per i giornalisti stranieri, soprattutto ma non solo, la possibilità di “vedere” nei quattro giorni del tour il comparto produttivo e il backstage della Romagna del vino, prima degli assaggi veri e propri è un’opportunità unica. Assaggiare i vini dopo un adeguato numero di mesi in bottiglia, è più soddisfacente, i vini sono più distesi e amalgamati. Inoltre, un giornalista “svincolato” dalle guide, quando mai può godere dell’opportunità di un press-tour così ampio e focalizzato? Insomma, immagino che sarà una bella discussione e a noi non resta che attendere l’anno prossimo.

In ogni caso va dato atto al Consorzio Vini Romagna di aver messo a disposizione molte delle risorse di cui dispone (il bilancio economico del CVR non è certo quello del Gallo Nero) e di aver messo in piedi un evento ben organizzato e approfondito, corredato da un esaustivo materiale informativo.

Ma vediamo qualche numero in raffronto con l’edizione precedente. Nell’ articolo su Vini ad Arte 2020 che potete rileggere qui segnalavo con mio sommo dispiacere l’assenza di tanti produttori e visto il costo irrisorio per partecipare, la defezione è abbastanza incomprensibile. Il Grande Balzo in Avanti di Maotzedonghiana memoria non c’è stato, ma comunque i numeri sono in crescita: più aziende (59 vs 56) più vini (152 vs 130) e questo è un bel segnale.

Numeri in crescita anche sul “gioiello” della produzione sangiovesista romagnola, i vini da sottozone. La produzione rivendicata annata 2020, in raffronto al 2018 è raddoppiata, segno è che si inizia a capire l’importanza di indicare in etichetta aree più circoscritte e specifiche. La svolta verso la rivendicazione delle sottozone è suffragata dai numeri in calo delle altre tipologie. Piccole ma significative variazioni di tendenza.  Le bottiglie prodotte di Sangiovese base 2020 in raffronto al 2019 sono diminuite: 6,1 milioni contro 6,6 mentre resta stabile la produzione dei Riserva, circa 1,4 milioni di bottiglie. In calo anche quella dei Superiori con 3,7 milioni rispetto a 4,1. Purtroppo  su tutto il comparto vitivinicolo romagnolo incombe l’ombra pesante degli oltre 90 milioni di bottiglie di Sangiovese Rubicone igt.

Ma veniamo agli assaggi veri e propri: come da tradizione millenaria noi di Winesurf durante le anteprime assaggiamo solo le annate di nuova presentazione, in questo caso i Sangiovese Riserva 2018, Sangiovese Superiore e con MGA 2020 (questi ultimi ammessi alla vendita dal 1° settembre) e Sangiovese con MGA 2019.

Sulle caratteristiche delle annate 2019 e 2018 vi rimando di nuovo all’articolo della passata edizione (qui) mentre credo possa tornare utile qualche appunto sulla 2020. L’inverno è stato mediamente freddo, con una primavera cha visto alternarsi qualche pioggia con forti gelate tra fine marzo e inizio aprile. Germogliamento anticipato con temperature basse fino a fine giugno, mentre il caldo vero e proprio è cominciato a fine luglio.  L’elemento che ha caratterizzato tutta l’estate è la siccità, che ha richiesto ove possibile il ricorso all’irrigazione di soccorso. Vendemmia mediamente anticipata, con contrazioni delle produzioni, dovute soprattutto alla siccità̀ abbinata al forte vento di libeccio. Produzioni scarse ma con uve molto sane e di qualità̀ ottima. Situazione diversificata fra uve bianche e rosse. I bianchi hanno sofferto per il grande caldo di agosto, che ha sviluppato aromi leggermente sottotono. Fa eccezione l’Albana, che con la sua rusticità̀ ed acidità̀ spiccata, ha saputo resistere alle traversie denotando perfetta capacità di adattamento. Per i vitigni rossi, c’è stata una forte accelerata nella maturazione dei vinaccioli e dei tannini prima di arrivare alle gradazioni zuccherine desiderate, portando a raccogliere uve mature, senza appassimenti evidenti, ma solo qualche caso di lieve sovramaturazione. In generale le produzioni hanno subito una discreta flessione rispetto al 2019 e l’annata 2020 si dispone a farsi ricordare tra le più̀ belle di sempre per la Romagna.

ALBANA

Per ovvie ragioni è difficile per il sottoscritto esimersi dall’assaggio di qualche Albana 2020. Una trentina di campioni assaggiati, non tanti in verità ma dai quali emerge l’abituale eterogeneità di stili che può spiazzare chi non conosce il vitigno e la denominazione. Stili mutuati da scelte vendemmiali e da metodi di vinificazione differenti. Si nota comunque una certa preferenza verso il controllo delle macerazioni, sempre meno spinte o del tutto assenti, e la scelta di vendemmiare il giorno prima invece del giorno dopo, privilegiando freschezze e verticalità. Parecchi campioni hanno profumi che volgono verso il floreale, l’agrume e le erbe aromatiche, con il tradizionale senso di fruttato disposto più sullo sfondo che in primo piano. In tempi di vini bianchi “fotocopia”, un vino originale, sapido e di carattere indomito come l’Albana è una vera e propria boccata di ossigeno.

SANGIOVESE

Sul Sangiovese pare sia inevitabile il confronto con la Toscana, tant’è che nella presentazione fatta durante il seminario sono state inserite alcune slide di confronto su ambiente, suolo e attitudini colturali delle rispettive regioni. Un piccolo spaccato per meglio comprendere ciò che sta alla base delle palesi differenze riscontrabili sui vini finiti.

SANGIOVESE SUPERIORE 2020

Pochi i campioni presentati (27) quindi appena sufficienti per farsi un’idea di come una buona annata sia stata interpretata nella tipologia più diffusa, quella che è lo zoccolo duro della denominazione. Dal punto di vista olfattivo ho trovato i vini piuttosto muti, quasi totalmente privi di quel frutto rosso così evidente nei Sangiovese romagnoli. Per contro, registro la totale assenza di difetti e/o imprecisioni/deviazioni, segno che in cantina si sta lavorando meglio. L’esperienza mi suggerisce di non darvi troppa importanza in quanto probabilmente si tratta solo di una fase di chiusura temporanea. In bocca invece il registro è diverso, tannini meglio gestiti che in passato, alcolicità abbastanza controllata, seppure in qualche caso la freschezza eccessiva suggerisca l’idea di vini slegati e un po’ aspri, cui servirà un altro po’ di bottiglia.

SANGIOVESE MGA 2020-2019

13 campioni spalmati tra le due annate. Che dire? Pochini per formulare qualche pensiero che vada al di la delle differenze di annata. Splendidi i 2019 e troppo giovani i 2020, questi ultimi come già detto in commercio dal 1^ settembre.

SANGIOVESE RISERVA E RISERVA CON MGA 2018.

34 vini presentati. Per anni noi di Winesurf ci siamo mostrati perplessi su questa tipologia che, pur essendo il fiore all’occhiello di ogni produttore, la realizzazione delle sue ambizioni e delle sue capacità, non si è sempre dimostrata all’altezza delle aspettative.

Molte volte, con le dovute eccezioni, ci siamo trovati di fronte a vini pesanti, con strutture tanniche esagerate, alcol fuori controllo ed eccessi di concentrazione. Insomma, vini forse pensati per durare nel tempo ma che nell’immediato non sanno elargire oltre alla potenza di fuoco altrettanta piacevolezza di beva.

L’assaggio di questi campioni tuttavia ci fa ben sperare. In generale bei nasi aperti e puliti, che esibiscono frutto o spezie e radici a seconda delle zone di provenienza. Bocche importanti ma con gestioni tanniche sensibilmente migliorate, pochi i vini “duri” e astringenti, quasi tutti con tannini imponenti ma maturi e ben stemperati dal frutto e dalla freschezza acida. Le estrazioni ci sono parse più misurate, pochi i vini rosso cupo, alcuni vini poi hanno colorazioni più trasparenti, e sono oramai riconducili ad alcuni territori specifici. Certo è che il sangiovese romagnolo in linea di massima non può che essere generoso e per certi versi giunonico. Il punto è cercare maggior equilibrio ed eleganza per dare ai vini più bevibilità.

E questo credo sia un processo appena iniziato e lo si debba soprattutto ai giovani! Inizia infatti a farsi sentire nello stile dei vini il prezioso contributo delle nuove generazioni, curiose e competenti che assaggiano molto, viaggiano e si stanno formando un gusto proprio, attorno al quale ognuno cerca di modellare il proprio vino.

 

Ringraziamenti assortiti

Al Consorzio per l’impegno e la sforzo profuso nel mettere in piedi un qualcosa di “nuovo”.

Alla Wellcom per la puntualità con cui le nostre richieste sono state esaudite.

Agli amici e colleghi di AIS Romagna per la cortesia, la competenza e la professionalità nello svolgere il servizio.

Ai colleghi della stampa straniera grazie ai quali ho tolto un po’ di ruggine dal mio inglese e arricchito il mio misero bagaglio di conoscenze.

 

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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