Vigneti su palazzi, monumenti, piazze e strade famose: il futuro è alle porte!6 min read

E’ di questi giorni la notizia che per l’ampliamento dell’Aeroporto di Peretola a Firenze è stato presentato un progetto che ha come particolarità un vigneto di otto ettari posizionato sul tetto della nuova  struttura e dove nascerà il vino dell’aeroporto che sarà, naturalmente, dotato di cantina.

Ma quello dell’aeroporto di Firenze è solo l’ultimo progetto che vede il vigneto, di solito posizionato in campagna, entrare di prepotenza nel tessuto cittadino.

Qua sotto vi presentiamo i progetti che nei prossimi anni verranno messi in atto, modificando e dando anche un tono campagnolo, ad alcuni palazzi e edifici storici, piazze e strade famose  e in genere a opere architettoniche che tutti conoscono e si trovano ai quattro angoli del mondo.

I bianchi della Casa Bianca

Voluta dal presidente Biden la riconversione dei giardini della Casa Bianca a vigneto cittadino,  avrà anche un piccolo clos rialzato sul tetto della struttura che nel mondo rappresenta l’idea degli Stati Uniti. Il progetto è stato approvato ma i problemi sono sorti sulla scelta delle uve. Se in un primo tempo “The white of the White House” suonava bene e sembrava aver convinto tutti, la comunità di colore ha imposto di piantare anche una forte percentuale di uve a bacca nera e i cittadini statunitensi d origine asiatica hanno fatto notare che il vino bianco è in realtà più o meno giallo e questo fatto andrà rimarcato in etichetta.  Problemi anche dalla forte comunità ebraica, che ha preteso una parte del vigneto dedicata a vini kosher e quindi sarà d’obbligo la presenza fissa di un rabbino in vigna. Ma forse il problema principale viene dal mondo arabo, dove gli alcolici sono banditi e per questo, visto anche il particolare momento, sembra che Biden abbia deciso di far produrre solo vino dealcolato. A questo punto dall’iniziale “White of the White House” il nome del vino cambierà in “White but Yellow and Kosher wine of the White House Alcool Zero” che dal punto di vista della comunicazione non sembra il massimo. Invece quello da uve a bacca nera che sarà naturalente rosso, ha portato anche i nativi americani a dire la loro, imponendo il nome: si chiamerà Drunk Bull, che tradotto in italiano suonerebbe Toro Bevuto, termine non molto rispettoso nei riguardi della storica figura di capo indiano, ma in questo caso la somiglianza con la nota marca di bevande che mettono le ali ha fatto superare ogni ostacolo.

La piramide del Louvre.

Il presidente Macron ha talmente insistito che tra poco tempo la piramide di vetro simbolo del Louvre sarà sostituita da una piramide di fertile terra su cui nascerà un vigneto in  fortissima pendenza, in onore di tutti i viticoltori francesi che, cito il Presidente Macron “ Se fan un cul comme une capanne” per produrre vini di altissimo profilo. Ogni lato della piramide avrà un vitigno diverso, che poi verrà assemblato con gli altri creando quello che sarà chiamato Vinamìde per ricordare la forma particolare di questo cru unico al mondo.

Il rosso della Piazza Rossa vinificato a “casa” di Lenin

Nonostante la guerra in Ucraina Putin ha lanciato un progetto per rendere Mosca la città con più zone verdi del mondo. In particolare nella Piazza Rossa verrà piantato un vigneto, naturalmente di uve rosse, dove nascerà un vino che verrà vinificato all’interno del Mausoleo di Lenin, che così da padre della patria diventerà padre della vigna. Il vino che nascerà sarà un icewine e verrà venduto in bottiglie a forma di bomba a mano. Il nome ricorderà un russo del passato famoso per aver creato bottiglie con dentro prodotti veramente esplosivi, Molotov .

Downing Street vineyard

Voluto dall’ex Primo Ministro Boris Johnson, il progetto prevede un vigneto che partirà praticamente di fronte al numero 10 di Downing Street e proseguirà nel vicino St. James Park. Voci malevole accennano al fatto  che la vigna servirà soprattutto per mascherare quell’uscio da raccattati dalla piena che ‘un si po’ vede’ e che stona non poco di fronte agli ingressi delle residenze degli altri primi ministri mondiali. Per questo la forma di allevamento prescelto sarà il Guyot-Kali, che si estenderà in altezza e da cui partiranno sei capi a frutto, tre per lato. La densità sarà di 4 piante per iarda. Il vitigno scelto, anche se in onore del sovrano,  darà grande lustro al nostro paese dato che si tratta del Refosco.

Il biodinamico alla Porta di Brandeburgo

Un progetto faraonico prevede a Berlino nel 2026 un vigneto a raggiera che, partendo dalla Porta di Brandeburgo si svilupperà a 360° nei giardini che circondano il monumento. Prendendo spunto dai quattro cavalli che coronano il monumento è stato scelto per la coltivazione del vigneto il sistema biodinamico, con l’utilizzo dei quadrupedi per le lavorazioni, del corno letame etc. Sul tipo di uve da coltivare, dopo accanita discussione, è stato scelto il Krukken, un vitigno PIWI nato dall’Incrocio Manzoni con via Petrarca. Anche il nome del vino si ispirerà al nostro paese ma tenendo conto del luogo dove nasce; si chiamerà Bervino!

A Palazzo Chigi il vino dei Fratelli sul Carroccio

Ma il progetto sicuramente più importante per i vigneti cittadini è quello proposto dall’attuale ministro Lollobrigida per Palazzo Chigi a Roma e che, per il 2025,  prevede un unico vigneto sul quadrilatero formato dai tetti del palazzo che ospita il nostro governo. La terra verrà scelta ai quattro angoli del nostro paese e la gestione sarà di esclusiva competenza di quattro ministeri. In particolare saranno coinvolti il Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, il Ministero della Difesa, il Ministero del Turismo e quello del Tesoro. Il primo si occuperà di scegliere e piantare le uve, il secondo di difenderle dagli attacchi di peronospora e oidio, il terzo di farlo conoscere (tramite ampliamento dell’azzeccatissima campagna pubblicitaria con la Venere del Botticelli) ai turisti di tutto il mondo e il quarto di mettere i soldi per finanziare il tutto. In onore della nostra Primo Ministro è stato previsto anche uno piccolo spazio dedicato all’orticoltura. Il nome del vino è attualmente in discussione ma, se questo governo arriverà fino al 2025 è probabile che si chiamerà Il vino dei Fratelli sul Carroccio.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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