Essendo tante le aziende e poco il tempo a mia disposizione ne ho visitate solo alcune: non chiedetemi i criteri di scelta, perché non saprei proprio come spiegarveli. Un po’ appoggiandomi alla bibbia del vino spagnolo Peniñ, un po’ al mio lato B (scritto maiuscolo date le dimensioni).
Comunque sia, credo di aver avuto la fortuna di imbattermi in persone che amano il proprio lavoro e lo fanno con grande passione e questo è quello che conta a qualsiasi latitudine.
La realtà Galiziana della Valle del Sil è ancora per il momento appannaggio di aziende a conduzione familiare; mancano le grandi concentrazioni che caratterizzano alcune regioni spagnole come la Rioja o la Ribera del Duero per citare le zone più note. Sicuramente ancora qui il vino è un’espressione personale: non che non che manchi l’occhio al mercato, ma c’è sempre la convinzione di fare un prodotto unico, così come in tutte le tradizioni artigianali. Poi, per carità le tecniche sono pressoché uguali, prima tra tutte l’affinamento sui lieviti, una pratica che sembra generalizzata, così come quella dell’uso della barrique.
Anche la pratica dell’uso del ghiaccio secco in vendemmia, sia per raffreddare che per inertizzare sembra trovare un numero crescenti di adepti. Ma ciò che rende veramente unico il territorio della Valdeorras è la composizione dei terreni, che nelle sue espressioni migliori diventa granito sciolto o addirittura ardesia.
Ecco un quadro veloce delle aziende visitate.
Bodegas Godeval
Ad Horacio Fernandez Presa, socio fondatore ed enologo dell’azienda, oggi ottantenne, il territorio deve molto. Fu lui che agli inizi degli anni ottanta diede un fondamentale impulso al progetto Revival che mirava al recupero della varietà Godello a rischio d’estinzione. La prima vinificazione fu del 1986 e da allora molte azienda hanno seguito le orme di Don Horacio andando a ricostruire il vigneto Godello e portando questa varietà all’attenzione internazionale.
Godeval Cepas Vellas 2010
E’ sicuramente il vino che racchiude in questo momento tutta la storia e la filosofia aziendale. Ottenuto da una selezione di uve provenienti dai vigneti più vecchi dei suoi 17 ettari totali.
Profumi complessi di mela matura, albicocca e pesca. Se al naso si mostra già intrigante tuttavia è il palato che impressiona per struttura e rotondità supportate da una spalla acida molto ben delineata con sensazioni agrumate e lievemente sapide. Un vino elegante che gioca molto sull’eccellente armonia.
Viña Somoza
Incontrare Fernando Gonzales , proprietario e deus ex machina dell’azienda è un’esperienza che vi consiglio, caso mai doveste capitare da queste parti. Ex pilota di Caravelle, sposato con una hostess, fisique du rol un po’ appesantito dagli anni e dal buon vivere, trasmette immediatamente energia e simpatia, unitamente ad un amore per questa terra che è da diverse generazioni nella storia della sua famiglia. L’azienda mi è parsa fortemente personalizzata e le idee di Fernando si realizzano nei vini prodotti.
Neno Godello 2011
Di primo acchito il vino potrebbe anche sembrare semplice, ma vi assicuro che se andate un po’ più in profondità mostrerà una vena fruttata dai toni tropicali molto accattivante e articolata, in cui troverete anche note floreali molto fini . Il corpo è quello pieno e rotondo dei Godello di qualità, con finale, se il termine non risultasse abusato, minerale. Un vino godevolissimo neanche a dirlo.
Bodegas Valdesil
Ho avuto il piacere di essere accompagnato nel giro tra le vigne da Borja Prada Gayoso , giovane agronomo responsabile dei vigneti appartenente alla famiglia che dirige questo piccolo paradiso vitivinicolo composta da 30 ettari di proprietà ed altri 58 controllati. Scorazzando tra i vigneti che si trovano tutti ad una altezza media non superiore ai 550 metri, l’incontro più bello: Pedrouzos. il vigneto di Godello più vecchio di Spagna, ceppi di oltre 120 anni .Commovente!
Non ci sono parole per descrivere questa vigna immersa nell’ardesia e che ovviamente dà vita ad un vino molto particolare, che l’azienda mette in commercio in appena 800 magnum,dopo un lungo affinamento in rovere da 500 litri.
Queste le mie impressioni dei vini dell’azienda, che produce complessivamente 250.000 bottiglie, tralasciando alcuni vini, comunque buoni, scrivendo di quelli che in qualche modo, per un motivo o per l’altro mi sono sembrati particolari, sempre ottenuti da Godello in purezza
Montenovo 2011
Il vino base dell’azienda con cui si fanno numeri e che viene venduto a 5 € franco cantina. Niente da dire su questo vino, esemplare per pulizia esecutiva, con profumi di pesca bianca e note floreali, Corpo un po’ esile e chiusura con mandorla verde molto gradevole. Semplice e corretto
Valdesil 2011
Le vigne in media di 30 anni cedono profumi di mela verde, pesca e nespola. In bocca ha una presenza piena, densa (‘affinamento sui lieviti) ed una buona progressione chiudendo molto bene ed in modo persistente. Un residuo zuccherino un po’ alto gli toglie una freschezza finale che non ne fa apprezzare a pieno alcune note minerali accennate.
Valdesil 2008
Il tempo lavora a favore di questo vino donandogli note di pietra focaia appena accennate, mentre le note fruttate si spostano su sensazioni di agrumi dolci in un finale contemporaneamente sapido e dolce. Spero di non dire una bestialità ma ricorda nel finale certi Riesling.
Valdesil 2007
La degustazione di questo vino mostra con assoluta certezza quanto questa varietà sia versatile. Fresco ed aromatico nelle versioni giovani, complesso ed elegante nelle versioni con qualche anno sulle spalle, come in questo caso. Le note minerali sono predominanti e con quelle di idrocarburi molto pronunciate. In bocca è molto elegante anche se gli manca un po’ di profondità finale, con la riproposizione di uno stile tedesco. Comunque un vino di grande valore e che non finirà di stupire ancora con il passare degli anni; forse non tantissimi, ma quanto basta a cominciare considerarlo tra i vini che possono invecchiare bene.
Chiudo qui con il mio viaggio in Spagna , non vorrei fare come qualche romagnolo di mia conoscenza che la tira alla lunga. Ringrazio i miei compagni spagnoli: Carmenz Perez e Pepe Sierra fantastici compagni di viaggio, senza la cui fondamentale ed amorevole assistenza questo viaggio non si sarebbe mai potuto realizzare.