Verticale, per un passaggio di mentalità4 min read

E’ lunedì e in una sola mattina mi sono arrivate tre mail per promuovere l’uscita di altrettanti giornali online che hanno da poco iniziato o stanno iniziando a parlare di vino.

Per me che mi occupo di comunicazione per cantine è necessario approfondire chi sono i collaboratori e valutarne la professionalità, per comprendere se si tratta dell’ennesima trovata di qualche improvvisato che tenta di raccattare due soldi a spese di produttori impreparati oppure se è una cosa seria.

Nessun dubbio però quando sono stata invitata alla presentazione del numero 2 di “Verticale” (che poi è il numero 3 visto che c’è stato un numero 0).

Nessun dubbio perché due dei tre ideatori sono volti a me noti e uno anche ai lettori di Winesurf in quanto si tratta di Nelson Pari, nostro collaboratore, giovane e stimato professionista, grande conoscitore del mercato di lingua inglese visto che è da anni anche consulente del famoso 67 Pall Mall, uno dei locali icona a livello mondiale.

Insieme a lui Jacopo Cossater, anch’esso giovane professionista ri-noto e ri-stimato. Terzo del gruppo Matteo Gallello che (mea culpa) non conoscevo, ma che ha guidato una mini verticale di 3 Merlot di Paraschos (2008-2013-2015) con una conoscenza approfondita, direi quasi pietra per pietra del vigneto da cui questo vino proviene.

Confesso che ho partecipato perché l’idea di questo giornale non mi era chiara e avevo pensato fosse un esercizio didattico magari molto divertente per loro, ma del tutto inutile per i lettori che mai avranno la possibilità di fare personalmente le stesse verticali proposte nel giornale. Poi la spiegazione di Nelson Pari è stata illuminante e accidenti se non sono rimasta folgorata dall’idea di fondo di questo giornale che vuole aiutare il passaggio della mentalità dei consumatori italiani ad una modalità di assaggio dei vini che, valutando la loro qualità anche alla luce delle possibilità di affinamento, insegni ad acquistare bottiglie nell’ottica di tenerle gli anni necessari a che possano esprimere al meglio la loro qualità. 

I produttori infatti fanno fatica sul piano economico ad accollarsi gli investimenti necessari per tenere in cantina tante bottiglie di vecchie annate nell’attesa che siano pronte: è già molto che negli ultimi 10-15 anni molti abbiano imparato a tenersi uno “riserva storica” utile all’organizzazione di verticali con la stampa o ad uso interno. Questo è basilare per valutare l’evoluzione dei propri vini a seconda di come sono state le annate e le tecniche di vinificazione.

Nelson Pari

Non parliamo dei ristoratori che raramente hanno la mentalità, o lo spazio, o le possibilità economiche per farsi uno storico dei prodotti più interessanti. Trovare in carta più annate dello stesso vino non dico che sia un miracolo, ma è decisamente molto, ma molto raro (e hanno tante buone ragioni).

Nelson ci ha spiegato che in Inghilterra come in Francia e in Germania la tassazione sulle scorte di magazzino è molto diversa da quella italiana, ma che soprattutto esistono intermediari che ti propongono vini da loro selezionati indicandoti anche la possibilità di affinamento e la potenziale crescita di valore.

Tu acquisti le bottiglie e loro le tengono in uno spazio a te dedicato (ovviamente in condizioni perfette per l’affinamento). Periodicamente ti informano sul valore delle tue bottiglie e tu decidi se continuare a tenerle, berle o venderle. Un servizio davvero fantastico, ovviamente solo per esperti e appassionati che però in Italia non esiste o quasi.

In questo senso il giornale può essere un punto di riferimento per i tanti che sono interessati ad avere grandi bottiglie da scoprire nel tempo. E’ un giornale utile per chi, come i tre protagonisti indicano nell’editoriale, vuol uscire da concetto del vino “fresco e fruttato a ogni costo” oppure della “costante ricerca della novità e dell’ultima annata”. Il loro auspicio è quello di non vivere più la “frustrazione di assaggiare vini splendidi di grande compiutezza ma ormai da tempo esauriti”. Quindi “Verticale” è, in un certo senso, un “invito all’attesa”.

Solo un ultimo inciso: guarda caso nelle schede di degustazione di Winesurf c’è la voce “Possibilità di invecchiamento” che vuol dare, con estrema sintesi, proprio questo tipo di informazione su quando sia il momento migliore per bere il vino in oggetto. Inoltre siamo l’unico giornale che propone lo storico degli assaggi, cioè la possibilità di sapere come sono state valutate le vecchie annate di un vino da quando abbiamo iniziato a degustarle. Insomma quasi 20 anni di storia per molti vini, che senz’altro potrebbero essere utili a chi vuol acquistare vecchie bottiglie. Un altro bel servizio ai lettori della nostra guida vini.

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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