Vacanze a Sabaudia: si salvi chi può!5 min read

Dio fece la spiaggia ed il mare di Sabaudia poi si accorse di aver messo molta parte del litorale italiano in posizione di inferiorità e per compensare creò amministratori ed esercenti appositi da destinarvi.

 

 

Amministratori.

Il mare di Sabaudia è una meraviglia, arrivarci è un’impresa.

Tutto il litorale prevede solo parcheggi a pagamento: 1 € l’ora dalle 7 alle 19! Un tantino caro, ma … niente paura c’è l’abbonamento. 80 € al mese (con numero di targa per cui lo può usare una sola auto) e, a detta dei funzionari comunali, puoi parcheggiare ovunque purché con strisce blu. Salvo poi farti una multa di 33 € perché dove hai parcheggiato, pur essendoci le strisce blu, in realtà la prima ora è gratuita ma….con disco orario. Così abbonamento o non abbonamento devi pagare  (vedi foto).

Già, l’abbonamento! Vai in comune e cerchi l’ufficio competente. Ti mandano al 1° piano. Lì un funzionario seccato ammette “obtorto collo” che è proprio orario di apertura dell’ufficio apposito e ti chiede di tornare al piano terra . La gente in fila si innervosisce perché tu vieni servita per prima (scusate, scusate, ma io ho fatto le scale per andare a chiamarlo, altrimenti eravate ancora tutti qui ad aspettare!). Pago, anzi tento di pagare, ma il solerte funzionario non ha il resto quindi mi dice di tornare al 1° piano a chiedere alla collega i soldi spiccioli per fare il resto a me e agli altri (io???). Servizio self service …

Però adesso ho l’abbonamento e posso andare al mare. Ammesso e non concesso di trovare un parcheggio sul lungomare, da lì si scende alla spiaggia. Come? Dunque ci sono varie simil-scale in legno con pendenza del 20%, pedata di circa 1 mt, niente corrimano, ultimo gradino distante dalla sabbia dai 50 ai 100 cm. Praticamente rischi la vita ogni mattina. Però è colpa tua perché all’inizio dei gradini c’è una balaustra in legno che chiude l’ingresso alla scala che tu, quindi, non dovresti usare. E torniamo alla domanda iniziale: come si scende in spiaggia?

Sulla spiaggia libera un cartello giallo  avverte che “Il Comune risponde dell’incolumità dei bagnanti solo per m 1.60 dalla riva”. Lì per lì pensi di aver visto male, magari qualche buontempone in vena di scherzi ha cancello la “k” di km e quindi si legge metri. Invece no, si intende proprio m 1.60 e non nel senso della profondità dell’acqua! Si da il caso che a 1.60 m dalla riva l’acqua arrivi più o meno alla caviglia … con l’alta marea!

 

 

 

Passiamo ora agli esercenti.

Tipici esempio di gentilezza, professionalità e senso dell’accoglienza.

 “Un gelato grazie”. “1 € e 90”. “Ecco 2 €”. “Mi mancano i 10 cent di resto”. Punto. Nel display sulla fronte del barista scorre la frase: “non rompere che già a star qui a servirti ti faccio un favore”. Gentilissimo, grazie.

 

Ristorante “Fratelli Tavoletta” Corso Vittorio Emanuele III, nel centro di Sabaudia.

Che vini in bottiglia avete?”. “Falanghina e Pinot Grigio." "Uauh! Di chi è la Falanghina?”. “È del salernitano”. “No, mi scusi, non di dove è, ma di chi è? Chi è il produttore?” “Non lo so”. Ovvio con addirittura 2 vini in carta come fai a ricordarti i nomi?. “Non ha un vino locale?”. “Certo abbiamo il vino della casa!” “No, intendevo un vino imbottigliato di un produttore locale”. “No”. “Ok mi porti la Falanghina”.


 

A questo punto capisco perché non conosce il nome, non c’è. Infatti si legge: «imbottigliato da R.I. 123456». Chi è il produttore non ci è dato di saperlo. Ci porta la bottiglia al tavolo già aperta (ovviamente sono già piuttosto nervosa e questo non contribuisce a calmarmi) e ci sbatte (il termine è giusto) 2 bicchieri in più sul tavolo senza guardarci e dirci nemmeno una parola. Di male in peggio. Il vino è imbevibile (colpa mia dovevo immaginarlo e ordinare birra).

Chiamo il titolare: “Scusi tanto, ma a parte che la bottiglia ci è stata portata già aperta e vabbeh! Ma..guardi non va proprio. L’assaggi se non ci crede”. “Scherza? Io nemmeno lo bevo il vino!”. “Considerando la qualità di questa bottiglia le consiglio di non iniziare! Ma non avete un vino locale imbottigliato?”. “Sì certo abbiamo la cantina Sant’Andrea, quest’anno è stata eletta cantina dell’anno”. “Oh bene, la sua collega mi ha detto che di locale avete solo il vino della casa e io avevo capito che era sfuso in caraffa, ma se è imbottigliato va bene”. “Sì certo è in bottiglia, glielo faccio portare”.

Dopo pochi minuti arriva un cameriere … con una bella caraffa! Ci rinuncio.

Dopo una cena con livello qualitativo simile a quello della Falanghina (spaghetti alle vongole con 30 gusci e 10 vongole!), non sono più nervosa, sto dando in escandescenze. La mia amica va a pagare e torna ridendo istericamente. “Sai quanto ci hanno fatto pagare la caraffa di vino? 10 €”. Cioè ci hanno fatto pagare bottiglia e caraffa. Adesso non ci vedo più dalla rabbia. Ci alziamo e vado dalla cameriera che ci ha servito (scorbutica come poche). Ho lo sguardo ed il tono gelido dei miei momenti migliori: “Può darmi un biglietto da visita?”. Prende un biglietto e porgendomelo mi dice: “Aho! Epperò se viene de domenica deve prenotare prima”. “Lei non si preoccupi”.

Ma insomma è così difficile fare il proprio mestiere pensando a come ci piacerebbe essere trattati noi se fossimo dall’altra parte del tavolo o della scrivania? Lo so è una domanda banale, ma farsela non può certo far male.

Comunque buone vacanze a tutti coloro che non sono ancora tornati o debbono ancora partire, con molti auguri di trovarsi in un luogo più accogliente.

Maddalena Mazzeschi

A 6 anni scopre di avere interesse per il vino scolando i bicchieri sul tavolo prima di lavarli. Gli anni al Consorzio del Nobile di Montepulciano le hanno dato le basi per comprendere come si fa a fare un vino buono ed uno cattivo. Nel 1991, intraprende la libera professione come esperto di marketing e pubbliche relazioni. Afferma che qualunque successo è dovuto alle sue competenze tecniche, alla memoria storica ed alle esperienze accumulate in 30 anni di lavoro. I maligni sono convinti che, nella migliore tradizione di molte affermate PR, sia tutto merito del marito! Per Winesurf si occupa anche della comunicazione affermando che si tratta di una delle sfide più difficili che abbia mai affrontato. A chi non è d’accordo domanda: “Ma hai idea di cosa voglia dire occuparsi dell’immagine di Carlo Macchi & Company?”. Come darle torto?


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