Una, cento, mille DOC Roma!4 min read

Dopo la rivoluzionaria DOC Roma si apre un nuovo e meraviglioso scenario per le nostre denominazioni d’origine, quello del produrre vino all’interno delle principali città italiane, ovviamente cercando di sfruttare al meglio il terroir e le caratteristiche cittadine. Vediamo quali nuove denominazioni sono in via di approvazioni e le loro caratteristiche.

 

Milano DOC

Parte da Milano la via che porterà alla fine dello storico frainteso che vedeva l’oste proporre vino nero intendendo vino rosso. La DOC Milano prevederà sia uve rossonere che nerazzurre, vinificate rigorosamente  a strisce e assolutamente non assemblabili tra loro. Per quanto riguarda le Menzioni Geografiche, nel  il mitico cru “O mia bela Madunina”, si potranno usare solo vitigni con certificazione di santità: quindi Sangiovese, Sant’Ambrogio, San Siro e San Babila (uva nera per eccellenza).

 

Torino DOC

In onore dei 150 anni della Repubblica la DOC Torino utilizzerà solo uve che hanno combattuto per l’unità d’Italia: si prevede quindi tra i rossi un Cannonau ad avancarica, o in purezza o affiancato da Barsaglina con la baionetta in resta . Tra i bianchi si è pensato di ispirarsi anche ai grandi personaggi della storia: tra le molte proposte spiccano le sottozone Valentino e Bela Rosin, a base di Bellone e Cortese con,allo studio, piccole aggiunte di Bombino. Si è notato infatti che quest’ultimo vitigno sviluppa note incredibilmente piacevoli durante la fermentazione tumultuosa.

 

Verona DOC

Qui la Lega ha stabilito la sua enclave. Niente uve nere, solo Durella in purezza (magari con piccole aggiunte di acqua del Sacro Fiume Po)  oppure in uvaggio con Verdeca e minime percentuali  di una variante dell’ Incrocio Manzoni, l’Accrocchio Maroni.

 

Venezia DOC

La DOC Venezia, che comprende le province di Treviso e di Venezia è riservata a Merlot, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Chardonnay, Pinot Grigio, Rosso (Merlot per almeno il 50%); Bianco (Verduzzo e Glera per almeno il 50%; solo in versione spumante e frizzante) e Rosato (da Raboso veronese per almeno il 70%; anche in versione spumante e frizzante). I produttori veneziani potranno quindi, utilizzando una denominazione che fa perno sul nome Venezia, dare maggiore visibilità al nostro territorio e ai nostri vini di alto pregio, che verranno più facilmente identificati, conosciuti e valorizzati. (Notate qualcosa di strano, rispetto alle altre, in questa DOC? In effetti è vera, essendo stata approvata dal ministero il 22 dicembre 2010 n.d.a.r, cioè nota dell’attonito redattore)

 

Genova DOC

Da anni nel territorio comunale è stato bandito il Pagadebit, e nella famosa denominazione “Ne cacc’è e se mmitte” le uve utilizzate sono le internazionali ma non troppo Cabernet Franc, Cabernet Lir e, aggiunta di recente, Cabernet Eur.

 

Bologna DOC

Per testimoniare il ritorno degli italiani a sinistra il Comune di Bologna ha presentato richiesta per una DOC composta solo da Ancellotta Libera in purezza. E’ allo studio una seconda DOC, che dovrebbe privilegiare, almeno in parte,   i vitigni internazionali. E proprio “ Internazionale DOC”, sarà il nome di questa denominazione di cui abbiamo un estratto del futuro, invero particolare, disciplinare di produzione “Barbera rossa la trionferà, Barbera rossa la trionferà, Barberà rossa la trionferà, evviva il rimontaggio e il delestage!”

 

Firenze DOC

La culla dell’arte italiana non poteva non pensare  a DOC molto artistiche. In primo luogo la Giotto DOC, composta solo da uve i cui chicchi siano perfettamente sferici, poi la Michelangelo DOC, con rossi statuari e bianchi color marmo, per non parlare della DOC Dante suddivisa nelle tre classiche sottozone. Di questa possiamo anticiparvi anche la prima pubblicità, pensata per i problemi di guida correlati all’uso di alcolici “Dante DOC: per non smarrire mai la diritta via!”

 

Napoli DOC

Per dimostrare che la criminalità a Napoli ha subito un duro colpo la giunta insediatasi di recente ha voluto dare un segnale forte. Dal vecchio disciplinare della DOC Napoli Rosso sono state tolta l’uva Gaglioppo, Tazzelenghe e Ottavianello. Le aree dove erano piantati questi vitigni sono stati immediatamente utilizzate per stoccare monnezza.

 

Palermo DOC


Pare, ripeto pare, che alcuni amici di altri amici abbiamo in mente di utilizzare alcune zone della città, a suo tempo brutalmente cementificate e che  si vocifera essere in mano alla criminalità, per piantare un gran numero di viti su piede ( e non solo) di Franco, Luigi, Antonio, Gigi, Marco, Sergio, Roberto, Concetto, Mario, Francesco…..

 

 

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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