Una brillante Stella dell’Appennino a Modigliana3 min read

Da qualche parte bisogna pur iniziare, del resto anche la costruzione della Grande Muraglia è iniziata con una singola pietra. Bene hanno fatto dunque i produttori di vino di Modigliana a mettere in piedi Stella dell’Appennino.

Si badi bene però, non si sta parlando del Leontopodium nivale, la pianta erbacea, ma di un evento giunto alla seconda edizione: per l’appunto Modigliana Stella dell’Appennino.

Tuttavia, identificarlo come evento risulterebbe riduttivo; un evento è fine a se stesso, nasce e muore in funzione di un calendario. Che cos’è dunque Stella dell’Appennino? Anzitutto è opportuno comprendere che qui viene delineato un progetto vero e proprio, una iniziativa di lungo respiro cui hanno aderito la quasi totalità dei produttori di vino di Modigliana. Una decina di azende che si sono raccontate attraverso un piccolo libro che sarà disponibile durante la tre giorni.

Parte fondamentale del racconto di Stella dell’Appennino è l’aver dato sistematicità ad elementi non così scontati e fruibili per il piccolo comune di Modigliana, come la descrizione del territorio con le sue differenze pedoclimatiche, l’influenza dei corsi d’acqua che lo delimitano, la funzione della parte boschiva e la natura dei suoli con le specifiche caratterizzazioni dei sangiovese che si producono.

Perciò un passo avanti nella direzione tracciata dall’introduzione delle MGA o sottozone e rimasta al palo per la maggior parte di esse. Ma ora Stella dell’Appennino indica una via possibile per apportare conoscenza e aggiungere valore. Certo, restano le differenze “di manico”, un fattore che nella Romagna dei vini (e non solo) riveste un ruolo decisivo, ma approfondire, esplorare e valorizzare il proprio terroir è un punto di partenza irrinunciabile per ogni distretto vitivinicolo che ambisca a crearsi una propria identità.

Modigliana è un piccolo paese a cavallo tra la Romagna e la Toscana, un presidio umano che ha conservato intatto il suo aspetto rurale più autentico e che oggi trova un ulteriore elemento di coesione in questo progetto.

E’ proprio qui, in questa parte dell’appennino che risiede la culla del sangiovese, difeso e conservato attraverso le Abbazie Vallombrosane. Una delle tante culle disseminate in  Italia centrale, lungo la dorsale appenninica e che rappresenta l’area più interessante per il sangiovese.

A corredo inoltre ci sono le bellissime foto in bianco e nero di Lido Vannucchi che in pratica ha ritratto tutto e tutti; autorità e produttori, scorci di paesaggi e vedute paesane.

Durante questo secondo appuntamento che si terrà dal 8 al 10 settembre a Modigliana, oltre alla presentazione del progetto nella sua forma più esplicita e compiuta, cosi come pensato e coordinato da Giorgio Melandri, ex curatore per l’Emilia Romagna della guida ai vini d’Italia del Gambero Rosso ed ora produttore di vino con il marchio Mutiliana, c’è un ricco calendario di seminari e degustazioni, al centro dei quali ci saranno i Sangiovese Modigliana 2017 e i Sangiovese Riserva Modigliana 2015.

Si inizia Sabato 8  con visite guidate  a cura di Giorgio Melandri, Alessandro Liverani e Francesco Bordini. Alle 20 c’è la possibilità, previa prenotazione, di partecipare alla cena a cura di Gianni D’Amato, chef bi stellato.

Domenica 10 preziosa testimonianza sulle Abbazie, e a seguire un approfondimento dedicato alle diverse espressioni del sangiovese; Amiata (Castello di Potentino, Seggiano; Casavyc, Scansano; Basile, Cinigiano Montecucco; Peteglia Montenero d’Orcia), Chianti Classico (Poggerino, Radda in Chianti; Bibbiano, Castellina in Chianti; Fèlsina, Castelnuovo Berardenga), Montalcino (Le Potazzine; Le Chiuse; Castiglion del Bosco), Romagna (Luva, Modigliana; Paolo Francesconi, Faenza; Villa Liverzano, Brisighella). Nel pomeriggio e in prima serata vetrina di assaggio dei produttori di Modigliana. Lunedì proseguono gli assaggi riservati agli operatori.

 

Info e prenotazioni:

www.prolocomodigliana.it

tel. 328.9733086 o stelladellappennino@gmail.com.

Giovanni Solaroli

Giovanni Solaroli

Ho iniziato ad interessarmi di vino 4 eoni fa, più per spirito di ribellione che per autentico interesse. A quei tempi, come in tutte le famiglie proletarie, anche nella nostra tavola non mancava mai il bottiglione di vino. Con il medesimo contenuto, poi ci si condiva anche l’onnipresente insalata. Ho dunque vissuto la stagione dello “spunto acetico” che in casa si spacciava per robustezza di carattere. Un ventennio fa decisi di dotarmi di una base più solida su cui appoggiare le future conoscenze, e iniziai il percorso AIS alla cui ultima tappa, quella di relatore, sono arrivato recentemente. Qualche annetto addietro ho incontrato il gruppo di Winesurf, oggi amici irrinunciabili. Ma ho anche dei “tituli”: giornalista, componente delle commissioni per la doc e docg, referente per la Guida VITAE, molto utili per i biglietti da visita. Beh, più o meno ho detto tutto e se ho dimenticato qualcosa è certamente l’effetto del vino.


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