Una bella idea non può stare chiusa in una stanza: Academy Friuli Colli Orientali1 min read

Quella grande stanza la conosco da diverso tempo perché ogni anno ci facciamo gli assaggi dei vini friulani: si trova a Villa Nachini, sede del Consorzio Friuli Colli Orientali.

Da oggi quella sala diventa non tanto e non solo una sala virtuale ma anche un punto di incontro per chi vuole saperne di più sui vini dei Colli Orientali.

Quattro dispenser sotto argon da otto vini ciascuno non sono che la punta di un iceberg di un’idea che parte dal vino per presentare un territorio sia in lungo che in largo, ma soprattutto in profondità, perché il lavoro che il consorzio sta portando avanti da molto tempo e che ogni anno si condensa nell’esaustiva relazione sull’annata viticola  verrà utilizzato per mostrare sul megavideo che domina la sala la posizione dei vigneti, le loro caratteristiche e magari anche una presentazione in diretta dei tecnici del consorzio o del produttore dal vigneto stesso. Quindi uno potrà degustare un vino vedendo in diretta da dove viene, sapendo che tipo di vigneto lo produce, che terreno ha e come lavora il produttore, per poi passare ad un altro vino e capire così le reali differenze tra prodotti.

Noi giornalisti siamo abituati a fare degustazioni bendate ma qui alla Academy siamo all’esatto opposto e potremmo chiamarle più che degustazioni palesi, degustazioni ai raggi X.

Ma l’Academy potrà anche viaggiare, presentando i Colli Orientali ovunque. Bottiglie  spedite a importatori o distributori all’estero e un collegamento online renderanno possibile conoscere in profondità i vigneti da cui quei vini provengono mentre vengono degustati a New York o a Pechino.

Non c’è dubbio sia una bella idea per conoscere e approfondire un territorio. Una cosa non per tutti ma per chi veramente è interessato a comprendere come nascono i vini dei Colli Orientali.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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