Un po’ di Alto Adige a Bologna1 min read

Lo scorso 5 ottobre il Consorzio Vini Alto Adige ha fatto tappa a Bologna per presentare e promuovere i  bianchi del proprio territorio, focalizzando l’evento in particolare sui vitigni più conosciuti: Gewürztraminer, Pinot Bianco e Sauvignon Blanc.

 

Purtroppo erano presenti solo quindici aziende, cinque per ogni vitigno. Ha caratterizzato l’evento il confronto fra vini bianchi giovani  e i loro omologhi invecchiati. In effetti pare che i produttori dell’Alto Adige intendano percorrere questa strada, non più solo vini bianchi giovani ma anche prodotti da degustare dopo anni di affinamento in bottiglia. 

 

Non so dirvi se il gioco valga la candela, sia per le caratteristiche dei vitigni, sia per quelle del territorio: la prova che abbiamo fatto oggi non mi ha persuaso del tutto, perché ho  constatato come i vini cambino molto, forse troppo diventando un’altra cosa, non peggiore, ma diversa. 

 

Nessuno dei vini più maturi mi è dispiaciuto, ma quando, ad esempio, un Sauvignon perde i suoi profumi primari e al suo posto resta miele e cannella, con una pronunciata sensazione di alcolicità, sarà anche buono, ma non è più Sauvignon.

E’ un problema  aziendale o territoriale? Non voglio sbilanciarmi ma, per esempio, il Gewurztraminer Brental Riserva 2006 di Cortaccia era ancora giovane e pimpante rispetto al 2012.

Carlo Macchi

Sono entrato nel campo (appena seminato) dell’enogastronomia nell’anno di grazia 1987. Ho collaborato con le più importanti guide e riviste italiane del settore e, visto che non c’è limite al peggio, anche con qualcuna estera. Faccio parte di quel gruppo di italiani che non si sente realizzato se non ha scritto qualche libro o non ha creato una nuova guida sui vini. Purtroppo sono andato oltre, essendo stato tra i creatori di una trasmissione televisiva sul vino e sul cibo divenuta sicuramente la causa del fallimento di una nota rete nazionale. Riconosco di capire molto poco di vino, per questo ho partecipato a corsi e master ai quattro angoli del mondo tra cui quello per Master of Wine, naturalmente senza riuscire a superarlo. Winesurf è, da più di dieci anni, l’ultima spiaggia: dopo c’è solo Master Chef.


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