Un Minutolo di attenzione, prego3 min read

Sta per cessare finalmente la confusione che negli ultimi anni si era venuta  a creare attorno ad un interessante vitigno autoctono pugliese, spesso chiamato Fiano Minutolo, ingenerando così non pochi equivoci con il Fiano tout court.

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 23 luglio 2011 diventa ufficiale l’iscrizione nel Catalogo Generale delle varietà  con il nome di Minutolo e  quindi i produttori potranno riportarlo in etichetta senza timore di incorrere in alcuna violazione. Si conclude così l’ iter avviato alcuni anni fa da un equipe composta da ricercatori del Centro di Ricerca e Sperimentazione in Agricoltura “Basile Caramia”di Locorotondo (Dipartimento di Protezione delle Piante e Microbiologia Applicata – Università degli Studi di Bari) e del CNR, Istituto di Virologia Vegetale di Bari, che ha avuto come obiettivo quello del “Recupero e valorizzazione della viticoltura nel comprensorio dei trulli”.

Un lavoro minuzioso e capillare che ha portato  all’iscrizione nel Catalogo Nazionale anche di altre varietà minori a rischio di scomparsa. I risultati della ricerca sono stati resi pubblici da Pierfederico La Notte e da Pasquale Venerito, ricercatori del CNR  in una manifestazione che si è tenuta a Casalini, Valle d’Itria. In particolare La Notte  ha illustrato le nuove varietà riconosciute: Minutolo, Baresana rosa (uva da tavola), Marchione, Maruggio/Maresco, Antinello e Somarello rosso.

Ne ha sottolineato le caratteristiche attraverso schede descrittive che hanno preso in considerazione gli aspetti ampelografici, per una  precisa identificazione varietale. Lo studio ha  anche analizzato i mosti  e i vini frutto di microvinificazioni  in purezza, tracciando le curve di maturazione, i profili polifenolici e dei precursori di aroma. Un lavoro completo che potrà dare indicazioni molto concrete a quei produttori che vorranno cimentarsi con questi “nuovi” antichi vitigni.

Lo studio inoltre ha anche dato indicazioni sul possibile utilizzo di alcune varietà. Ad esempio,   sono emerse alcune inclinazioni particolari del Marchione e del Maresco verso la spumantizzazione con metodo classico. Non sono che alcune delle indicazioni emerse, altre sono lì che aspettano di essere sperimentate ed utilizzate. Una porta aperta quindi verso una diversificazione produttiva che  potrebbe affiancarsi ai vitigni autoctoni più noti, dato il particolare momento che il mercato mondiale sta vivendo, con una saturazione di vini da vitigni internazionali e con la conseguente omologazione.

Ma la causa della imperante omologazione non è solo da ricercarsi nell’uso di uguali vitigni in diverse parti del mondo, quanto  e soprattutto in una enologia che tende nei fatti (anche se lo nega a parole) ad annullare le differenze. Si capisce quindi come la potenziale  tipicità espressa da questi vitigni sia un valore fondamentale per la loro affermazione, che va assolutamente salvaguardato, con pratiche enologiche che ne esaltino le specificità.

Ma i  vitigni minori avranno la capacità di generare anche reddito, oltre ad assolvere alla loro funzione di salvaguardia delle biodiversità ?

Se l’autorizzazione ufficiale  alla coltivazione è ormai superata, restano ancora grossi ostacoli. Comunicazione ed informazione sono altrettanto importanti, così come le quantità da commercializzare, che inizialmente e probabilmente anche in futuro non potranno che  essere esigue.

La sfida è lanciata. I produttori pugliesi la vorranno cogliere ?

Pasquale Porcelli

Non ho mai frequentato nessun corso che non fosse Corso Umberto all’ora del passeggio. Non me ne pento, la strada insegna tanto. Mia madre diceva che ero uno zingaro, sempre pronto a partire. Sono un girovago curioso a cui piace vivere con piacere, e tra i piaceri poteva mancare il vino? Degustatore seriale, come si dice adesso, ho prestato il mio palato a quasi tutte le guide in circolazione, per divertimento e per vanità. Come sono finito in Winesurf? Un errore, non mio ma di Macchi che mi ha voluto con sé dall’inizio di questa bellissima avventura che mi permette di partire ancora.


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0 responses to “Un Minutolo di attenzione, prego3 min read

  1. Somarello è uno dei vari nomi del Susumaniello, il Somarello Rosso in articolo è qualcosa di diverso?

  2. In realtà  con lo stesso nome esistono due
    distinti vitigni entrambi coltivati a nord della Puglia: il Somarello nero ed appunto il Somarello rosso; mentre il primo e’ praticamente scomparso dalla coltivazione (restano solo alcuni esemplari nei campi collezione in fase di studio e caratterizzazione), il secondo è coltivato, seppur su superfici molto modeste o addirittura piccoli pergolati, nel nord barese (Barletta, Corato, Molfetta e Bisceglie) e in alcuni comuni del foggiano. Nel brindisino i vitigni Somarello nero e rosso non sono presenti, anche se il nome/termine Somarello è piuttosto diffuso ed utilizzato, insieme a Cuccimaniello ed altri,
    come sinonimo del Susumaniello.
    Queste le note di Pierfederico La Notte e Pasquale Venerito, ricercatori che hanno relazionato per l’inserimento di questo vitigno nell’elenco nazionale della Vite.

  3. quindi se ho ben capito ufficialmente somarello e susumaniello sono vitigni diversi. Il Minutolo l’ho assaggiato quest’anno e mi ha molto impressionato. Mi chiedo se ci siano esperienze di vinificazione come vino dolce, visto che è decisamente aromatico.

  4. Commercialmente ancora non esiste. Da parte del CRSA di Locorotondo sono state condotte sperimentazioni di appassimento con buoni risultati. Prima o poi qualcuno ci proverà .

  5. Grazie Pasquale!

    Delle volte i nomi sono un bel problema quando si mischiano… ricordo ancora la tua lezione sulla calabria 🙂 .

    Fiano Minutolo dolce lo produce Pirro Varone si chiama Tocy.

  6. Esiste anche una versione secca di Minutolo da vendemmia tardiva… anche se, per completezza di informazione, mi è stato riferito che il Minutolo, per la sua struttura pellicolare, si presterebbe poco all’appassimento/vendemmia tardiva (relata refero, approfondirò).

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