Tra le Donne del Vino un’interessante inchiesta sul vetro pesante4 min read

Ringraziamo Paola Rastelli sia per aver proposto, creato e gestito questo sondaggio con le Donne del Vino, sia per l’ardore con cui ha sposato la causa delle bottiglie leggere. E’ grazie a persone come lei se piano piano si incomincia a capire l’assurdità di utilizzare bottiglie pesanti.

Come sommelier e come ex-delegato AIS per la provincia di Livorno, ho sempre posto il mio focus sulla degustazione del vino, sulla sua analisi organolettica.

Da due anni a questa parte invece grazie al tema “Donne, vino e ambiente” dell’Associazione Nazionale Donne del vino, di cui faccio parte, anziché pensare al contenuto ho riflettuto sul contenitore,  focalizzando la mia attenzione su quanto si inquina attraverso il vetro, materiale di eccellenza per contenere il nettare degli dei ma, purtroppo inquinante.

Per produrre un chilogrammo di vetro si disperdono nell’ambiente 2,7 chilogrammi di CO2. Spesso nelle degustazioni tocchiamo con mano, quando si versa il vino, la pesantezza della bottiglia; ci sono produttori che pur proclamandosi biologici o biodinamici non esitano ad utilizzare contenitori da un chilo e più.

Il consumatore non ne è assolutamente al corrente, gli manca la consapevolezza data dall’informazione, finche’ non lo renderemo istruito in tal senso.

Con le Donne del Vino,  grazie alla nostra Presidente nazionale Donatella Cinelli Colombini, ho avuto l’opportunità di metter giù un sondaggio dal titolo “Se vuoi andare veloce vai da solo, se vuoi andare lontano vai insieme” composto da 17 domande che sono state inviate a tutte le socie produttrici per capire fino a che punto la sensibilità femminile è consapevole di questo problema.

La nostra segreteria nazionale ha  inviato il questionario in tutta Italia e c’è stata una buona risposta (naturalmente anonima) : in termini numerici ben 108 aziende.

In seguito, con l’ausilio di una esperta di analisi statistiche, la dott.ssa Marta Galli, sono venute fuori le percentuali per ogni domanda posta.

Abbiamo iniziato con domande più generiche sulla propria  azienda vitivinicola: cioè luogo di produzione, quantità prodotta, tipo di azienda. Sono risultate biologiche il 34%, convenzionali ma anche con altre certificazioni 49% ed in conversione il 17%.

Questo per cercare di inquadrare al meglio ogni produttrice poi, ho chiesto in quale percentuale usassero bottiglie da 0,75 sotto i 500 gr (vuote) per i vini fermi e sotto gli 830 gr per i vini spumanti e da quanto tempo le utilizzano. Rispettando questi due limiti di peso il vetro si considera leggero, al di sopra si parla di vetro pesante.

Le risposte sono state incoraggianti il 33,3% le utilizza totalmente e il 39,8 le utilizza dal 50 al 100% e da diversi anni.

Sappiamo anche che esportando i propri vini ci sono molti limiti che riguardano il paese destinatario;  è risaputo che Cina e Russia vogliono vetro pesante perchè identificano una bottiglia ben massiccia con un vino importante. Altri paesi come Canada e Paesi Scandinavi soprattutto ma anche UK, Francia, Stati Uniti, Germania, Belgio al contrario vogliono (per fortuna) vetro leggero e questo è venuto fuori dal questionario.

Ho chiesto per quali vini oltre 10 euro venisse utilizzato vetro leggero ed è risultato che il 49,5% lo usa su tutta la gamma, solo il 3.8% lo utilizza esclusivamente per l’export, il 41,7% delle aziende esporta oltre il 50% dei suoi prodotti quindi la scelta non è finalizzata all’esportazione ma, come credo, fa parte di una scelta aziendale.

Inoltre nell’acquisto dei contenitori quali caratteristiche si privilegia di più?

Il risultato è stato: il modello della bottiglia, il suo colore ed il suo peso. Il 37,3% degli importatori accoglie favorevolmente il vetro leggero. Invece un risultato che mi ha lasciato un po’ perplessa riguarda  ristoratori ed enotecari che rimangono indifferenti per il 57/58%  e ben  il 29% non apprezza l’utilizzo di una bottiglia leggera.

Domandiamoci perché. Ci sono produttori che pur avendo alleggerito le proprie bottiglie non lo comunicano e così l consumatore ne è completamente all’oscuro e quando acquista un vino non pensa minimamente al peso del contenitore.

Perche’ un produttore ha bisogno di promuovere il proprio prodotto con una bottiglia vistosa, importante? non ha abbastanza fiducia nel proprio vino?

Oltretutto con bottiglie di vetro leggero si risparmia sia nell’acquisto che nel trasporto.

E’ risultato anche che il 40% delle Donne del Vino comunica attraverso il proprio sito e i social i nuovi traguardi aziendali. Gli esiti del sondaggio ci dicono che le produttrici  hanno già dimostrato una consapevolezza confortante,  proprio per il rispetto del nostro habitat e, la propensione alla sostenibilità come scelta etica, lavorando per ridurre l’impatto degli imballaggi sull’ambiente.

Si sono dette anche favorevoli al 95% ad utilizzare il marchio GLASSHALLMARK lanciato dall’industria europea del vetro, simbolo di un impegno per la tutela della salute e della qualità.

La sostenibilità è soprattutto una transizione culturale. I produttori non possono più voltarsi dall’altro lato ma, dovranno fare la loro parte. C’è  bisogno di una campagna mediatica importante, parlarne il più possibile appena ve ne  sia l’opportunità

Ogni azienda deve essere conscia del benessere che genera, mettendo in campo un’economia consapevole. Facciamo si che il cliente finale acquisti un prodotto etico perchè più desiderabile: in fondo contiene un po’ del nostro futuro.

Paola Rastelli
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