Stampa estera a portata di clic: Bourgogne Aujourd’hui, n. 1384 min read

In questo numero naturalmente, è l’Asta degli Hospices di Beaune, il più importante evento vitivinicolo dell’anno in Borgogna,  a tenere banco, e a ricordarcelo è il titolo grande in copertina, nella quale campeggia una bella immagine dei tetti colorati dell’Hotel-Dieu.

Altri titoli in evidenza sono la Guida  alle annate 2014 e 2015 dei vini di Beaune, Marsannay, Fixin e dei Côte de Nuits-Villages, l’incontro con Fabrice Sommier , “Monsieur vin”, e Saint-Véran , nella quale si svolgerà  la Saint-Vincent Tournante 2018.

Anche se il servizio è situato quasi in fondo al fascicolo, cominciamo con l’Asta dei vini degli Hospices della difficile annata 2017, anche quest’anno gestita da Ludivine Griveau, che ha sostituito il vecchio régisseur Roland Masse, andato in pensione. Anche per un non raro effetto di rimbalzo dopo le gelate degli ultimi anni, i volumi dei vini rossi e i prezzi dei vini bianchi (+30%) hanno avuto un discreto aumento, sicché sono state ben 787 le pièces messe in vendita. Superato il record precedente di  fondi raccolti, e, con la bella somma di 420.000 euro, è stato sfiorato il record  della Pièce du Président, la cuvée di maggior prestigio dell’asta.

Con l’ultima donazione, di una parcella  del premier cru di Chablis Côte de Léchet da parte del Domaine Jean-Marc Brocard (intervistato di seguito da Christophe Tupinier) nel 2017, gli ettari di vigna  sfruttati dagli Hospices sono saliti a 70, ciò che ne fa la seconda maggiore proprietà della Borgogna, dopo quella del Domaine Bouchard Père et Fils.

Le donazioni erano cominciate già fin dagli esordi degli Hospices, nel XV secolo, e sono proseguite con regolarità  nel corso dei secoli: le terre donate non si limitano al territorio della Côte de Beaune, comprendendo anche alcuni preziose parcelle a grand cru della Côte de Nuits.

Il numero  era stato  aperto da un editoriale dello stesso Tupinier dal titolo “La macchina è sul punto di incepparsi”, focalizzato sui recenti acquisti milionari (ultimo quello del Clos de Tart), che rischiano di mettere in crisi il sistema tradizionale basato sulle proprietà familiari, in crescente difficoltà a causa della crescita dei prezzi e della rigidità delle norme di successione. Alla vendita del famoso Clos delle suore bernardine di Tart è poi dedicato anche un articolo specifico subito dopo.

Di seguito è un’intervista a Fabrice Sommier, chef sommelier del ristorante tristellato Michelin Georges Blanc.

Il Tastevinage 2017, durante il quale, ormai da 67 anni, vengono selezionati i migliori vini della Borgogna da una giuria su invito della Confrérie des Chevaliers du Tastevin , è l’oggetto di un  servizio fotografico di Thierry Gaudillère. Siamo intanto arrivati alle degustazioni dei vini di Beaune delle annate 2014 e  2015, l’annata “perfetta” dei rossi, paragonata a quella mitica del 1929.

Punteggio più alto quello di un Beaune premier cru di Les Bressandes 2015 del Domaine Albert Morot.  La scoperta di quest’anno è il  Domaine Philippe Germain, con un eccellente Les Grèves 2015.

E appunto al Premier cru Les Grèves, il più grande di Beaune, con i suoi quasi 35 ettari, nel quale è compresa la celebre Vigne de l’Enfant Jésus, è dedicato il focus di questo numero (da non perdere la preziosa mappa delle proprietà).

Da Beaune andiamo nella parte più settentrionale della Côte de Nuits per gli assaggi dei Marsannay,  dei Fixin e dei Côte de Nuits-Villages bianchi e rossi delle annate 2014-2015. Risultati eccellenti a Marsannay, ancora in attesa dei suoi Premier cru, con un magnifico Trois Terres Vieilles vignes del Domaine Jean Fournier del 2015. Molto bene anche Fixin (svetta  il premier cru Arvelets rouge del Domaine Berthaut-Gerbet) e ottima qualità tra i Côte de Nuits- Villages: in evidenza ancora Fournier col suo Croix Violettes 2015 e il Domaine A. Chpin et fils, con il suo Vieilles Vignes rouge della stessa annata (19 punti su 20 per entrambi).

Nel 2018  la 74° edizione dalla Saint-Vincent Tournante avrà luogo a Saint-Véran, nel Maconnais. Questo giovane cru  sale in potenza e mira al riconoscimento  come premier cru per i suoi climats migliori. La degustazione che segue esamina le migliori cuvées  delle due grandi sezioni (settentrionale e meridionale) del territorio. Nella prima spiccano En Crèches e  Les Poncetys. Nella parte sud a emergere è En Faux.

Il Domaine sotto esame in questo numero è quello di Marc Colin, nel quale si producono bianchi di grande qualità. Di seguito si presenta una verticale di 17 annate del suo Premier Cru Caillerets a Chassagne-Montrachet, dal 1978 (19 punti su 20!) al 2015. Ad eccellere, dopo  la 1978, sono la 1979 e la 2010. Resta ancora qualche pagina per la gastronomia (il  menu delle feste di Olivier Streiff, del Relais de Saulx, e gli indirizzi migliori per mangiare a Beaune) e per i libri.

In questo numero è incluso anche il supplemento periodico dedicato ai Crémants di Francia. In evidenza gli assaggi dei Crémant di Borgogna, in grande ascesa qualitativa (la scoperta: il Domaine Moutard-Diligent, con due ori),  e delle altre regioni francesi : Alsazia e  Loira innanzitutto, poi Jura, Savoia, Limoux, Die, Bordeaux. Una sezione della degustazione ha riguardato anche i Crémant lussemburghesi. Elisabeth Ponavoy parla delle regole dell’assemblage, poi tocca alla gastronomia, con i consigli per l’abbinamento dei Crémant alla cucina. Si chiude con il ritratto dei fratelli Chevrot , da tempo reputati per i loro vini fermi di Santenay e Maranges e ora impegnati anche nei Crémant.

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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