Tre bottiglie di Champagne annunciano in copertina il titolo più grande della copertina: Champagne, blanc de blancs e vecchie annate per le feste. Altri titoli di una cover molto affastellata: Bordeaux 2008, da bere e da conservare; Maiale nero, foie gras e anatra: accordi di festa nel Quercy; Coup de coeur nel canton de Vaud; Acquisti en primeur: quali sono i vantaggi? Infine: Le grandi bottiglie delle annate in 8 per festeggiare le vostre ricorrenze a 30,40,50 e 60 anni nel 2018.
Cominciamo allora dagli Champagne blanc de blancs. Il servizio si trova quasi a fine numero, nella sezione speciale delle rivista, dedicata alle degustazioni seriali. Le cuvées presentate e valutate sono 113, ripartite tra varie categorie:le raffinate cuvées d’assemblage, gli Champagnes della Cote des Blancs, quelli della Valle della Marna, della Montagne de Reims e infine la Cote des Bar. Si chiude con i vieux millésimes (si arriva al 1976). I punteggi più alti? Les Chétillons 2002 di Pierre Peters, il Cristal Roedere 2004 e il Cave Privée rosé 1979 della Veuve Clicquot, con 19/20.
La seconda grande degustazione riguarda i Bordeaux dell’annata 2008, vicina a compiere i suoi primi dieci anni: quali bere e quali invece conservare ancora? L’annata 2008 veniva da un difficile 2007 e precedeva le due grandi annate 2009 e 2010: salvata da un finale di stagione soleggiato, con la Rive Droite, dove la vendemmia è stata la più tardiva degli ultimi 20 anni che l’hanno preceduta, che ha avuto riuscite migliori di quelle della Rive Gauche: grande finezza a Pomerol, mentre la finezza di Saint Julien si è fatta valere tra i vini dell’altro lato della Garonne. Gli assaggi di vertice: Haut-Brion e Latour tra i Premier cru, con la compagnia di Léoville-Las Cases e di Pétrus.
Il numero di dicembre è aperto, come di consueto, dalla “grande intervista”. Questa volta a rispondere sono in due: Jean-Philippe Granier e Basil Saint-Germain, entrambi grandi conoscitori dei vini del Languedoc: il primo Direttore dell’AOC e il secondo appassionato vigneron proprietario del Domaine des Aurelles. Il primo servizio successivo è un’inchiesta sugli acquisti en primeur : sono davvero convenienti? Secondo la RVF nel 50% dei casi conviene attendere che i vini escano effettivamente e diventino consegnabili, cioè circa 18 mesi dopo, fatta eccezione per alcune vendemmie eccezionali, come la 2005, il cui prezzo livrable fu di oltre il 40% superiore a quello primeur, e al momento il loro costo è aumentato di oltre il 110%.
Cantine: Jérome Baudouin illustra i dieci comandamenti per la conservazione dei vini. Non è un argomento nuovo, ma-come si dice-repetita iuvant. E’ la volta della gastronomia degli accordi cibo-vino : Olivier Poels presenta una serata memorabile nella quale celebrare la grande gastronomia del Sud-Ovest nella regione del Quercy Blanc, nel Lot. Seguono le ricette e i vini (ovviamente del luogo) per accompagnarle.
Enoturismo: questa volta l’itinerario della RVF ci porta in Svizzera, sulle terrazze del Canton de Vaud, tra Lavaux e Chablais, alla scoperta degli chasselas secs.
Per la serie “Un’appellation due stili”, sono due produttori siciliani a confrontarsi: la cantina Benanti e l’azienda Palari. Di fronte Rovittello e Faro, in sei vendemmie, dal 1996 al 2013.
Di seguito Pierre Casamayor parla della Maison Bouchard Pére et Fils di Beaune e di due suoi grandi vini bandiera: lo Chevalier-Montrachet grand cru , con l’assaggio di 7 annate dal 1992 al 2014, e il Beaune Grèves 1er cru Vigne de l’Enfant Jésus, con 7 millesimi dal 1976 al 2012.
La consueta expertise di un terroir, in questo numero, è dedicata al Rheingau. Sophie de Salettes illustra zone, varietà e crus . Infine i millesimi in 8 adatti a celebrare le grandi ricorrenze. Per i 50 anni (compleanno? Anni di matrimonio?) c’è un vino toscano, il Brunello di Biondi-Santi del 1968 (ad averlo).
L’ultimo servizio riguarda una verticale 1997-2017 dello Château le Puy effettuata a Parigi : 37 le cuvées presentate (Emilien, Barthélemy , Marie-Élisa, per non parlare della Cuvée Retour des Îles, un esercizio di stile, in pratica un Barthélemy che ha trascorso un anno su un brigantino nell’Atlantico settentrionale).
Prima e dopo , oltre all’editoriale di Denis Saverot (“La controversia”) e all’opinione di Pierre Citerne, sui vini naturali, ci sono la posta dei lettori, le varie rubriche dell’attualità , i libri da leggere nelle feste, gli accords minutes di Poussier, i consigli del vigneron,la pagina dei distillati, le aste e i vini da investimento, la pagina della tecnica (l’enzymage), i coup de coeur dei redattori. Per finire: la discussione su una bottiglia. A dibattere sono Alexis Goujard e Olivier Poussier, la bottiglia è un Pouilly-Fumé “naturale” , il Pierre Précieuses 2015 di Alexandre Bain.