Stampa estera a portata di clic: La Revue du Vin de France, 611, Maggio 20174 min read

La foto di una bottiglia di Latour-Martillac , cru classé di Pessac-Leognan, é al centro della copertina di questo numero, affastellata di titoli.

Il più grande  è “L’anno del Médoc. Coups de coeur nelle Graves”. Ma ancora: faccia a faccia inatteso a Gevrey-Chambertin, intervista al primo esportatore di vino francese, il vino a Lyon, i 100 migliori rosé di Francia, e naturalmente l’annuncio del Salon di maggio, a Parigi, organizzato dalla RVF.

Si comincia con l’édito di Saverot, che parla  del  disinteresse dei grandi appassionati snob di vino parigini verso i grandi Bordeaux , che annunciano la  favolosa annata  2016, e della  ricerca frenetica, al contrario,   delle ultime bottiglie del Clos Rougeard dei F.lli Foucault, ormai introvabili o giunte a prezzi stellari alla sola indiscrezione dell’interesse di Martin Bouygues per l’acquisto della proprietà di Chacé.

E poi di altri vini, come La Grange des Pères, le grandi cuvées di Anselme Selosse, le cuvées parcellaires del Domaine Tempier a Bandol, la cuvée Cathelin dell’Hermitage di Jean-Louis Chave , le icone di Borgogna.

A seguire Joseph Helfrich, alsaziano e Presidente del Grands Chais de France  discute, nell’intervista  della RVF  delle prospettive del vino francese.

Poi le attualità : la passione per il vino  dei  grandi giocatori di rugby, che si trasformano in vignerons a fine carriera; la famiglia Lefévère entra nella proprietà di Valandraud ; Jean-Louis Chave e Olivier Metzger, macellaio-star della capitale, parlano dell’incontro tra una cuvée Cathelin del 1991 con la Côte de boeuf.

E ancora: la lotta dei vignaioli sudafricani alle miniere dello Swartland, Theresa May innalza i dazi sui vini; Vinexpo prepara la remontada del vino di Bordeaux; Patrick Ribouton e i Groupement Fonciers viticoles, con i quali ha convinto 10.000 francesi a investire nelle  grandi vigne; il nuovo sito della RVF.

Le rubriche.  Il parere del giurista: le vicende giudiziarie che hanno opposto le grandi AOC vinicole e quanti abbiano cercato di sfruttarne la notorietà (il thé di Bordeaux,  gli abiti di Yves-St. Laurent per le donne “pétillantes” e lo Champagne ). L’arte: i “pots Jacquot” (le brocche antropomorfe) e le aste.  Fabrizio Bucella: le esagerazioni dei degustatori.

Nelle lettere dei lettori: salvare il bosco della collina di Corton, protocollo per la degustazione di un Haut-Brion del 1942, classement di Mondotte, riabilitare Guigal.

La prima inchiesta di questo numero è dedicata  ai luoghi magici del vino a Lyon. Di seguito, Marc Veyrat, chef a La Maison du Bois  in Haute-Savoie , presenta l’insolito accord  tra un soufflé alla pera e un poiré, e Olivier Poussier parla dei “mariages en blanc” (non c’è da pensar male: intende l’abbinamento con grandi vini bianchi) in Provenza.

Per l’enoturismo, un articolo di Thomas Bravo-Maza invita a scoprire i grandi vini di Dão e  Bairrada.

Dopo i consigli del vigneron (Bruno Paillard sulla sua cuvée N.P.U, Nec Plus Ultra), Roberto Petronio confronta due diverse  interpretazioni del terroir di Gevrey-Chambertin:  Mazoyères-Chambertin di Perrot-Minot e  Chapelle-Chambertin di Pierre Damoy delle annate 2012-2014.

Un articolo breve  sul Salon des vins d’abbayes, poi  i vini del Domaine des Bernardins a Beaumes-de-Venise, nel Rodano. Jean-Robert Pitte parla della rinascita delle grandi vigne urbane, da Condrieu a Orléans, quindi  Sophie de Salettes conduce l’expertise del terroir del Banyuls e Collioure.

Ancora: l’11° Salone del vino della RVF a Parigi,l’omaggio ai vini del Libano , ospite d’onore al Salon, con l’assaggio delle migliori cuvées.

Siamo quasi giunti alla sezione finale della Rivista, in cartoncino colorato leggero, dedicata alle grandi degustazioni. Prima però ci sono le pagine dedicate alle aste e ai vini da collezione (ora gli asiatici si interessano anche al marc della Romanée-Conti) , ai liquori (grandi Rhum della Martinica), i coup de coeurs dei redattori (c’è anche un cidre).

La sezione delle degustazioni si apre d’obbligo con l’assaggio dei primeurs dei crus classés di Bordeaux 2016. Nel prossimo numero  di giugno verranno invece presentate le anteprime dell’annata 2016  delle altre proprietà bordolesi e di tutte le altre regioni.

Rive droite: Cheval Blanc e Figeac su tutti a St.-Émilion, Vieux-Chateau Certan a Pomerol.

Sulla Rive Gauche (grande annata esaltata dai Cabernet): Château Margaux  a Margaux, Ducru-Beaucaillou e Léoville-Las Cases a St.-Julien, Haut-Bailly ,  Haut-Brion e Domaine du Chevalier a Pessac-Léognan, Yquem (ma attaccato c’è Coutet) nel Sauternais. Poi ci sono le pepite dell’Haut-Médoc (La Lagune e Sociando-Mallet).

Dopo Bordeaux, è la volta dei migliori rosé di Francia.Si comincia naturalmente con la Provenza , poi è la volta di Languedoc e Roussillon, Corsica e le altre regioni francesi .

Si chiude  con il débat, che oppone stavolta Denis Saverot e Pierre Citerne , su una bottiglia di Cornas La Geynale del 1994. Cin cin.

€ 6.95  in Francia, € 7.60  in Italia

 

 

 

 

 

Guglielmo Bellelli

Nella mia prima vita (fino a pochi anni fa) sono stato professore universitario di Psicologia. Va da sé: il vino mi è sempre piaciuto, e i viaggi fatti per motivi di studio e lavoro mi hanno messo in contatto anche con mondi enologici diversi. Ora, nella mia seconda vita (mi augurerei altrettanto lunga) scrivo di vino per condividere le mie esperienze con chi ha la mia stessa passione. Confesso che il piacere sensoriale (pur grande) che provo bevendo una grande bottiglia è enormemente amplificato dalla conoscenza della storia (magari anche una leggenda) che ne spiega le origini.


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